domenica 30 novembre 2008

1 Dicembre 2008 - Stop Aids


Questa è la campagna di sensibilizzazione adottata in Francia lo scorso anno; da noi abbiamo Sacconi che non vuole si parli di preservativi...mah. Non somiglia ancora a quegli amministratori politici che in Africa rassicurano: basta una doccia per evitare il contagio; consoliamoci.
Ah noi nella finanziaria abbiamo tagliati i nostri aiuti per il Terzo Mondo, neanche 1.33 al giorno per loro(totale=40euro della social card), dove nove bambini su dieci non hanno accesso alle cure; noi pagheremo carissimo tutto questo, lo stiamo già pagando.
All'Università di Siena hanno scoperto una molecola che blocca la diffusione del virus nelle cellule, nonostante tutto, nonostante i tagli alla ricerca: resistere, resistere, resistere. Ricerca italiana! altrochè l'orgoglio per la compagnia di bandiera; poi non si sa cosa succederà quando ci mettono lo zampino le multinazionali farmaceutiche.
L'Aids c'è, uccide ancora, proteggete e proteggetevi, la vita è una sola e gli amanti se non ha cervello uno, meglio trovarne un altro.

giovedì 27 novembre 2008

Il Gusto del Picchio - Elisabetta Pasquali

Mentre cercavo di acquistare questo romanzo in Itn mi sono imbattuta in un sito che voleva aggiungere un sovrapprezzo in quanto difficilmente reperibile secondo loro: non pagate un centesimo di più del suo valore, qualsiasi buona libreria è capace di proocurarvelo in tempo decente. E speriamo che non ci provi più nessuno con questi mezzucci, perchè già l'editoria è in crisi e noi leggiamo poco, ci mancano solo le penalità.
Il romanzo racconta di Elena, giovane psicoterapeuta, professionale e sicura di sé, nella vita privata è fragile, timida, pochi amici e contatti con l'esterno. Vita piatta e monotona, cambia quando il suo maestro le affida il difficile caso di una donna con un passato burrascoso e un presente aggravato da bulimia, alcolismo e da tentativi di suicidio. Tra le due ben presto il rapporto medico-paziente diventa un'amicizia profonda che viola la deontologia della psicoterapeuta, ma che è sentita da entrambe come un dono prezioso e irrinunciabile.
Ah mi verrebbe da rivelarvi perchè si intitola "il gusto del picchio", ma mi tratterrò, perchè lo farà l'autrice stessa abbastanza presto dall'inizio del libro con una scrittura scorrevole, equilibratissima, precisa quasi alla perfezione che vi prenderà e ve lo porterà a leggere per molte ore di seguito - al di là del molto tempo che abbiate per leggerlo come ho avuto io.
Brava l'Autrice a risparmiarci le solite amenità di libri con questa tematica, un sollievo che la dice lunga sulla sua preparazione; brava ad attribuire ai suoi personaggi caratteristiche specifiche non per incantarci e farci sognare quello che non c'è, quello che non siamo e non viviamo, - probabilmente perchè lei a priori grazie a dio è libera da questi immaginari - ma solo per tenere in equilibrio la necessità di un'architettura letteraria in cui ha fatto bene a credere.
Tutti prima o poi abbiamo un picchio nella vita, ce lo cerchiamo o ce lo mandano, ci trova. La domanda non è chi sarà il nostro picchio, ma perchè sia necessario imbatterci in un picchio per vivere? Come sempre sono più importanti le domande delle risposte, ma le risposte possono avere il bell'aspetto di questo lavoro.

Il Gusto del Picchio - Elisabetta Pasquali
Robin Edizioni euro 16 (non un centesimo di più, mi raccomando)

sabato 15 novembre 2008

Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne - 25/11/08


Il 25 novembre è stato dichiarato con la risoluzione 54/134 del 1999 Giornata Mondiale Contro la violenza sulle Donne. Inizia quel giorno di ogni anno un periodo di mobilitazione costellato da 5 date simboliche: il 29 novembre (Giornata Mondiale dei Difensori dei Diritti delle Donne), il 1° dicembre (Giornata Mondiale della Lotta all’AIDS), il 6 dicembre (anniversario del massacro di Montreal del 1989 e per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Maribal, uccise barbaramente il 25 novembre del 1960 a Santo Domingo dagli squadroni della morte del dittatore Trujillo), il 10 dicembre (Giornata Mondiale dei Diritti Umani). I diritti delle donne sono diritti umani a tutti gli effetti e qualunque violazione di questi diritti - fisica e psicologica - è pertanto una violazione dei diritti umani.

