martedì 30 ottobre 2007

Born Homosexual

Questa è la meritoria campagna contro l'intolleranza verso l'omosessualità della Regione Toscana, dalla quale però più di qualcuno - io compresa - dissentiamo poichè ripropone, seppure con un buon fine, la teoria del "gene malato". Teoria spaventosamente conosciuta perchè coniata per la prima volta dai medici nazisti, successivamente ripresa e poi assolutamente negata da altri scienziati. Esiste il gene della sessualità e basta. La sessualità, l'omosessualità pure, è un equilibrio di componenti psicologiche, sociali e biologiche. L'omosessualità è una scelta perciò, tanto quanto essere eterosessuali. Chi cerca di impossessarsi del nostro diritto a scegliere, di etero ed omosessuali, di uomini e di donne, lo sa; e più sa che le cose stanno così, più è violento e feroce nella sua intolleranza. L'omosessualità è una scelta alla quale non è possibile rinunciare come si può rinunciare di essere bruni piuttosto che biondi, poichè il nostro orientamente sessuale, che spesso cambia nel corso della nostra vita o è percorso da pulsioni insospettabili, è determinato da ragioni profonde appunto psicologiche, sociali e biologiche. Si attende invece il giorno in cui si libererà la sessualità dalla catena religiosa della procreazione e si comincerà a pensare che l'atto sessuale è una delle più intime, delicate e complesse forme di comunicazione con l'altro che ha lo scopo di condurre gli individui alla loro vera identità e al loro profondo equilibrio. Spettacolo propedeutico a questo non è certo la libertà sessuale indecente alla quale assistiamo, ma non tanto per ragioni morali, quanto perchè anch'essa si rivela una catena di insoddisfazione; non lo è l'espressione new age: l'amore non ha sesso; l'amore ha sesso, corpo, mente, aspirazioni, fragilità e commozioni, un semplice e sacro mistero che ci rende disarmati e disarmanti davanti a chi ci ama, amiamo o potrebbe amarci.
Mario Mieli a chi gli obiettava: allora il/la omosessuale non ha trovato l'uomo/la donna giusta; rispondeva: forse lei non ha trovato l'uomo o la donna giusta.
Omosessualità o no, la specie umana si riprodurrà lo stesso, perchè riprodurci è nei nostri geni tant'è che anche gli/le omosessuali vorrebbero essere padri o madri oppure già lo sono. L'ostacolo alla riproduzione se sarà qualcosa, sarà rappresento dall'incertezza del futuro, dalla mancanza di speranza per noi e chi verrà, dall'impossibilità di scegliere la vita e l'amore piuttosto che la celebrazione continua della morte.

venerdì 26 ottobre 2007

Fave Triestine


Ingredienti:

· 250 g mandorle pelate
·
120 g farina 00
·
3 albumi
· 240 g di zucchero
· 50 cl di rosolio bianco
· 50 cl di alchermes
· 2 cucchiai di acqua di rose
· 3 cucchiai colmi di cacao in polvere
· 1 bustina di vanillina

Preparazione:

Spargete le mandorle su una placca e fatele tostare in forno caldo a 180°. Fate attenzione a non colorirle troppo, si devono solo asciugare. Toglietele dal forno, fatele raffreddare bene e tritatele il più finemente possibile.
Montate a neve i tre albumi, aggiungete a cucchiaiate la farina, lo zucchero e le mandorle tritate cercando di non smontare troppo la neve. Dividete in tre parti la massa ed aggiungete alla prima i tre cucchiai di cacao e un pizzico di vaniglia, alla seconda la vaniglia restante ed il rosolio e alla terza l'acqua di rose e l'alchermes.
Fate delle palline della grandezza di una ciliegia e mettetele su una placca coperta di carta forno. Riscaldate il forno a non più di 100° e fatele rassodare. Ritiratele quando saranno asciutte.

