mercoledì 13 dicembre 2006

Risveglio



Lettone. Sto dormendo.
Ore 7.15 del mattino, si accende la radio, emergo dal sonno.

Gino: "Scodinz scodinz slapp slapp"
Log: "Dai Gino, smettila, non c'ho voglia di alzarmi stamattina, ma come fai ad essere così di buon umore tu a quest'ora?"
Gino: "Oh bella, perché sono il lato animale di te. Invece di farti venire la pecùndria al mattino presto, datti una mossa e portami a far pipì che non ne posso più."
Log: "Ma fammi capire, non ci puoi andare da sola in bagno? Devo per forza esserci anch'io?"
Gino: "Sì, e lo sai benissimo che in bagno rimugini meglio. Così almeno io mi scarico e tu pensi quanto vuoi, però sulla tazza, dai su"
Log: "Ancora cinque minuti, lasciami ancora cinque minuti, avevo fatto un sogno bellissimo, lasciamelo riafferrare."
Gino: "E una volta che l'hai ricordato questo sogno, mi spieghi cosa te ne fai? Te e la tua mania di ricordare tutto, di tracciare tutto, mi avveleni la vita."
Log: "Uffa, andiamo in bagno va là."
Gino: "E t'avviso che avrei anche voglia di un caffè, dunque prima di andare in bagno, accendi quell'accidente di macchina espresso."
Log: "Certo che potresti anche imparare ad accendertela da sola eh?"
Accendo la macchina del caffè.
Poi vado in bagno.
Gino: "Io non sono fatta per imparare, sono fatta d'istinto e d'istinto mangio bevo vado a spasso e annuso. Se c'è da godere, godo, e basta. Alle funzioni superiori ci pensi tu."
Log: "Già e a me tocca pure mantenerti. Guarda oggi io non c'ho voglia di uscire là fuori, voglio avvitarmi delle pigne in testa per tutto il giorno e sfratazzarmi di dubbi, pensa un po'..."
Gino: "Io non penso, ma agisco e reagisco. Tu invece ponzi che ti ripònzi e non combini mai nulla di bello per me. Cagadùbi del'òstrega!"
Log: "Fatti lavare dai, che se no puzzi."
Gino: "Ma magari io riuscissi a puzzare come si deve!"
Log: "E magari tu riuscissi a soffrire come si deve!"
Gino: "Eh no, non mi freghi, cara la mia signora che non s'ignora e che soffre e non s'offre. Ti credi di soffrire davvero? Son tutte sofferenze inventate le tue. Alla sofferenza vera ci devo fare fronte io. Al dolore fisico reagisco io. Adesso io sto bene, e quindi voglio godere di questo bene, alla faccia tua e dei tuoi dubbi."

Decido che anche oggi vado là fuori, perché mi conviene.
Mi faccio il caffè.

Log: "Dai bevi il caffè, su, che è già tardi"
Gino: "Vedi che poi ho sempre ragione io? Dai che c'è anche il sole...Hai preso le chiavi della macchina?"
Log: "Sì"
Gino: "E le sigarette?"
Log: "Certo. Bella bestia che sei."

E vado.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Brava Loggi :)
Il dubbio, secondo me, quando non è patalogico ossia nasconde altri aggettivi e problemi è una buona cosa. Il dubbio è "sintomo" di intelligenza, afferma chi ne sa più di me. Per istinto diffido delle persone troppo certe: mi sembrano non conoscere molto se stesse e neppure i molti risvolti delle cose raggiungibili solo attraverso il dubbio. E sono pochi gli enunciati incontrovertibili. Ci si avvale del dubbio proprio per trovarli.
L'animale che è in noi guarda caso prende piede con la sicurezza, quando dunque non solo si sono compiute delle scelte di successo che servono a rafforzarla, si hanno avuto dei riscontri, ma anche quando l'esperienza ci fa capaci di accettarlo e non confonderlo con l'egoistico e selvaggio farsi solo i propri comodi.
Anch'io ho in casa un animale, che per altro mi assomiglia moltissimo, Annie quando ha fame mangia, quando vuole dormire dorme e io certo non la disturbo anche perchè protesta se lo faccio, quando vuole le coccole le vuole, però ahimè non si chiede se io in quel momento voglio lo stesso o invece sto scrivendo e passeggiarmi sulla tastiera del pc non è una cosa carina. Quando la correggevo i primi tempi protestava, adesso si siede sulla scrivania, mi guarda, ovviamente mi interrompo e la coccolo un pò, poi se ne va e ritorna alla carica quando sono sul divano e magari sto leggendo o guardando la tv: a quel punto non posso farla franca, pare sottointendere, dopo aver dubitato che alla scrivania magari mi avrebbe disturbata.