mercoledì 28 febbraio 2007

Fiocchi



Forse non è tutto indistinto qui.
Oddio "qui" è una parola grossa.
Come si fa a dire "qui" se sono in movimento continuo?
Eh si fluttua sì, si fluttua.
Traiettorie non rettilinee, anzi, tutto un vagare, ci muoviamo tutti così, apparentemente senza una meta o direzione fissata.
In effetti non è vero. C'è comunque una forza dominante: quella di gravità che tira verso il basso.
Ma verso il basso dove? Quale sarà il punto di contatto con la grande massa della terra? E dopo questo contatto che sarà di me? Mi han detto che il destino è sciogliersi, non riesco ad immaginare che effetto sarà sciogliersi.
Ora vedo solo tanti altri come me attorno a me. Ogni tanto alcuni si perdono di vista ma poi tornano e si manifestano di nuovo.
Parliamo del più e del meno, in questo vagare.
A volte anche del per e del diviso, ma solo con alcuni. Capita quando ci ingrossiamo, e percepiamo una sovrapposizione di strati che moltiplicano la nostra massa.
Ma basta un nulla per dividerci di nuovo. E' come se esistesse una massa critica oltre la quale non si possa esistere come singolo fiocco. Una suddivisione s'impone, per ridurre l'attrito con l'aria.
L'attrito scalda, e forse se fossimo troppo grossi ci scioglieremmo prima del tempo.
Quale tempo?
Il tempo dell'atterraggio, anzi, visto che non mi sembra di essere il primo (ci sono molti altri sotto di me) dell'annevaggio.
Finirò col depositarmi su altri che hanno terminato il loro vagare.
Come mi accoglieranno? Saranno curiosi di sapere come è andato il viaggio o saranno di quelli chiusi, spigolosi, che non scambiano parola con nessuno? Buongiorno e buonasera e basta?
Mi piacerebbe finire nelle mani di ragazzini. Ho saputo che alcuni di noi sono fonte di lazzi e giochi.
Oppure finire su un bel ghiacciaio: l'eternità assicurata.
E se il mio punto di contatto fosse invece una città? Lì mi dicono che ci sono un sacco di granelli nemici (sale, m'han detto, l'opposto appunto di scende: due nature contrastanti). che ti sciolgono in men che non si dica e manco te ne accorgi.
Ma perchè m'impegno ad immaginare quale sarà la fine di questo vagare? In fondo ora è solo il tempo di scendere.
Scendere leggermente sì.

giovedì 22 febbraio 2007

TILT-TILT-TILT-TILT-TILT-TILT-TILT-TILT

CRS DI GVRN- GOV. SENZA >ANZA IN POLITICA ESTERA-INSIEME PER LA PAURA CHE TORNI B. (?)-CRISI DI GOV.-CRISI DI GOV.-POLITICI CHE MENTRE DISCUTONO DIVENTANO TUTTI ROSSI -ROSSI- ROSSI-ROSSI-ROSSI- (STOP) COME FUOCO-VERDI-VERDI-VERDI- (STOP)- ARRABBIATI-BIANCHI-BIANCHI-BIANCHI-(STOP)-PALLIDISSIMISSIMISSIMI(?)-SONO I COLORI-IL GOV. SI E' DIMESSO-SONO I COLORI DELLA BANDIERA DELL'IT(COUNTRY)ALIA-MERCOLEDI' DELLE CENERI-RISPETTARE PROGR.-NON RISPETTARE PROGR- (?)- TORNARE ALLE ELEZ.(?)-E GLI ITALIANI?-ANCHE ALCUNI IT.IT.IT.IT.IT-ALIAN-I ROSSI -ROSSI-ROSSI -(STOP)-VERDI-VERDI-VERDI-(STOP)- BIANCHI-BIANCHI-BIANCHI-(STOP)-PROBL.POLITICO SERIO-NAPOLITA'-AIUTA ST'ITALIA'(NI)-DISBRIGO AFFARI CORRENTI-MA PRODE/I PERO' CHE TE RIDI TUTTO IL TEMPO DAVANTI ALLE TELECAM.(?)-PERCHE'-PERCHE'-PERCHE' (?)-AMPLIAM.BASE USA DI VICENZA-COME-COME-COME-C.C.-COME SI FA AD ANDARE AV.TORNANDO IND.(?)-TUTTO SUCCEDE-TUTTO SUCCEDE-TUTTO PUO' CAPITARE-AVVENIRE-SUCCEDERE-(STOP)-SINONIMI(?)-RITORNO ALLE UR-NE (?)-PERDITA CREDIBILITA' INTERNAZ.(?)-CRISI DI GOV. CRISI DI GOV. CRISI DI GOV.-DISSIDENTI O....? K.O.? K.O.(?)O.K.(?) O.K.(?)-MAY DAY-PREMIER NON PREMIER E' QUESTO IL PROBL. (?) CAVOLI DICO CI SPERAVO IN FONDO- BROCCOLI-CARCIOFINI-MA QUANTI STUPIDINI (?) CAVOLI E BROCCOLETTI-TU DA CHE PARTE TI METTI (?)1-2-3-158 !!-LA MATEMATICA NON E' UN OPINIONE (?)-( ????)E E E E E E- O SI LO E'-LO E'-LO E'- LO E'- (AL SENATO)- (?)- CRISI DI GOV. CRISI DI GOV.-CRS-DI-GVRN-PENSIONI-LO SCRIVO NEL BLOG O NO- VADO IN PENSIONE ANCH'IO (?)ULIX- IO STANOTTE-NO DISCORSO COMPIUTO-QUEEN-LOGGINO-I.BARTLE-AIUTO!CRISI DI GOV. CRS D GVRN.- DIFFICILE AFFRONTARE VIRGOLA PER VIRGOLA I BISOGNI DEI CITTADINI- PUNTO PER PUNTO-PUNTINI-PUNTINI(......)

mercoledì 7 febbraio 2007

Aldonza la porcara


E’ in scena al Teatro Grassi di Milano "Don Chisciotte – frammenti di un discorso teatrale" con la regia di Maurizio Scaparro, musiche di Eugenio Bennato, i pupi (sì sì, i pupi siciliani) dei Figli d’Arte Cuticchio.