Questo è un tipico dolce delle mie parti in occasione della commemorazione dei defunti (tocchiamo ferro) ed io non ne sono golosa...di più! Sono come le ciliegie ossia una tira l'altra, siccome ho voglia di coccole - sono influenzata e altre tragedie che non interessano a nessuno - stasera, alla faccia della dieta, con amici me le mangio. Sono un bel dolce, perchè forniscono quella soddisfazione del palato senza impegnarvi chini su un piatto; si può benissimo continuare a parlare e con non chalance pescarle dal sacchetto. Un sorso di tè o tisana, di vino o di liquore e potete proseguire nella vostra conversazione, ridere senza sputacchiare briciole in ogni dove. Come vedete sono colorate e queste le rende allegre sulle tavola. Io preferisco quelle nere e quelle rosse ossia quelle di cioccolato e quelle di alchemers che ne determina il colore, ma è vero anche che ho un debole per il nero e il rosso è il colore della passione posata su una nera, equilibrata e saggia razionalità: la perfezione...che non è di questo mondo. Pazienza. Comunque sia, un sacchetto di fave - che sono sia di produzione artigianale e sia di produzione industriale, ma non c'è paragone con le prime - è una metafora della vita: il nero della sfiga, del lutto, della necessità di scelta e serietà, il rosso della passione dell'innamoramento, della gioia di un sogno realizzato, di una meta raggiunta attraverso il nero della costanza e il bianco del sacro, del virginale e della purezza che anche il più immorale ha - il difficile è riconoscerla. Ci sono anche le fave verdi come la speranza senza la quale non potremmo vivere. A me ora nella mia vita ne serve molta per tutto e dunque va da sè che stasera devo mangiare favette verdi onde sortire un effetto scaramantico, sono perciò scusata nella mia golosa debolezza per un dolce che quand'ero bambina si comperava solo in questi giorni e un solo sacchetto perchè i soldi erano pochi e le favette costavano molto.


lunedì 22 ottobre 2007

SENZA TESTA


(SIVIGLIA, MARZO 2007)

domenica 21 ottobre 2007

Strategie




Sto viaggiando in autostrada con mio padre, lo sto riportando in città dopo l'estate trascorsa in montagna, sempre nello stesso posto da ventisette anni a questa parte. Strategicamente viaggio a velocità tranquilla e costante, metto della musica che a lui piace, i chilometri così passano via senza alterare il suo umore.

Sembra l'accorgimento di una figlia attenta, sensibile, piena d'amore nei suoi confronti. Attenta lo sono, razionale e sensibile pure, ma l'amore filiale credo sia altro da quello che provo per lui: voglio soltanto che se ne stia buono per le due ore di viaggio, qui al mio fianco, ben assicurato al sedile.

Sonnecchia, ed è una fortuna, perché altrimenti mi dovrei inventare un argomento di conversazione, e proprio non ne ho voglia. Il mio silenzio è una strategia di fuga da una situazione che mal sopporto, è un'anestesia temporanea per non accusare dolore.
Mio padre soffre di demenza, che sia Alzheimer o altra forma di degenerazione non ha importanza.
Fatto sta che la memoria a breve se l'è giocata, tende a scappare di casa, non ha più il senso dell'orientamento, nè quello del tempo. Fa cose insensate, e diventa aggressivo se non lo si asseconda nelle sue intenzioni. Si esprime con il suo linguaggio che deve essere interpretato perché usa i termini in modo inappropriato, le sue parole si sono scambiate il significato.
Io mi sforzo di capire quel che davvero vuole dire, la sua mappa dei significati è scombinata ma i pezzi del puzzle ci sono tutti, basta trovare il modo di ricomporli.


Si è svegliato, guarda la campagna che sfila via fuori dal finestrino.
"E' la prima volta che faccio questa strada"- dice sorridendo, e poi si riappisola.


In ventisette anni questa autostrada l'avrà fatta almeno un centinaio di volte. Ma questo è il suo nuovo modo di dire che una cosa gli piace: "è la prima volta che mangio questo prosciutto" "è la prima volta che vedo questo film".

Già, "è la prima volta che..." al posto di "che bello questo...".

