giovedì 25 aprile 2013

La repubblica è morta, il 25 aprile...



…anche ed io sono stufa delle sparate necrofile di Grillo. Quella di oggi sul 25 aprile – immagino già quella del 1 maggio – è quasi peggio, anzi è proprio peggio di quando quelli del centrodestra non lo celebravano. Loro non lo celebravano, ma noi almeno lo possedevamo.

Per 20anni – non bruscolini - questo Paese è stato tenuto nella paura . Paura dei comunisti in primis, dell’uomo nero, della giustizia, dell’eguaglianza.
Vuole adottare lo stessa sistema? Si rende conto della paura della povera gente quando lo sente vaticinare la bancarotta per ottobre? E se se ne rende conto perché continuare a terrorizzare quelli che si tirerebbero un colpo, ma ancora un po’ di speranza magari l’hanno? Per altro un Paese con il 37%  di disoccupazione e un suicidio un giorno sì e uno no, a me pare già in bancarotta; cinismo per cinismo manca solo di portare i libri in tribunale. E il tribunale sarà lui?

Perché, dopo aver fatto esplodere la rabbia e la voglia di rivoluzione, continuare a tenere i cittadini sull’orlo della tensione, come sta facendo? A cosa serve? Si rende conto che corre il rischio di essere sepolto dal disinteresse, - perchè tanto urla soltanto, insulta e basta - lasciando con un pugno di mosche i suoi elettori e collaboratori.

Questo Paese ha milioni di cittadini, di famiglie sofferenti di sacrifici che lui non solo ha mai provato ma neanche se le immagina – a quel vecchio friulano che lo incalzava di fare bene, sembrava rispondere come se lo considerasse un demente…sì sì certo certo.. A noi? – che se non sbraitano è solo perché sono più responsabili di lui e della classe dirigente di questo Paese. Vogliamo cambiare, non ammazzarci per strada come 70anni fa. Vogliamo la politica come equilibrio dei modi e delle necessità dei cittadini e non come potere e privilegio,  per questo sono morti migliaia di uomini e donne che prima sotto un regime avevano passato l’indicibile. Quella morte non è uno qualsiasi  di meno, ma la fine del diritto al vivere e alla felicità che è di tutti. Per questo il 25 aprile è vivo, è vivissimo oggi come non mai.

Gasparri che fa il dito medio alla piazza è l'esempio illuminante di una classe politica arrogante e veniale, attaccata solo al potere e al privilegio: mediocre cultura, mediocre intelligenza, assente statura politica, poichè è un istinto che costituisce la differenza pensare alla buonafede di quella piazza, fino a prova contraria, e anche dove ce ne fosse stata prova ma ci fosse stato anche solo un cittadino in buonafede lui quel dito medio se lo doveva tagliare.

Franceschini contestato al ristorante che stupito dice di non aver mai potuto immaginare una contestazione a causa del suo voto a Napolitano, è il seguito dello spettacolo: non ricorda o disconosce di aver dichiarato insieme al suo partito "non inciuci con il Pdl", era assente quando il suo partito ingovernabile affossava nientemeno che Prodi oppure non ricorda di nuovo. Quella sera non lo ha sfiorato il pensiero che forse era prudente starsene a casa, cielo! non come un topo, ma almeno con pudore.

I calcoli sbagliati e l'irrigidimento sul non statuto fatti da Grillo e Casaleggio fanno di questo inciucio un merito anche loro. Merito di aver escluso metà della popolazione con l’attaccamento alla Rete e con questa metà non averci parlato e spiegato. Merito di essersi guardato bene dal sporcarsi le mani come gli hanno ricordato ampiamente nella mia Regione, che ha appena votato e lo ha penalizzato. 

Nel suo tsunami tuor qui in FVG ha attaccato strenuamente la Serracchiani, ma non la destra? Perché? Perché lui sa che fra i suoi elettori o potenziali tali ci sono molti di sinistra – che il PD non ha rispettato e ne ha fatto le spese e le farà ancora, perché non si può chiamare gli elettori e volontari ad ogni frullar di primarie, referendum, campagna elettorale e quando questi cercano di comunicare, rispondergli parafrasando Sordi: noi siamo noi e voi non siete un cazzo. Ha fatto benissimo la Serracchiani ad esigere un perché.  Ed è agendo e ragionando così che ha avuto il voto degli elettori non del PD, come sono io.