"Oggi più di ieri, proviamo a ricordare come la figura di Don Chisciotte rappresenti la solitudine crescente del diverso, del "pazzo", del sognatore, dello scienziato, del poeta e di chiunque tenti di sfuggire all’omologazione del pensiero e dei sentimenti" (Scaparro).

Quest'anno ho fatto l’abbonamento per sei rappresentazioni a teatro, fra le tante scelte potevo perdermelo?

Inseguo e perseguo un sogno da una vita.
Mi ostino a cercare la bellezza dell’amore cosmico onesto puro incondizionato.
Cado rapita dalla follia ingenua dell’incanto promesso e mai mantenuto.
Dopo adeguato periodo di elaborazione e macerazione finisco sempre a ridere dei tanti abbagli presi.
Abbaio dolore e scodinzolo allegria.
Potevo perdermelo?
No.
Don Chisciotte è il sogno impossibile che attraversa il mondo, i suoi ostacoli.
Un desiderio che più viene negato e più diventa forte, e si conferma e si alimenta di se stesso in ogni delusione.
Don Chisciotte è anche l'imitazione ossessiva e anacronistica di un modello: la cavalleria.
Ma si tratta di un'imitazione che rovescia, in ogni gesto, il senso del modello: così la perfezione cercata ma mai raggiunta si sfascia, l’ideale pur perseguìto si frantuma, il sogno sognato è vinto dalla realtà.
Eppure questa sconfitta del sogno mostra tutta la piattezza del reale.
Esalta il potere dell'immaginazione. La follia è la sola saggezza in un universo dove la saggezza è ripetizione delle abitudini, cancellazione dell'altro, diffidenza verso l'impossibile.
La cieca e forsennata inconcludenza è la risorsa che, alla faccia di tutti i ragionieri dell’amore, mette a nudo la miseria della realtà.
Ah Dulcinea del Toboso, lo so che sei in realtà Aldonza la porcara, ma mi piace troppo sognare, e volerò ancora alto, perché i bracchi (fedelissimi) volano.

lunedì 5 febbraio 2007

Catania. Italia 2007


Questo bimbo, il cui viso in ottemperanza alla legge è stato sfumato poichè trattasi appunto di un minorenne, è il figlio dell'ispettore Raciti assassinato negli scontri di Catania presso lo stadio fra ultras e polizia. Suo padre è morto perchè era là per fare servizio attivo in cambio di 20 euro di straordinari. Era il primo del corteo funebre che stamattina ha accompagnato la salma di suo padre nel duomo di Catania, vestito da poliziotto, con il cappello del padre in mano.
Ho acceso il televisore e sentito questo:
- un quotidiano stamattina ha titolato in prima pagina a caratteri cubitali"Mafia e calcio" Cosa dire? Ritirare tutte le copie e il tesserino di giornalista agli autori, è il minimo, perchè in un Italia già divisa, già a pezzi non si può per vendere 100 copie cavalcare così una digrazia simile;
- al tg2 la voce di un giornalista ha letto un predicozzo insulso nel quale veniva richiamato P. Baudo per il rimprovero al Papa che ieri non ha rivolto parole per il poliziotto ucciso a Catania, sottolineando la distanza della Chiesa dalla società italiana nella quale invece non smette la sua ingerenza per altri temi;
- il calcio è morto, se ne sono accorti! Ma pur morto deve continuare...non foss'altro per i milioni di euro che ci girano attorno! Che poi poliziotti, tifosi, spettatori ci possano rimettere la pelle sono solo effetti collaterali, però si sa che pagano tante tessere e abbonamenti, reggono il tono del tifo per quanto insano;
- fra i minorenni arrestati nei giorni seguenti c'è il figlio di un poliziotto, quelli di due medici della Catania bene, ragazzini già pregiudicati.
Le società sportive sanno chi sono gli ultras, quale vie li legano ad altri ambienti. Sono decenni che si parla della sicurezza negli stadi, esistono delle leggi apposite ma come troppo spesso da noi non sono nè migliorate e neppure applicate.
I fatti di Catania erano facilmente prevedibili e dunque in un paese normale, sano era possibile evitarli. Si è trattato di una orchestrazione di violenza per la prevenzione della quale nessuno ha mosso seriamente un dito, solo la polizia che ormai c'era dentro.
In questi giorni ho persino sentito: ecco vendicati gli abusi dei G8 di Genova e Napoli. Allora, mi chiedo, a quale cultura, a quale critica politica può mai essere associato l'assassinio di un uomo, di un padre e di un marito? Quella della violenza più barbara e dell'ignoranza più cieca è la sola risposta che so dare, però sono curiosa di vedere con quale decenza e logica si troverà una risposta per quel bimbo che ora è un orfano e sarà un uomo segnato dall'assenza del padre che un criminale gli ha tolto.
L'ispettore Raciti aveva 38 anni, lascia anche una figlia e una moglie.
(foto Ansalive)