…anche ed io sono stufa delle sparate necrofile di
Grillo. Quella di oggi sul 25 aprile – immagino già quella del 1 maggio – è quasi
peggio, anzi è proprio peggio di quando quelli del centrodestra non lo
celebravano. Loro non lo celebravano, ma noi almeno lo possedevamo.
Per 20anni – non bruscolini - questo Paese è stato
tenuto nella paura . Paura dei comunisti in primis, dell’uomo nero, della
giustizia, dell’eguaglianza.
Vuole adottare lo stessa sistema? Si rende conto
della paura della povera gente quando lo sente vaticinare la bancarotta per
ottobre? E se se ne rende conto perché continuare a terrorizzare quelli che si
tirerebbero un colpo, ma ancora un po’ di speranza magari l’hanno? Per altro un
Paese con il 37% di disoccupazione e un
suicidio un giorno sì e uno no, a me pare già in bancarotta; cinismo per
cinismo manca solo di portare i libri in tribunale. E il tribunale sarà lui?
Perché, dopo aver fatto esplodere la rabbia e la voglia
di rivoluzione, continuare a tenere i cittadini sull’orlo della tensione, come
sta facendo? A cosa serve? Si rende conto che corre il rischio di essere sepolto dal disinteresse, - perchè tanto urla soltanto, insulta e basta - lasciando con un pugno di mosche i suoi elettori e collaboratori.
Questo Paese ha milioni di cittadini, di famiglie
sofferenti di sacrifici che lui non solo ha mai provato ma neanche se le
immagina – a quel vecchio friulano che lo incalzava di fare bene, sembrava
rispondere come se lo considerasse un demente…sì sì certo certo.. A noi? – che
se non sbraitano è solo perché sono più responsabili di lui e della classe
dirigente di questo Paese. Vogliamo cambiare, non ammazzarci per strada come 70anni fa. Vogliamo la politica come equilibrio dei modi e delle necessità dei
cittadini e non come potere e privilegio,
per questo sono morti migliaia di uomini e donne che prima sotto un
regime avevano passato l’indicibile. Quella morte non è uno qualsiasi di meno, ma la fine del diritto al vivere e
alla felicità che è di tutti. Per questo il 25 aprile è vivo, è vivissimo oggi
come non mai.
Gasparri che fa il dito medio alla piazza è l'esempio illuminante di una classe politica arrogante e veniale, attaccata solo al potere e al privilegio: mediocre cultura, mediocre intelligenza, assente statura politica, poichè è un istinto che costituisce la differenza pensare alla buonafede di quella piazza, fino a prova contraria, e anche dove ce ne fosse stata prova ma ci fosse stato anche solo un cittadino in buonafede lui quel dito medio se lo doveva tagliare.
Franceschini contestato al ristorante che stupito dice di non aver mai potuto immaginare una contestazione a causa del suo voto a Napolitano, è il seguito dello spettacolo: non ricorda o disconosce di aver dichiarato insieme al suo partito "non inciuci con il Pdl", era assente quando il suo partito ingovernabile affossava nientemeno che Prodi oppure non ricorda di nuovo. Quella sera non lo ha sfiorato il pensiero che forse era prudente starsene a casa, cielo! non come un topo, ma almeno con pudore.
I calcoli sbagliati e l'irrigidimento sul non statuto fatti da Grillo e Casaleggio fanno di questo inciucio un merito anche loro. Merito di aver escluso metà della popolazione con l’attaccamento alla Rete e con questa metà non averci parlato e spiegato. Merito di essersi guardato bene dal sporcarsi le mani come gli hanno ricordato ampiamente nella mia Regione, che ha appena votato e lo ha penalizzato.
Nel suo tsunami tuor qui in FVG ha attaccato strenuamente la Serracchiani, ma non la destra? Perché? Perché lui sa che fra i suoi elettori o potenziali tali ci sono molti di sinistra – che il PD non ha rispettato e ne ha fatto le spese e le farà ancora, perché non si può chiamare gli elettori e volontari ad ogni frullar di primarie, referendum, campagna elettorale e quando questi cercano di comunicare, rispondergli parafrasando Sordi: noi siamo noi e voi non siete un cazzo. Ha fatto benissimo la Serracchiani ad esigere un perché. Ed è agendo e ragionando così che ha avuto il voto degli elettori non del PD, come sono io.