A quelli che  hanno votato M5S, ma è corretto in questo caso dire Grillo, e oggi gli rimproverano questo, risponde: vi siete sbagliati a votarci. Bene dia indietro – casomai fosse realistico – il voto e vediamo quanto ha preso?

Sullo sfondo potere ed interessi, enormi, ben più grandi della pochezza di tutta la classe politica odierna. Un'ombra, di cui forse un giorno sapremo, che si è stesa già nel novembre 2011 e chissà ancora su quanto del nostro futuro e delle nostre vite.

Come diceva Cacciari, le in-audite ossia mai udite prima parole del presidente Napolitano durante il suo giuramento e l'applauso dei parlamentari sono uno sputo non solo sulla rabbia dei cittadini, ma l'ennesima presa per il culo - permettetemi l'espressione - che evoca alla mia memoria le famose tre parole "resistere resistere resistere".
Resistiamo nel ricordo dei valori della Resistenza di cui il primo era che nessuno mai più poteva avere una verità e un potere assoluto.

Per questo il 25 aprile è vivo, vivissimo.






martedì 23 aprile 2013

Il giorno dopo? Serracchiani presidente...

...ma attenzione una disaffezione al voto del 50% per cento degli aventi diritto. Una cosa mai successa nella mia regione. Attenzione perchè questa è la regione dell'onorevole Fontana, quello della legge sul divorzio. Questa regione ha ospitato Eluana Englaro nei suoi ultimi giorni.  Insomma qui è un pò un'officina.
Si capisce dunque che tanti non votanti non solo parlano ai nostri politici, ma anche al resto di quelli del Paese e dicono di un rifiuto di participare alla vita democratica del Paese che non è disinteresse, anzi erano un grande interesse e seria passione ma sono stati respinti da errori e comportamenti inaccettabili, alcuni dei quali ho riferito ieri.
Ripetiamo se servisse che domenica, e lunedì ancor meno, non c'era una ragione particolare e dirompente che potesse indurre la gente a disertare le urne: non è successo nulla di tremendo - grazie al cielo - il tempo era brutto. Assurda un'elettrice M5S che ha sostenuto: non si è quasi parlato di elezioni. E serve parlarne? I cittadini pensa non vedano i cartelli elettorali, non capiscano perchè i figli non sono andati a scuola? Quale sia il loro dovere? Lo hanno sempre saputo fino a domenica; e chiedersi perchè ora pur sapendo, hanno scelto diversamente? Per chi ha preso i suoi concittadini che in questa regione non hanno mai tenuto un comportamento simile?

Ha vinto Debora Serracchiani sul filo di lana. Probabilmente avrebbe vinto meglio di come le è successo, se a Roma il suo partito non avesse dato lo spettacolo che ha dato, durante il quale dichiarò: votiamo Rodotà e niente inciuci; il suo gruppo ha completato egregiamente il salvataggio  di sorti quasi segnate alla vigilia del voto Seguendo il suo blog si possono leggere una marea di commenti volgari e violenti diretti a lei e al suo partito. Brava davvero a galleggiare su questa melma dell'intelligenza, della civiltà e della politica e soprattutto ad emergere. Speriamo per noi tutti si riveli brava ancora di più a governare questa Regione.
Il M5S si è dimezzato. Oggi si consola, candidato in testa alla dichiarazioni, dicendo che hanno fondato il movimento in questa regione.
Questo per il movimento è il secondo tsunami, che si è rivelato un'ondina. Un leader fondatore che è venuto qui, senza ben conoscere la regione, è stato incalzato dalle accuse e dalle domande degli elettori. Un candidato locale che come accaduto la Serracchiani, ha anche scontato il comportamento del suo movimento a livello nazionale, pesantemente scontato, perchè ci si aspettava - Grillo per primo - una regione a 5 stelle. Si è stupito che un contestatore  a Trieste lo abbia chiamato signor Grillo? Non ha colto nè l'ironia e neppure ha riflettuto che siamo stati dominati dagli Asburgo  e per noi la forma è importante quanto l'efficienza e la serietà.
Tondo è in agguato. Come previsto nell'Alto Friuli e nella provincia di Udine e Pordenone si riscontra la sua migliore affermazione. La coalizione di Tondo era costituita oltre che dal Pdl e dalla lista Tondo, dalla Lega, Udc e LaDestra, tutti insieme lo hanno tenuto alto, non abbastanza comunque. Se dopo questa foto a Roma capiranno qualcosa, il Paese ha - mi permetto di dire - il problema dei problemi.
Speriamo che Debora Serracchiani  qui non faccia inciuci, che non scambino il lavorare insieme per inciuciare. Per statuto qui la sua opposizione sarà Tondo. Si dovrà fare - permettetemi l'espressione - un mazzo così.


