martedì 4 dicembre 2007

Marmellata di mandarini



Ingredienti:
- una giornata che avete deciso di restarvene a casa, tanto fuori fa freddo e pur essendo di buon umore non avete voglia di vedere nessuno, senza offesa per tutti i nessuno;
- due chili e mezzo di mandarini;
- un chilo e due etti di zucchero;
- acqua q.b.


Strumenti necessari per la lavorazione:
- la nona sinfonia di Beethoven;
- un impianto stereo;
- un coltellino affilato;
- un tagliere dal quale avrete tolto ogni residuo di odore estraneo, anche con la varechina se dovesse essere necessaria;
- una pentola capace, tipo quella che usate per fare il minestrone;
- un cucchiaio di legno che non avete mai - dico mai - usato per ad esempio rimenare il soffritto;
- vasetti di vetro di varie dimensioni - importantissimo almeno uno piccolo, tipo quello dei capperi - con i rispettivi coperchi.

Tempo di esecuzione:
- quattro volte la nona sinfonia di Beethoven

La marmellata si fa in un momento di equilibrio perfetto in cui ci si sente un tutt’uno col mondo, ma ugualmente si vuole stare in disparte. Quando cioè si avverte la necessità di fare piacevolmente qualcosa che poi risulterà piacevole anche per qualcun altro. Innanzi tutto quindi bisogna avere in mente, durante tutta la lavorazione, le facce di coloro che riceveranno in dono il manufatto. Quello che conta è che l’espressione dei loro volti guidi e indirizzi i nostri gesti.
La nona sinfonia di Beethoven, e in particolare il quarto movimento, con il coro dell’Inno alla gioia, sottolinea ed esalta l’afflato che si prova.

E allora si comincia col mettere su la musica, anche perché la preparazione della frutta, diciamocelo, è una grandissima rottura.
Come si fa? Si prendono i mandarini e a uno a uno, li si pone sul tagliere e col coltello affilato li si deve pelare, ricavando delle scorzette con la sola parte arancione della buccia. Queste scorzette arancioni vanno poi tagliate a striscioline e messe nella pentola: faranno parte della marmellata. Attenzione: la parte bianca della buccia è lassativa, quindi per favore evitate di lasciarne sulle scorzette, altrimenti son dolori.
Ogni mandarino privato della buccia deve essere poi ulteriormente sbucciato "a vivo", cioè tirando via anche la pellicina che ricopre gli spicchi. Insomma, per quanto potete, tagliate via quel che c'è di bianco in un mandarino, e lasciate solo la parte arancione. Ogni mandarino, così pelato a vivo, deve essere fatto a rondelle (toglierete così anche i semi.) e anche queste finiranno in pentola.

Quando tutti mandarini saranno stati sbucciati, la nona sinfonia sarà arrivata alla Corale dell'Inno alla gioia.
Io di solito non resisto e canto insieme al coro, perché c'è molta soddisfazione a cantare una robina così. Mi parte persino l'orgoglio per l'Europa.

Freude schöner Götterfunken,
Tochter aus Elysium,
Wir betreten feuertrunken,
Himmlische dein Heiligtum!

: Deine Zauber binden wieder,
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt. :

Bene, mentre cantate dovreste avere negli occhi il sorriso di chi amate, di chi avete amato e di chi magari non amate ancora, ma insomma, ci state facendo un pensiero.
Proseguiamo: coprite con acqua quanto basta la polpa e le scorzette, quindi aggiungete un chilo e due etti di zucchero e mettete sul fuoco la pentola. All'inizio potete anche tenere il fuoco alto, perché il tutto dovrà bollire come un minestrone. Quando raggiunge l'ebollizione abbassate la fiamma e dedicatevi pure ad altre faccende. Ogni tanto darete una rimestata col cucchiaio di legno, nulla più. Godetevi il fantastico profumo che si sparge per casa, vi sembrerà di essere dentro ad un caramellificio. Dopo un'ora e mezza circa dovrebbe essere pronta, comunque prima di toglierla dal fuoco occorre fare la prova della consistenza della marmellata.

Ovvero: raccogliete un po' di marmellata su un cucchiaio e poi inclinatelo a 45°. La marmellata deve colare lentamente e parte di essa deve rimanere attaccata al cucchiaio.
Lasciate raffreddare un po', e poi invasate e chiudete i vasetti con i loro coperchi quando la marmellata è ancora calda. L'avanzo che vi resta nella pentola sarà raccolto nel vasetto piccolo dei capperi.
Dopo un po' sentirete una serie di "tac!". Sono i coperchi che si schiacciano per la pressione esterna e i vasetti vanno sotto vuoto.
Le etichette dei vasetti ve le lascio fare come meglio credete, comunque è opportuno metterle...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

GRande Loggi! Aspetto di assaggiare, nel frattempo auguri

Anonimo ha detto...

basita.
per una marmellata cosi', darei la mia di arance amare. ehehehe
attimo

loggino ha detto...

E iniziò così un fitto scambio di prodotti gastronomici, secondo la migliore tradizione femminile (oh, quanto mi sento donna oggi, il bracco è andato definitivamente a fagiani).