Lui, come la maggior parte delle persone, ha passato la vita a costruirsi certezze, che si sono trasformate in abitudini, in tempi scanditi da attività che si ripetono quotidianamente.
Invecchiare comporta anche non avere tante speranze di novità, non investire su un cambiamento, perché si avverte che il tempo a disposizione si assottiglia, le forze fisiche vengono meno.
Essere sicuri oggi che anche domani si leggerà il giornale, si farà la passeggiata, si guarderà la tele ad una determinata ora ci fa stare tranquilli, comunque confidenti nella vita.
E questo adeguarsi alle regole ce lo insegnano fin da piccoli: è proprio del processo di crescita di un bambino saper modulare le necessità fisiologiche in accordo con i ritmi del mondo che l'accoglie.
Impariamo a dormire di notte, e non di giorno, a fare colazione al mattino, a pranzare e cenare a orari fissi e non quando ci pare.
S'impara ad adeguarsi ai ritmi del contesto in cui siamo nati, e tutto si ripete, giorno dopo giorno. E così ci perdiamo la sorpresa, l'emozione della "prima volta che..."


Si è risvegliato. "E' la prima volta che faccio questa strada" ripete.


La demenza brucia la memoria a breve, e così ogni accadimento è percepito dal paziente come novità, anche se lo ha già vissuto appena cinque minuti prima.
Scardina il senso del tempo e dello spazio, e così chi ne soffre fa colazione nel cuore della notte, vuol fare la passeggiata al parco alle cinque del mattino, esce di casa in pigiama e ciabatte e si perde nel labirinto delle vie della città.
Io mi chiedo se la demenza non sia l'estrema strategia del nostro corpo per rivivere ogni giorno il piacere della sorpresa, affinchè anche un vissuto quotidiano ripetitivo e noioso sia costellato, alla faccia della vecchiaia, di "prime volte che..."

venerdì 19 ottobre 2007

Blog e bloggers

metamorphosis.blog.lastampa.it/metamorphosis/


Il 12 ottobre il Consiglio dei Ministri, che non trova modo di approvare altre leggi prioritarie, ha trovato il modo per aprrovare un ddl il quale prevede l'iscrizione al Roc - registro apposito - anche dei bloggers. Le leggi che puniscono la diffamazione attraverso web esistono già, perciò non si vede nè la necessità nè l'utilità di questa iscrizione se non quella di indire altre imposte e burocrazia allo scopo di mettere un bavaglio al mondo dei blog - da quello scomodissimo per la Casta di Beppe Grillo a quello del tutto inoffensivo della sedicenne che racconta nel suo diario online i suoi sogni e le sue delusioni.
Che dire? Complimenti signori, a questa Italia, così come sta, serviva proprio questo.

Abbiamo messo il banner cliccando il quale potete firmare la petizione contro questo ddl nella sua applicazione prevista per i blog e i bloggers.

lunedì 15 ottobre 2007

BLOG ACTION DAY


Ci è chiesto di celebrare questo giorno internazionale dei bloggers sull'Ambiente con un articolo, un'invenzione o altro che abbia collegamento con lo spirito del blog stesso e i suoi lettori. Noi onestamente non abbiamo la più pallida idea di chi siano i nostri pochi lettori; ma io ho scorso le pagine e riletto i temi dei nostri post, notando che abbiamo scritto di politica, di religione, di arte nell'espressione della poesia, del cinema, dei libri, di cucina, di memoria dei momenti della storia del genere umano, di comunicazione. Tutti questi temi sono stati affrontati senza presunzione, ricercando un equilibrio, evitando sterili polemiche e deleteri scontri di opinione, hanno un legame con l'Ambiente.

In questo momento nel nostro Paese, soffia più forte lo stesso vento dal quale è investita tutta l'Europa, ossia quello dell'Antipolitica, Correnti di questo vento sono anche i problemi ambientali che le classi dirigenti non possono più ignorare, perchè il tema dell'Ambiente che nell'immaginario delle genti 20anni fa erano 4 imbelli curvi sulla spiaggia a raccogliere bottiglie di plastica abbandonate da incivili, ci sta presentando il conto in termini di sopravvivenza, di benessere, di salute, di costi e di equilibri di popolazione, di equità sociale, di pace, poiché parlare di politica ed ambiente è parlare di tutto questo ossia di economia e di leggi, di progetti e di religioni, di etnie, razze e culture diverse da quella locale che si spostano e si scontrano in un mondo nel quale diventa indispensabile la politica e il rinnovamento delle classi dirigenti giacchè si spera apportino apertura e lungimiranza, immaginazione ed energia, che inevitabilmente va perduta per tutti noi nel corso della nostra vita.Tutto questo è veicolato dall'Arte e dalla Comunicazione che in rete non è mai stabilire ed individuare una verità, ma cercarla in mezzo ad una quantità di dati, di esperienze e di opinioni inimmaginabile anni fa nella sua madornale grandezza. Questo ci educa a discernere, a riflettere, alla critica e alla scelta. Capacità prettamente umane che trovano la loro più alta espressione nella filosofia e nella religione, nella spiritualità come percorso interiore che ci induce ad eleggere, in seguito alle nostre esperienze, una scala di valori etici nella quale ci sta perfettamente il rispetto dell'Ambiente come rispetto dell'essere umano e della vita in toto.