Gasparri che fa il dito medio alla piazza è l'esempio illuminante di una classe politica arrogante e veniale, attaccata solo al potere e al privilegio: mediocre cultura, mediocre intelligenza, assente statura politica, poichè è un istinto che costituisce la differenza pensare alla buonafede di quella piazza, fino a prova contraria, e anche dove ce ne fosse stata prova ma ci fosse stato anche solo un cittadino in buonafede lui quel dito medio se lo doveva tagliare.
Franceschini contestato al ristorante che stupito dice di non aver mai potuto immaginare una contestazione a causa del suo voto a Napolitano, è il seguito dello spettacolo: non ricorda o disconosce di aver dichiarato insieme al suo partito "non inciuci con il Pdl", era assente quando il suo partito ingovernabile affossava nientemeno che Prodi oppure non ricorda di nuovo. Quella sera non lo ha sfiorato il pensiero che forse era prudente starsene a casa, cielo! non come un topo, ma almeno con pudore.
I calcoli sbagliati e l'irrigidimento sul non statuto fatti da Grillo e Casaleggio fanno di questo inciucio un merito anche loro. Merito di aver escluso metà della popolazione con l’attaccamento alla Rete e con questa metà non averci parlato e spiegato. Merito di essersi guardato bene dal sporcarsi le mani come gli hanno ricordato ampiamente nella mia Regione, che ha appena votato e lo ha penalizzato.
Nel suo tsunami tuor qui in FVG ha attaccato strenuamente la Serracchiani, ma non la destra? Perché? Perché lui sa che fra i suoi elettori o potenziali tali ci sono molti di sinistra – che il PD non ha rispettato e ne ha fatto le spese e le farà ancora, perché non si può chiamare gli elettori e volontari ad ogni frullar di primarie, referendum, campagna elettorale e quando questi cercano di comunicare, rispondergli parafrasando Sordi: noi siamo noi e voi non siete un cazzo. Ha fatto benissimo la Serracchiani ad esigere un perché. Ed è agendo e ragionando così che ha avuto il voto degli elettori non del PD, come sono io.
A quelli che hanno votato M5S, ma è corretto in questo caso dire
Grillo, e oggi gli rimproverano questo, risponde: vi siete sbagliati a votarci. Bene dia indietro – casomai fosse realistico – il voto e vediamo quanto ha preso?
Sullo sfondo potere ed interessi, enormi, ben più grandi della pochezza di tutta la classe politica odierna. Un'ombra, di cui forse un giorno sapremo, che si è stesa già nel novembre 2011 e chissà ancora su quanto del nostro futuro e delle nostre vite.
Come diceva Cacciari, le in-audite ossia mai udite prima parole del presidente Napolitano durante il suo giuramento e l'applauso dei parlamentari sono uno sputo non solo sulla rabbia dei cittadini, ma l'ennesima presa per il culo - permettetemi l'espressione - che evoca alla mia memoria le famose tre parole "resistere resistere resistere".
Resistiamo nel ricordo dei valori della Resistenza di cui il primo era che nessuno mai più poteva avere una verità e un potere assoluto.
Sullo sfondo potere ed interessi, enormi, ben più grandi della pochezza di tutta la classe politica odierna. Un'ombra, di cui forse un giorno sapremo, che si è stesa già nel novembre 2011 e chissà ancora su quanto del nostro futuro e delle nostre vite.
Come diceva Cacciari, le in-audite ossia mai udite prima parole del presidente Napolitano durante il suo giuramento e l'applauso dei parlamentari sono uno sputo non solo sulla rabbia dei cittadini, ma l'ennesima presa per il culo - permettetemi l'espressione - che evoca alla mia memoria le famose tre parole "resistere resistere resistere".
Resistiamo nel ricordo dei valori della Resistenza di cui il primo era che nessuno mai più poteva avere una verità e un potere assoluto.
Per questo il 25 aprile è vivo, vivissimo.