domenica 21 aprile 2013

I due Presidenti e le elezioni in Fvg


Avevo 15anni o giù di lì quando cominciai a leggere La Repubblica e conseguentemente l’Espresso, che mio fratello più grande di me acquistava e quindi girava.per casa, ma  tranquilli  c’era anche Tex e Topolino. Non eravamo una famiglia politicizzata e meno ancora intellettuale, semplicemente mia madre donna non colta ma molto intelligente, non pensava che i soldi spesi in giornali erano soldi buttati; ci lasciava fare, chiedendo solo di contenerci un po’ perché i soldi erano pochi.
Posso dunque affermare che quello che ho imparato a ragionare di poltica e società l’ho imparato da là; e il fondatore Scalfari insieme ai gloriosi direttori dei puri dell’Espresso era un faro per me.
Poi ho smesso, non di leggere i giornali naturalmente, ma di leggerne uno solo e soprattutto di leggere solo l’informazione cartacea, come è accaduto per molti ho cominciato ad attingere dalla Rete le informazioni che mi servono per capire il mio Paese e il mio tempo.
Tuttavia stamattina l’editoriale di Scalfari è un dispiacere, come lo è stato quello sulla procura di Palermo, per altro.
Dunque Scalfari scrive, anzi chiede al prof. Rodotà come ha potuto essere il candidato del M5S?
Semplicemente perché non lo era, innanzitutto, o meglio sì lo era perché il movimento ha battuto tutti a nominarlo candidato, ma il nome del Professore girava in Rete e non solo da tempo; e soprattutto doveva essere fatto dal Pd, altro che Marini! Possiamo discutere ore sul fatto del perché il M5S abbia candidato Rodotà europeista e portatore di tutti i grandi valori da lui incarnati? Per liquefare il Pd?
Il Pd ha al suo interno cattolici e per carità di patria taciamo il resto, e dunque un’autorevolezza laica come quella di Rodotà lo avrebbe non spaccato,  bensì liquefatto come è comunque accaduto.
Il dispiacere nasce dal fatto che Scalfari descriva i giovani del Pd come giovanetti da abbindolare e il suo amico da sessantanni (sue parole) come dissennato poiché ha accettato la candidatura M5S.
Vorrei ricordare che il Presidente rieletto Napolitano –pover’uomo – è stato eletto con i voti del solo centrosinistra, ma è stato e nessuno può negarlo, il Presidente di tutti e neanche questo nessuno può negarlo; neanche il M5S.
Vorrà per caso Scalfari cancellarci dalla memoria e dalle sensazione il fatto che Rodotà per molti degli elettori Pdi, del M5S e non solo è il Presidente e quello che lui incarnava da candidato è il nostro desiderio, necessità. Vuole prenderci a schiaffi come se dovessimo rinsavire, piantarla di pensare che tutti indifferentemente dal nostro orientamento politico, se solo riteniamo un valore il diritto, la laicità e soprattutto poniamo la nostra Costituzione sopra a tutto nel regolare la nostra vita di comunità lo avremmo visto e trovato nel prof. Rodotà.
Peggio è solo quando ci ricordano che Grillo lo insultò per le sue pensioni e Rodotà nel luglio dello scorso anno definì  Grillo pericoloso.  Bè D’Alema e Marini affossarono il governo Prodi assieme a Cossiga che a differenza dei primi non ha mai negato. Grillo chiamò Napolitano prima Orfeo e poi “mio Presidente” quando gli garbava –da notare il toscanismo . Potrei andare avanti per pagine e pagine, ricordando lo Scalfari stesso quando era dalle parte dei giudici di Palermo e quando, cambiata aria, di colpo avevano fatto indagini che non avevano portato ad alcunché secondo lui.
Cambiare opinione è giusto e sano. Girare le carte come fatto da Scalfari, è un’amarezza di più in queste giornate terribili per le istituzioni, per lo spettacolo indecente del Pd che non doveva mai nascere così come è, quello si è uno schiaffo bruciante sul viso e il destino dei cittadini che hanno sperato in un cambiamento, poiché negli anni a venire occorrerà rimodellare il nostro sistema e sarà fatto grazie ad un inciucio immondo ed è immondo perché a farlo sono stati tutti coloro che hanno ridotto il Paese così com’è; e non perché è un inciucio.