Come detto lo scorso anno, le cifre delle vittime della violenza sulle donne sono cifre da guerra, una guerra più insensata delle più insensate delle guerre, una follia pura che riguarda tutte le donne anche le più protette e garantite e i loro uomini siano essi mariti, padri, fratelli, figli, amici e compagni di vita, di lavoro, di studio, in ogni luogo e momento del nostro vivere insieme una vita libera dalla violenza e dall’ignoranza.


Questa campagna pubblicitaria (ma anche molte altre, sebbene studiosi ci raccomandino l'importanza di un messaggio e di un'immagine corretta della donna che possa contribuire ad un cambiamento culturale ogni giorno evidentemente più necessario) di qualche tempo fa densa di riferimenti sessuali, di ammiccamenti della peggior specie estremamente offensivi per la dignità della donna, che evoca il branco, non ha indignato alcuno di quei politici, benpensanti, cattolici bacchettoni come invece ha fatto quella scelta da Telefono Donna per la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulla Donna con l'intenzione di affiggerne 500 copie nel comune di Milano; addirittura per opposizione ad essa si è tornati ad evocare la blasfema provocazione della rana crocifissa e Ratzinger vestito da trans come se i messaggi potessero essere resi uguali.

Ora anche un bambino sa che la croce, quella Croce, è segno di sofferenza, di calvario, di abuso sull’innocente, sull’indifeso. E’ comune dire, quando le nostre vite passano quelle fasi inevitabili di dolore: mi sento in croce, porto la mia croce. Insomma, quelli che non si indignati per la sentenza Diaz ma per quella Englaro sì, hanno colpito ancora e si sono sentiti offesi, perchè baciare il crocifisso e magari poi a casa picchiare la moglie non è bello vederselo scaraventato sui cartelloni delle vie della città. Eppure Gesù amava le donne ed è stato il cristianesimo a mettere una donna, la Madonna ossia sua madre, fra le icone imprescindibili della fede cristiana cambiando la storia e i costumi del suo tempo.

Portano la croce tutte le migliaia di donne che ancora oggi in tutto il mondo subiscono la violenza, il medievalismo religioso, politico e culturale, l’indifferenza del più forte che le rende mutilate, abusate nel corpo e nell’anima, assassinate, private del diritto inviolabile ad una vita libera e dignitosa.

Si dice che la sofferenza ci avvicini al Cristo che soffrì per la nostra salvezza e per questo debba essere sopportata come lui la sopportò per noi, dunque sono donne in croce.


Roma, Piazza Esedra 22 novembre 2008 ore 14

martedì 11 novembre 2008

Miriam Makeba, Johannesburg marzo 1932-Castel Volturno 2008

Stamattina sul giornale c'era una foto dei suoi piedi, perchè cantava a piedi nudi forse per mettersi in contatto con la Terra. Nel suo paese una donna che fa la cantante era una prostituta; da noi per qualcuno oltre che "abbronzati" i negri sanno solo cantare e ballare. Miriam Makeba nel '63 raccontò, recandosi alle Nazioni Unite, cosa accadeva nel Sudafrica e cosa era l'apartheid, perse contratti e fu espulsa dal suo paese, solo una delle tante ritorsioni che subì per il suo impegno e coraggio civile.
Cantava ed interveniva solo dove voleva lei, a sua assoluta discrezione. Prima di imbarcare la salma esponenti di due religioni l'hanno benedetta. A Castel Volturno c'era venuta per un concentro a favore di Roberto Saviano...c'entrano gli schiavi e l'apartheid. Il giorno prima per il concerto avevano chiesto il pizzo.
Cantava a piedi nudi sul palcoscenico per mettersi a contatto con la Terra come chi si ribella al destino - eppure è forse destino la sua morte sul palcoscenico, forse quello giusto come ha detto Mandela - come chi ha trovato la voce del suo cuore, di chi si scioglie dalle catene degli altri, da chi ti dice cosa devi essere, cosa devi pensare, da quello che sembra impossibile cambiare, dall'impossibilità di sperare e non c'entra la "musica dei selvaggi" dei programmi dei nostri Conservatori: è la nostra voce, unica per ciascuno di noi che non si mette in coro, ma accompagna chi canta con te.
Dicono gli Ebrei che nel mondo, anche nel momento del maggiore disastro e della più atroce follia come fu l'Olocausto, ci sono 30 giusti, lei era uno di quelli. Se ne deve andare uno perchè ne possa nascere un altro, questa è la legge del nascere e morire, magari ricordandosi che questo mondo ha avuto la fortuna di avere e conoscere Miriam Zenzile Makeba.