domenica 6 gennaio 2008

La Monnezza di Napoli

Se io guardo, e guardo come tutti, la monnezza di Napoli io vedo una cosa che succede solo in quella città. In nessun’altra città del mondo, occidentale, orientale. Piccola, grande, piena di delinquenti, senza delinquenti – qualora ne esistessero – non c’è altra città. Non solo, per quanto ne so negli altri stati i rifiuti valgono posti di lavoro, riciclo ed energia, tutto legalmente. Posto che è impensabile pensare e sostenere una specie di spiegazione che si riferisca ad etnia, sangue o cosa caspita ad una mente bacata possa venire in mente, il problema non può che essere politico ed amministrativo. Un problema di comune, regione, che a questo punto si dovrebbe dimettere, stato, commissari straordinari. Gli egoismi di cui parlava il presidente Napolitano nel suo discorso di fine d’anno. Io sono un’elettrice di sinistra. Il centrosinistra, leggevo ai tempi in cui i napoletani elessero i loro amministratori, si è proposto come il gruppo dirigente che avrebbe risolto, che sarebbe stato onesto, che avrebbe espresso competenza e polso fermi nelle decisioni. Mi dicono che in parte così è stato: Napoli è cambiata sotto queste giunte; evidentemente però non abbastanza. Ma qui c’è la camorra, dice lo scrittore Saviano, bisognerebbe andare a vedere il sistema dei consorzi e delle aziende; sì senza dubbio. Persone informate sui fatti mi dicono che la camorra paga i dimostranti, però in questi giorni io credo che ci sia gente vera ed onesta per strada. E’ successo qualcosa dunque: chi doveva decidere non ha deciso e rimandato sine die, qualcuno ha ricattato e posto veti, le giunte hanno traballato e perché non cadano i veti sono stati accettati, qualche elezione è sempre vicina. E’ dunque un problema di sistema, perché battaglia politica si fa dappertutto nel mondo e tutte le città hanno delinquenza: non succede una cosa del genere neanche nella corrotta Bombay, non commettono questi errori nemmeno le amministrazioni del sudamerica. E’ un problema di due sistemi che noi vediamo anche a livello nazionale: dire sempre di no piuttosto di dire un ragionato sì dopo aver ottenuto alcune garanzie che in fatto di rifiuti sono quelle della salute dei cittadini; di efficienza delle amministrazione e versatilità della burocrazia; ed è un problema di sistema dell’attribuzione e gestione del potere democratico poiché noi siamo una democrazia fino a prova contraria. Sicuramente i sindaci di tutte le altre città del mondo in cui non succede questo, nonostante tutto, sono sindaci di città in uno stato dove il governo non è eletto con il porcellum e non ci sono trenta partiti che noi italiani non sopportiamo più, i cittadini si informano e sono professionalmente informati dai giornalisti, i cittadini praticano o sono costretti da norme severe a praticare la raccolta differenziata, dove la giustizia funziona e non ci sono ministri che rimuovono giudici poiché non c’è niente da scoprire quindi facciano pure, governi che rimuovono generali senza fare errori perché caspita non si portano sogliole in giro per l’Italia a spese dei contribuenti mentre gli stessi non arrivano alla fine del mese, coscienza civile e rispetto dello stato e delle istituzioni, dove non si parla all’infinito ma si realizza e il centrosinistra ne sa qualcosa di stracciarsi le vesti in interminabili tavoli di confronto e a noi la pazienza. Noi sopportiamo, perché dopo andasse male ci aspetta di peggio, ma per riconoscere il peggio bisogna aver provato il meglio.

E intanto Napoli subisce l’ennesima offesa ed umiliazione che crea un’onda di indignazione e di indecenti incompetenze che speriamo arrivi a Bruxelles. Non avremo mica fatto questa Europa solo per pagare di meno il lavoro portando le imprese in Romania e andare al mare in Slovenia senza essere fermati dalla polizia di confine? Speriamo ci tirino le orecchie, ce le stacchino, ci venga un motto di amor patrio da dare a questa Italia una legge elettorale decente la quale fornisca governi capaci di governare dove finalmente speriamo si smetta di fare la politica del bar dello sport, del proprio orto, del ricreatorio parrocchiale e del centro sociale.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho alzato gli occhi dal mio yogurt e ho letto la bellissima poesia della tua amica che mi ha messo i brividi e poi la tua predica :). Ti sei dimenticata dei parroci che sfilano contro il termovalizzatore con la croce davanti come se dovessero cacciare il demonio, dice Bassolino stamattina sul giornale. Se succedesse da noi chiudiamo Illy nel primo barattolo del caffè che ci capita e lo buttiamo così loro dovrebbero buttare i politici e le gran teste di Napoli, dai un'occhiata ai blog, vedrai che spettacolo! La gente non praticherà il riciclo ma è inutile che io divida se tu mi bruci tutto assieme. Ora sento che ha pure chiamato Beppe Grillo capirai! Mia Regina buona giornata fammi sapere, Dani

Queen ha detto...

Eccomi qua, quasi in tempo reale. Ho sentito anch'io di Grillo. Che dire? Il populismo dovrebbe avere, ma non ha per sua stessa natura, una sua decenza.
Qualche mese fa, noi abbiamo cominciato a praticare, tardi per altro, la distinzione nel riciclo ossia abbiamo carta da giornale, rigorosamente pulita, plastica, vetro ecc. ecc. nella comunicazione del comune era specificato il valore delle ammende in caso di violazione e la possibilità della polizia municipiale non solo di multarmi, ma anche di controllare la mia monnezza se mi vede mentre la vado a buttare. Ovvio che qulcuno di notte butta cosa non dovrebbe, tuttavia procediamo bene. Tutti i bar hanno fuori un bottino per il vetro, è ovvio che si preveda un certo riempimento che se non avviene dà dell'occhio, ma qui bisogna dire siamo nel piccolo, comunque...Sono pienamente d'accordo con te sui politici e gli intellettuali. De Crescenzo ieri sera esultava: la monnezza è ricchezza, sì per la camorra. Un giornalista a la7 diceva che politici coriacemente attaccati all'illegalità ci sono a Napoli in destra e sinistra indifferentemente, sono meno visibili per questo si comprendono meno ma ci sono. Adesso arriva l'Esercito poichè questa è una guerra fra due stati, uno solo quello italiano è legittimo. Ed ha ragione la Jervolino quando sbotta coi giornalisti che stanno alzando con informazioni provocatorie e approssimative la tensione: eh basta! ne verremo fuori! Intanto lavorino giorno e notte per il termovalorizzatore e i sindacati per esempio non facciano ostacoli, ma vigilino e diano una mano. Ricordiamoci poi i nomi, la lezione, le promesse e i discorsi. Io ti ringrazierei per la visita, ma considerato un passaggio ecco un contenuto saluto sarà sufficiente :)

Anonimo ha detto...

Concordo con quanto scritto, ma vorrei fare un'altra riflessione: La camorra è un partito (si, partito) internazionale che per la sua capillarità non ha uguali, se non altre organizzazioni del genere (leggasi mafia, 'ndrangheta ecc).
Com'e' possibile che faccia scatenare un putiferio del genere se non per un tornaconto?
Un qualche equilibrio si è incrinato, qualcuno non ha rispettato i patti (leggasi nostri politici)e, come prevedibile, si aizza il popolo che diligentemente scende in piazza. Perchè noi sappiamo solo scendere in piazza.
Ora sono curiosa di vedere come va a finire. Curiosa di riuscire a leggere (forse) tra le righe di quello che ci propineranno di leggere.
Attimo
La camorra