giovedì 18 marzo 2010

La Malapianta


Si racconta che il magistrato Gratteri dia del voi a chi incontra, come tradizione in Calabria quando si intende rivolgersi rispettosamente ad una persona, e al telefono risponda: chi é? E l'interlocutore di là dalla cornetta capisce di doverla farla breve.
Si chiede il magistrato Gratteri perchè ai divorziati viene negato il sacramento della comunione, mentre agli 'ndranghetisti no?
Il perchè il dottor Gratteri lo conosce benissimo come conosce la storia della 'ndragheta e ce la spiega per comprendere, confermando ed insistendo su una certezza :è anche una questione di cultura sociale.
E' sempre ispido questo discorso, si rischia spesso di essere fraintesi, di involontariamente sostenere una specie di tara etnica tanto gradita a qualche ottuso leghista; ma il magistrato Gratteri così moderato e riservato nel raccontare le magagne della sua terra, sempre molto amene come del tutto inutili a capire un fenomeno complesso e per altri versi sconosciuto come quello della 'ndragheta, non solo rivela così la pasta di cui è fatto, ma soprattutto ci regala un resoconto della storia della Calabria e della sua lotta contro la criminalità al quale vale la pena per noi e il nostro arricchimento personale dedicare tutta la nostra attenzione.
Nella forma di una lunga intervista con domande poste da Antonio Nicaso e citazioni di altri autori ci racconta il carattere quasi sconosciuto di una criminalità che da poco gli Stati Uniti hanno messo nella lista nera, fra le più potenti del mondo, contro la quale non si è voluto e non si è saputo fare da parte della politica molto ma molto di più di quanto già fatto, arrivando fino ai giorni nostri per spiegarci il danno per esempio che potrebbe fare la legge sulle intercettazioni così come è stata scritta.
Ad un giovane delinquente della 'ndragheta un giorno venne chiesto perchè si era affiliato a questa organizzazione dai riti di iniziazione arcaici? Perchè, rispose, volevo appartenere a qualcosa. E' tutto detto.
Come delle donne della camorra, ci racconta il ruolo delle donne della 'ndragheta, quelle che portano di più gli antichi valori - e disvalori: l'onore, la vendetta, la famiglia.
Ci dice cosa serve alla giustizia in genere e nella fattispecie: snellezza di procedure, personale, mezzi e certezza della pena, l'appoggio reale della politica e dei politici locali (sic!).
Anche lui ci conferma - non con le mie parole - che solo un cretino può pensare mafia, camorra e 'ndragheta siano una questione solo del Sud: i dati e i fatti sotto gli occhi di tutti se solo li si volesse vedere, lo confermano. Citando Veltri ci ricorda che questo male, la malapianta, è un golpe strisciante verso il quale per lo più siamo non solo inconsapevoli della gravità, ma indifferenti; ed un furto di democrazia e libertà: piacevolmente indifferenti anche su questo.
E molto presi invece, urgentemente attenti, alle questioni private del premier, di Corona e di non mi viene in mente quale altra cazzata occupi i nostri teleschermi, giornali ecc.
Fate gli intellettuali di sinistra, leggetevi il libro di un magistrato in prima linea che non ha tessera di alcun tipo, ma è un servitore dello Stato - noi tutti, la nostra Costituzione, il nostro Diritto, la nostra Democrazia - a cui soltanto come diceva Dalla Chiesa appartiene il Potere.

La Malapianta - N. Gratteri A. Nicaso
ed. Mondadori

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