martedì 1 gennaio 2008

Non nominare il nome di Dio invano..

...è il titolo di un commento di Eugenio Scalfari (Repubblica, 27 dicembre 2007) ad una lettera al “Foglio” che la signora Binetti ha scritto e il giornale pubblicato. – il “Foglio” è il giornale d’elezione della signora Binetti, non ne dubitiamo poiché il suo direttore si appresta a lanciare una moratoria sull’aborto che per logica porterebbe all’abolizione della legge sull’aborto in quanto superflua. Da notarsi il suscitare nell'opinione pubblica un'assoziazione ossia che pena di morte sia paragonabile ad aborto - Nella lettera la signora afferma che il madornale errore contenuto nelle norme antiomofobia è stato così madornale da far supporre l’intervento della mano divina. Non solo. Questo intervento su questa e altre indispensabili leggi per la comunità sarebbe stato suscitato dalle sue preghiere: in buona, sostanza un miracolo! Scalfari, sottolineando di essere laico e la stranezza che proprio lui lo faccia notare, ricorda citando l’ultima enciclica di papa Ratzinger –Spe Salvi - l’inammissibilità, il peccato che rappresenta per un credente pregare per avere qualcosa in cambio.

Anche il semplice parroco del mio paese, durante le lezioni di religione ai miei tempi obbligatorie, ci insegnava che non si prega per ottenere un piacere, per vincere il lotto, neanche si prega per guarire da una malattia, ma lo si fa perché si chiede la forza di vedere chiaramente in sé e il mondo, di avere la sopportazione e la speranza necessarie nel dolore. Pregare per ottenere un favore, è blasfemia.

Scalfari ricorda alla signora che nell’enciclica il Papa scrive anche come non serva pentirsene o invocare la buona ragione. Non ci sono giustificazioni.

Allora signora Binetti, onorevole di questa Repubblica e non della Santa Sede, io vorrei chiederle di pregare per me in modo che non senta questa indignazione e tristezza - per farle un esempio, tanto grande quanto la sua intolleranza per le donne come me - quando leggo cose simili alle sue affermazioni commesse da pii credenti; se avesse cinque minuti, pregasse per la signora Bhutto laica con il velo; o per tutti quegli uomini e donne che in assenza di norme antiomofobia, pagano il prezzo, spesso con la vita, di preghiere che personalmente credo anche il buon Dio non veda di buon occhio perché Egli non è un ufficio reclami a cui rivolgersi quando il mondo non è – oserei dire grazie al cielo – come lo vogliamo noi. Questa è la mia protesta di cittadina poichè il vigente governo non lo ha fatto, nonostante la plateale interferenza della Chiesa nei lavori parlamentari, in evidente violazione dei Patti Lateranensi.

Il filosofo Habermas dice che un ortodosso integralismo delle religioni e uno scientismo fanatico non servono ad alcunché, quando addirittura non portano alle tragedie alle quali da anni assistiamo. Una chiesa illuminata, qualsiasi essa sia, dovrebbe saperlo e non farsi intimorire dalle dissonanze fra fede e ragione, sapendo appunto che queste hanno da sempre arricchito la teologia.

Aggiungo al post questa riflessione che si richiama la discorso di fine anno del Presidente Napolitano. Nel corso di tutto il discorso il Presidente della Repubblica ha richiamato le sue valutazioni e le sue raccomandazioni alla nostra Costituzione ove si prevedono l'uguaglianza, la tutela della famiglia su cui si fonda la Repubblica ma anche i diritti individuali senza alcuna discriminazione che non possono essere disattesi, il ruolo della Chiesa nei confronti dello Stato Italiano e la laicità dello stesso. Il Presidente ha detto, - esprimendo quella che è per me il meglio della "napoletanità" ossia passione ed intelligenza lucida e brillante, l'attaccamento tenace ai principi e l'apertura assoluta al nuovo - "un misurato e schietto confronto fra Italia e Santa Sede" Come a dire: qua la si tira lunga, non abbiamo da fare tanti sofismi e meno ancora accordi o striscianti interferenze, abbiamo da stare tutti assieme nella misura della nostra Carta Costituzionale, diciamoci chiaro quello che c'è da dire, ciascuno abbia il suo, ne va del nostro progresso in Europa e nel mondo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il primo gennaio è anche il sessantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione l'hai celebrato benissimo mia Regina. Buon 2008 a te e alle tue amiche, vedo che siete cresciute di numero. Brave è un piacere leggervi un abbraccio Dani