"L'ultimo inquisitore" è un bellissimo, un perfetto cinematograficamente parlando, film sul potere, sull'essere umano, sulle ideologie e sulla non religione, ma potere secolare della religione.
Ai tempi dell'Inquisizione Spagnola e del re francese Carlo IV una ragazza, giovane, bella, piena di allegria, di voglia di vivere e di speranze e fiducie come solo si può essere nella giovinezza viene convocata dall'Inquisizione e accusata di giudaismo perchè non mangia maiale. Sottoposta alla prova incontrovertibile della corda, confessa sì di praticare i riti del giudaismo suoi e dei suoi avi. La storia prosegue in modo sorprendente. Quindicianni dopo, in Francia c'è già stata la Rivoluzione Francese. Voltaire e Roussau scrivevano già da tempo e diffondevano le loro moderne idee. Napoleone invade la Spagna per liberarla dal giogo della Chiesa e dalla monarchia che di essa era ostaggio. La ragazza viene liberata dal carcere inquisitore, ma subisce altre violenze dall'esponente di un regime che si ispirava alla Carta dei Diritti, dell'Uomo. Arrivano ora gli Inglesi ad invadere la Spagna e riprestinare il potere della Chiesa oltre che della Corona.
Racconta l'essenza di tutto il film la scena in cui il popolo, dopo essere stato urlante e plaudente verso gli Inglesi, durante l'esecuzione pubblica dell'esponente del passato regime, rimane sulla piazza vuota e balla e canta stavolta persuasa e ciecamente schierata a favore dei nuovi invasori come lo furono ai tempi dei francesi. La ragazza è ormai del tutto impazzita da quanto ha subito, ha in braccio un figlio non suo ma che lei crede tale e accompagna il carretto, prendendo la mano al morto, sul quale è stato gettato il cadevere dell'esponente giustiziato, baciandogliela mentre scorrono per un vicolo di pietra deserto. Il pittore Goya, che sarà uno dei protagonisti di questo film, la chiama ma lei non lascia la mano del cadavere di quello che crede il padre del figlio non suo.
Goya, che non ha difeso la ragazza ai tempi dell'Inquisizione, ha cercato fino a qui di riscattare la sua ignavia e accusa il potente esponente giunto coi francesi di essere una "puttana" della fede e delle ideologie, ma questi gli dice che la "puttana" in realtà è lui: è lui che dipinge per il re, che ha dipinto per la Chiesa ed ora dipingerà per il nuovo potere. Dipingerà forse l'angelo sulla volta della cappella di un convento che ha il viso della ragazza e ogni giorno e notte e momento il pittore si vede davanti agli occhi come ricordo di una purezza ed una innocenza perduta e ricercata che la scusa di essere un pittore - ma potrebbe essere un intellettuale, uno scrittore, un qualsiasi altro artista - non gli fornisce al di là di tutto: come una sgualdrina è pronto ad offire la sua Arte a chiunque paghi, le sue mani sono sporche di sangue come quelle di chiunque.
1 commento:
grazie della segnalazione Queen.. Provvederò a vederlo..sembra interessante.. un saluto..a presto
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