E' compito della celebrazione della memoria ricordare nel nostro Paese, per esempio, le tragedie di Seveso e dell Vajont, l'inquinamento del polo chimico di Marghera, che dovevano portare benessere, innovazione, lavoro e invece hanno portato morte degli esseri umani e dell'ambiente nei quali sono avvenuti. Ricordiamo Bhopal, Chernobyl, le petroliere che anneriscono i mari con le loro fuoriuscite di combustile, il petrolio incendiato da Saddam che ha incollato le ali e la gola agli uccelli, ai soldati, alle persone. Le stragi di animali per sport, per bisogno o per ignoranza.

E' compito dei governi tutelare l'ambiente togliendo dal bisogno le genti. E' compito della religione insegnare a considerare sacra la Terra e i suoi abitanti appartenenti ad ogni specie, poiché creazione di qualsivoglia dio. E' possibilità irripetibile attraverso la Rete diffondere abusi, conoscenze e soluzioni senza tacere per calcolo o fine; questa è la libertà di comunicazione.. Possiamo farlo in cucina separando i materiali per riciclo, acquistando quello che è frutto della stagione, non geneticamente modificato, ottenuto nel rispetto della legalità e dei lavoratori. Proponendo questo so che nel contempo mi devo misurare con il pensionato al minimo che non può comperare prodotti ecocompatibili perchè costano, lo stesso ostacolo ha una famiglia dove uno o più persone siano disoccupate e così procedendo fino all'immigrato proveniente da un paese dove mai ha sentito parlare di ecologia; quindi si torna nuovamente alla politica, al legislatore, all'economista, al giornalista in un filo logico che lega tutto quanto.

Qualche parola va spesa sull'altra faccia della medaglia ossia sul business che può diventare lo smaltimento dei rifiuti – business che interessa pure la criminilità organizzata – sulla convenienza criminale di alcune multinazionali a non adeguare le loro fabbriche alla norme di sicurezza per i lavoratori e per l'ambiente nel quale sono collocate, sul fatto che il motore all'idrogeno esiste da un pezzo ma le industrie produttrici di automobili hanno un parco macchine da vendere enorme e rifare le catene di montaggio costa ed impedisce loro guadagno fintanto che la rinconversione sia ammortizzata dal ricavo, la stessa cosa dicesi per la fissione nucleare per la quale non si investe mai abbastanza fondi di ricerca, ma si preferisce la fusione che ha scorie attive per millenni da sotterrare il più lontano possibile dall'Occidente industrializzato e civile, fomentando in chi se le ritrova in casa giusta rabbia e odio.

Non a caso, quest'anno, il nobel per la pace è andato oltre che ad Al Gore, allo IPCC di cui fanno parte anche gli studiosi del clima del Centro di Fisica “Abdus Salam” di Trieste. Le variazioni del clima indurranno spostamenti di genti e questo porrà, attraverso la necessità di integrazione, la politica, l'economia, la democrazia, la religione, il pensiero etico, tutti noi davanti alla ricerca di equilibri che ci consentano di vivere e, all'inevitabile fine delle nostre esistenze, di consegnare ai nostri figli un mondo migliore nel quale potranno realizzare la loro esperienza di vita nella giustizia, nel rispetto, nella libertà, nell'equo benessere e nella pace.

