Al boss la legge bavaglio sta benissimo. Il boss è della mafia, che gli stava bene lo si sapeva. Con quella non ci spieranno più. Che cosa mi debbono mai spiare: che pago le tasse? Che voto a sinistra? Debbono mai spiare il cassa integrato che chiede i soldi ai genitori pensionati per pagare il mutuo? Uno di quei giovani facenti parte del 30% di giovani senza lavoro e speranza concreta di averlo con una certa stabilità e senza che sia schiavismo, che parla al telefono con un suo coetaneo per sapere la data di scadenza del concorso pubblico al quale si sono presentati in 100.000! Ma la violassero questa mia privacy, sentissero tutte le bestemmie che tiro quando compilo il 730 e mi scoppia il fegato pensando che qualcuno di rendita paga il 12.50 e noi lavoratori dipendenti e pensionati il 43 %.
Lo ascolto dalla tv mentre sudo sul portatile cercando in Rete il migliore che potrei acquistare in Italia, ma il mercato è acerbo e praticamente non c'è nulla a parte le cineserie.
Ma magari lo facessero, magari mi intercettassero. Non cambierebbe nulla ma uno stronzo se lo sentirebbero dalla viva voce di una cittadina imbecille come siamo tutti noi, in questa Italia piduista e mafiosa, che ci atteniamo alle regole e facciamo il nostro dovere.
Mi leggerò dunque con il tocco di un touchscreen su un tablet, mid, umpc, al parco sulla panchina.
Un tocco e op ingrandisco. Non me lo posso sognare con quelle cineserie che costano una follia rispetto allo spreco che sono. Ma con uno bello di marca, sì. Un Asus per esempio detto eee pad, però esiste anche quello italiano che costa quasi uguale, purtroppo pesa un po': eKoore si chiama, lo fanno in questo paese dove non possediamo più una decente industria di pc e meno ancora una ricerca avanzata nel campo, ma dove caspita vogliamo andare?
Mi ricorderò dell'estate del '92 di cui finalmente si sa quello che da tempo si poteva sapere, se solo ci si fosse informati di più, se solo si fosse voluta la verità posto che ora la si voglia.
Il giorno di Falcone tornavo dal lavoro, a Palermo era successo l'ira di Dio. Quello di Borsellino ero proprio davanti alla tv. Mi chiamò una collega il cui marito è siciliano per chiedermi se sapessi cosa era successo a Palermo: un macello, risposi. Una macelleria tutta quella estate. La premonizione di una paura per il nostro Stato, la nostra democrazia; Ciampi e Scalfaro hanno detto la stessa cosa e la loro paura vale più della mia, c'è poco da fare.
Avessi avuto quell'estate un tablet, tutto mi sarebbe corso sotto alle dita e con un tocco si sarebbe ingrandito sul display, forse avrei potuto accorgermi bene di cosa avrebbe significato ora e forse avrei telefonato ad un amico e mi avrebbero intercettato, mentre dicevo: schifosi maledetti mafiosi, quelli a Roma, quelli a Palermo, quelli a Milano, quelli ormai dappertutto che solo un cretino può pensare di aver sconfitto.
Non comprerò un tablet, perchè onestamente non mi riesce di immaginare una cosa tanto inutilmente costosa, perchè sono un ingrombo inutile, mi toccherebbe andare ingiro con una valigia: portatile, tablet, cellulare perchè si guardano bene dal fare una cosa che comprenda tutto: il resto non lo venderebbero più.
Non avrò ebook che già sono pochi, ma leggerò libri tipo “l'agenda rossa di Paolo Borsellino” oppure “l'agenda nera della Seconda Repubblica” che non si scaricano e non vogliono carezze elettroniche per farmi leggere quello che non voglio capire, quello che non devo sapere. Leggerò giornali, ne compro due al giorno, per sostenere la carta stampata e per ora non ancora imbavagliata. Vado a leggerlo sulla panchina, al fresco, in questa estate afosa e torrida, pericolosa come quella del '92. E telefono, telefono, telefono, non dovessero perdere il segnale mentre mi intercettano, ma possano ben sentire tutta la rabbia che ho verso chi si prende quel resta del nostro futuro e della speranza di vivere in un paese democratico, libero e rispettoso della legalità; di vivere le opportunità dell'essere vivo.
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