Nella mia Regione oggi si vota, fra l’altro.

La Regione è anagraficamente vecchia e quindi per ragioni storiche - noi eravamo l'estremo confine italiano con i paesi del blocco -anticomunista. Tant'è che abbiamo eletto Illy che non era certo un comunista sovversivo.
Tondo ha una macchia notevole e cioè l'aver firmato il patto per la macroregione. Si sente chiedere se in futuro dopo quelli di Roma verranno a comandare gli altri di Milano. Inoltre la faccenda dei rimborsi elettorali e altri privilegi, ma anche solo dichiarazioni della casta in questi anni, sono risultati estremamente irritanti per i cittadini della Regione che è provata dalla crisi, poichè la microimpresa è il nostro tessuto produttivo. Nel manzanese c'è stata una strage di piccole aziende. 
Noi siamo la sola regione a pagarci la sanità da noi, il nostro sistema sanitario regge, ma decade piano piano e la certezza di sprechi e clientelare amministrazione ci sta facendo crescere la nausea.  Dell'assessore Kosich si parla per la sua moderna e bellissima villa sul Carso triestino, non certo per come ha amministrato la sanità. e taciamo il resto per carità della Regione. 
Quest'anno noi celebriamo, ma tutto tace non a caso, i 50anni di autonomia e l'idea di perderla, trasversalmente ci fa incazzare come bestie. Inoltre la Regione è piccola, i candidati li conosciamo di persona, ci facciamo la nostra vita di tutti i giorni  insieme e non solo in occasione delle elezioni. Il rapporto è molto stretto. I candidati sono venuti  porta a porta a suonare il campanello e presentarsi. Io chiamo ancora sindaco un rappresentante Pd, anche se non lo è più.
La Serracchiani è appoggiata dal Pd sì, ma anche da una lista civica di cittadini per lei, non per il Pd e si pensa che i voti degli elettori convergeranno lì per protesta contro il partito oppure su Sel, ma molti migreranno, come a livello nazionale, per protesta al M5S determinando come a livello nazionale un risultato stupefacente, ma lo stesso fraintendimento fra eletti ed elettori. Il M5S è visto come quelli del computer e di Grillo o quelli che spaccheranno tutto; dove lo spaccheranno- noi siamo molto pragmatici - è nel sentire una rivolta nel senso dell'onestà, dell'efficenza e della serietà  e non le lacerazioni di una rivoluzione. Per dire un movimento qui si chiama "Vonde monadis" tradotto dal friulano in basta pagliacciate.
Del M5S si ipotizza  un'affermazione eclatante dello stesso in città come Trieste e Udine, ma l'area montana - dove si registra il calo più grave di affluenza e da dove proviene Tondo, - difficilmente vedrà un'affermarsi del M5S. In ogni caso la bassa affluenza in una regione come il - giornalisti leggete e non scindete più il nome della Regione  perchè da noi la cosa è seria e non solo un'abbrevazione- Friuli Venezia Gulia è un segnale grave, poichè non è nelle nostre abitudini la disaffezione al voto. 
Potrei tradurvi nei nostri dialetti la frase dominante: sono tutti uguali, e in questa lapidaria affermazione non si salvano neppure i movimenti autonomisti. 
 Inoltre le prove di coerenza della Serracchiani, che in ogni caso è una persona perbene e capace, non sono state brillanti. Ha certamente fatto bene a puntare sull'orgoglio, indipendenza politica e autonomia della Regione - speriamo le realizzi poi - che come già detto sono un tema giustamente molto sentito e gravemente bistrattato da Tondo.
Infine, è facile concludere che una così bassa affluenza, tecnicamente non consente una giusta valutazione se non che quando essa avviene generalmente colpisce lo schieramento uscente. Si considera inoltre che la  legge Illy ideata per assicurare stabilità politica in una regione senza ballottaggio, in caso di vittoria del M5S darebbe allo stesso l'en plein totale (il rafforzativo serve ad indicarvi la pienezza) e in effetti questa sarebbe la prima regione italiana governata dallo stesso movimento.

Come per tutti i desideri della maggioranza dei miei concittadini non mi permetto giudizio alcuno, seppure non nascondo le mie perplessità.