Buon Action Day per l'Ambiente a tutti!

martedì 9 ottobre 2007

Ma che succede?

www.corriere.it/cronache/07_ottobre_09/burqua_prefetto_veneto_bindi.shtml


Ieri un'amica mi ha chiesto: porteresti il velo se fossi di religione islamica? Sì, ho risposto, lo farei per carattere, so che da nessuna parte nel Corano è ordinato di portarlo - si parla di un mantello - ma lo farei. E' una scelta della donna che è strettamente collegata ad un senso di rispetto e amore per il Sacro, per il Superiore oltre alla visione di sè che una donna può avere: identifica la donna credente a cui non deve essere recata offesa; ma ho aggiunto, non lo farei mai se fosse un obbligo, se mi fosse addirittura ordinato di portare il burqa che è terribilmente legato alla Sharia e ai talebani afgani che lo rispolverarono e obbligarono le donne ad indossarlo. E' una violenza, un abuso, una sottomissione della quale non si vede collegamento con lo hijab che non serve a proteggere, a celare all'indiscrezione, a identificare una fede e la fede di una persona in essa, ma solo a separare la donna dalla società, recandole danno ed offesa.
La prima volta che in Europa si pose il problema del burqa, fu in Olanda nelle scuole e proprio questo isolamento fu la ragione del rifiuto poichè si disse che l'insegnamento era comunicazione non solo verbale. Inoltre, nei suoi due modi, è un abito tradizionale rifiutato da molti paesi islamici.
Per quanto rifiuti il burqa, non sono donna che andrebbe in giro per il mondo a toglierlo; ma per quanto veda che cosa è fatto nel nostro Occidente della dignità della donna, non sono donna che lo farebbe indossare allo scopo di riacquistarla.
Rosy Bindi, come potete leggere, sostiene che se vogliamo i crocifissi dobbiamo consentire il burqa come espressione di una religione. Peccato che non abbia qui la faccina esterefatta - tipica del linguaggio internettiano - perchè ne riempirei la pagina. E' pazzesco che si debba barattare la propria religione? Cosa gli è preso ai nostri governi? Si baratta quando non si ha più argomenti, ma bisogni. Si barattava lo zucchero per due sigarette, in tempo di guerra, perchè si aveva fame e si doveva sopravvivere.
Indossare nel nostro Paese il burqa è una violazione della legge di questo Stato, della sua cultura e rispetto della donna popolarmente condivisa - per quanto lacunosa e deformata. E' una, come dire, stupida precisazione dire: purchè si faccia perquisire. Chi sceglie di indossarlo, nega assolutamente qualsiasi perquisizione che non sia fatta da un familiare; è implicito nell'assunzione dello stesso abito come comunicazione di una scelta culturale. E' chiaro dunque che per la nostra legge è inamissibile così come lo è per il nostro, ma non solo nostro, modo di vivere.
Non credo per altro che sia una manifestazione di orgoglio legittimo e giusto per la propria religione e cultura, ma penso sia un atto arrogante, provocatorio che non contiene alcuna intenzione di dire: questa è la mia religione, cerco di vivere in reciproco giusto equilibrio con la tua cultura e la tua visione del Sacro, ma sottointenda: questa è la mia più giusta religione, diventando così inaccettabile come è stato inaccettabile lo stesso atteggiamento da parte dei cristiani nei secoli.
Non si apre così uno spiraglio più sereno alla mediazione fra religioni e culture, ma si lacera un prezioso patrimonio di pensieri e tradizione, di leggi e di equilibri che spetterebbe ai nostri governi custodire.
Per fortuna in Italia, sono ancora piuttosto rari i casi in cui le donne islamiche indossano il burqa o chiedono di indossarlo liberamente - cosa che mette in imbarazzo buona parte della stessa comunità che guarda ai nostri baratti da mercato nero della politica con tristezza e perplessità, perchè molte donne e uomini islamici sono qui proprio per scappare da cose simili al burqa e alla Sharia, pur rimanendo fedeli e orgogliosi credenti di religione islamica che annoverano fra i loro profeti minori il Gesù Cristo della religione cristiana.



