Stamane parlavo con un'amica sulla sanità mentale (o presunta tale) della gente che frequenta le chat. La fauna è molto (a)variata: intellettualoide con infarinatura di psicologia bignami; artisti (bisognerebbe spiegare loro che imbiancare pareti non significa essere artisti); scrittori (in Italia, si sà, tutti scrivono libri, anche Berlusconi!); grafici (in alcune chat come se piovesse...); e via discorrendo, mai che si trovi chessò, un'operaia, una commessa, un operatore ecologico, questi lavoretti così che in Italia son così in disuso, vien da chiedersi se alla lidl siano tutti extra-comunitari! Poi ci son le persone alle prime armi e le persone molto ma molto giovani, quindi inesperti e che considerano tutti come amici/amiche non sapendo, però, che gli adulti hanno altre mire su di loro... basse mire aggiungerei...
Ma andiamo oltre, passiamo alle persone che, avendo una vita alquanto piatta ed insignificante, in chat si inventano un personaggio e pian piano affondano in quel personaggio, fino a confondere la finzione con la realtà. Diventano persone di successo, belli, famosi e quant'altro e la chat diventa come una droga, se ne vuole sempre di più, non basta mai il tempo passato in chat, dove si socializza, si cominciano e si finiscono storie. Per una persona che vive il tutto da fuori, tutto ciò può sembrare pazzesco, ma è la vita ad esserlo. È più facile accendere un pc e fare quattro chiacchiere con uno sconosciuto piuttosto che prendere, uscire, incontrare nuova gente, mettersi in gioco, farsi studiare... nono, oramai viviamo nell'era del fastfood, purtroppo anche i sentimenti son diventati una merce da fastfood e questo è veramente triste. Triste vedere dei giovani a cui persone adulte, con pochi scrupoli, rubano sogni e futuro, solo per togliersi "un prurito", persone che aggiungono una tacca alle altre tacche esistenti...
L'unica consolazione che ho, riguardo a questi personaggi, è che il tempo passa, ed il loro presunto fascino appassisce con loro, avvizzisce ed un giorno si ritroveranno a fare i conti con la solitudine e l'unica compagnia che avranno saranno loro stessi!
3 commenti:
Il tuo post riprende un discorso che già abbiamo fatto ed è una riflessione che mi piace, della quale condivido tutto. Aggiungerei che per la comunicazione attraverso la Rete - ed è disattendere questo la delusione e la pericolosità delle persone che se ne adoperano - è necessario un tacito patto: l'assoluta lealtà e fiducia. E' questa che va comunicata per prima, che bisogna avere quando ci si siede davanti ad un video; ed è merito di queste - rara in effetti - la qualità, la doti che ci ha permesso di instaurare e crescere i bei rapporti di amicizia e affettivi dei quali questo mezzo straordinario mi ha fatto omaggio inaspettato. Bell'esordio, buona serata
Ohilà Circe! Benvenuta! Quel che scrivi è stato ed è tutt'ora oggetto anche di mie riflessioni. Nel corso degli ultimi tre anni, cioè da che frequento chat, ho avuto modo di cambiare il mio approccio al virtuale, e dalla fiducia incondizionata del primo anno sono passata attraverso periodi di paranoia dura per finalmente approdare ad un approccio distaccato e selettivo. Come in tutte le situazioni nuove, occorre "prendere personalmente le misure" e insomma picchiarci la testa: non sono bastati i consigli di donne (sagge, col senno di poi)che pure mi avevano avvisato degli inevitabili abbagli. Come al solito, l'equilibrio si matura nel tempo...A tutt'oggi considero positivo il mio bilancio di conoscenze avvenute tramite chat, e considero la rete un mezzo straordinario di comunicazione. Certo, preso con le dovute precauzioni. Potremmo brevettare un preservativo virtuale, pensiamoci...
Ahahah Loggino
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