sabato 6 ottobre 2007

Campagna Free Burma

A sinistra vedete un banner con il quale anche voi, come noi e questo blog, potete aderire alla Campagna Free Burma. Aderite voi, il vostro sito o blog. Potete usare il vostro nickname come il vostro nome che verrà pubblicato insieme al nome del sito o blog.
Attraverso Internet che non si riesce mai a censurare del tutto, ci arrivano immagini e notizie terrificanti dalla Birmania, noi facciamo giungere il messaggio che il Mondo guarda. Facciamolo giungere al regime dittariorale e assassino che massacra i monaci buddhisti e i dissidenti, - nessuno governo al mondo ha mai avuto una tale percentuale di popolazione contro come succede a quello militare birmano - a chi lo appoggia e sorregge. E' tutto quanto possiamo fare, ma che sia poco non vuol dire sia nulla e neppure inutile.Vi preghiamo di farlo, vi ringraziamo a nome del Mondo e della Libertà per averlo fatto.

lunedì 1 ottobre 2007

Comunicare è tutto

La domanda è: la Rete così come è oggi comunica qualcosa?

Il pc, portatile oppure da scrivania, precisamente nella figura della Rete, è il focolare del 21esimo secolo come tempo addietro lo è stata la televisione. In Italia il fenomeno è meno riscontrato perchè connessione veloce e pc non sono diffusi e usati al livello degli altri stati europei, degli Stati Uniti, ma si riscontra sempre più spesso un comportamento: amici riunitisi per una cena, la concludono chiedendosi cosa dice Wikipedia di un termine, di un fatto, di un personaggio storico oppure d'attualità. Molti tornano a casaneanche dentro dalla porta accendono il pc per controllare la posta, vedere cosa si dice in quel forum, controllare chi ha commentato il blog, scorrere velocemente le ultim'ora pensate proprio per questo. Famiglie si trovano intorno alla scrivania, il mouse lo tiene papà ome teneva il telecomando, per vedere, per leggere, per navigare semplicemente.
Ma la comunicazione attraverso la Rete non solo è libera in tutti i sensi, pure quello deleterio e si naviga pazientemente in un mare di sciocchezze e di follie che esasperano, se si cerca un informazione utile, bensì costringe inevitabilmente a comunicare in un certo modo. Breve, perciò incompleto nei migliori dei casi quando non proprio lacunoso; conciso, quindi privo di qualsiasi commento e rimando ad altri punti di vista; lessicalmente spettacolare al punto da essersi inventata un suo lessico e una sua ortografia poichè devi considerare chi leggerà; più che semplificare si rischia di banalizzare, dunque tutto si appiattisce.
D'altra parte, un video non è un libro letto e aperto quando vuoi, non è un giornale da leggere al bagno. Nessuno se ne sta ore a leggere tutte le pagine di un singolo sito, la maggior parte si trattiene sulle sintesi delle home page, infatti i siti delle agenzie stampa informative o controinformative sono quelli più frequentati. Tuttavia la notizia d'agenzia è utile e va bene per una veloce conoscenza di cosa è accaduto, ma tutte le notizie importanti necessitano di un approfondimento poichè senza di esso sono comunicati. La guerra in questo modo è un videogame, i monaci della Birmania tizi travestiti di rosso, il buco dell'ozono esito di una trivella fantasma che sforacchia l'atmosfera; di converso, pensiamo che la controinformazione ci dica la verità a noi poveretti diversamente tenuti ignoranti e all'oscuro di tutto.
A me è successo con il Vaffanculo Day: ho letto il blog di Grillo, condiviso pienamente le critiche a questa politica e questi politici. Ho ascoltato il suo intervento di Bologna e mi è parso di assistere ad uno dei suoi migliori spettacoli per i quali qui da me l'attore ha chiesto per altro 45 euro a biglietto (sorvoliamo).
In un tempo in cui delle immagini si può fare di tutto, si sperava che le parole fossero l'ancora di salvezza, ma la Rete pone un dubbio fondato ed inquietante. Cosa rimane: la saggezza di integrare la Rete con libri e giornali, se solo avessero gli italiani il buon senso di cercare di più e gli editori di non pensare sempre a quante copie, avessero un pò più di coraggio, se non farcissero settimanali e quotidiani di pubblicità, facendoci pagare gli uni e gli altri una fortuna rispetto a quanto riceviamo in cambio.
Diceva T. Moro: non ti fidare dell'uomo di un libro solo. A questo punto, non ti fidare di un sito solo, ma soprattutto non berti qualsiasi cosa come fosse la Verità che non è mai unica, che si sintetizza in una parola solo dopo miliardi di parole.