domenica 24 dicembre 2006

Assemblea di condominio


Assemblea di condominio

Ore 9.15, sono in bagno e mi sto lavando i denti. C'è già in corso un'animata discussione.

Oggi: "Oggi è il compleanno di Bartle, è un passaggio delicato e bello insieme, non capita tutti i giorni di passare ad un nuovo decennio. Bisogna farle festa, farle sentire che le siamo vicine, abbracciarla virtualmente!"
Gino: "Bauz Bauz Scodinz Scodinz Slapp Slapp!!!!"
Log: "Uh, sì! Mi ricordo perfettamente come stavo a quel giro di boa, e che anni belli e decisivi sono venuti subito dopo! Un bivio dopo l'altro, decisioni da prendere, energie da spendere, memorie da tracciare..."
Oggi: "Va bene Log, agli atti. Ma ora non è tempo di ricordare il tempo tuo. Scusa sai, ma cosa vuoi che gliene freghi a Bartle di come eri tu alla sua età? Per una volta Log, ti prego, hic et nunc, sposta lo sguardo dal tuo ombelico e guarda quello che c'è fuori di te..."
Log: "Uffa! Era per portare una testimonianza di una fase positiva dell'esistenza, potrà pure servire a qualcosa? Dove lo mettiamo lo spirito di emulazione? Quegli anni sono stati importanti, fattivi, costruttivi..."
No: "Macchè begli anni! Sono stati anni difficili, un sacco di sogni infranti, di promesse non mantenute, di abbandoni dolorosi..."
Log: "Eccallà! Sempre a vedere il lato nero della luna. Guarda No, quando fai così ti spedirei a calci in orbita a rimirartela nei secoli dei secoli l'altra faccia della luna...Almeno non mi ammorberesti l'aria qui."
Oggi: "Alttttttttttttttttttttttttttttt!!!!! Voi due smettetela! "
Log: "....."
No: "....."
Gino: "Bauz Bauz Scodinz Scodinz Slapp Slapp!!!!"
Oggi: "E' mai possibile che voi due non sappiate mai, dico mai, gioire del presente? Guardate un po' Gino come scodinzola felice! E sorridete pure voi no? C'è un'altra donna che sta per entrare nella fase dell'indipendenza, della libertà responsabile. Bene. Facciamo il tifo no? Basta pronunciare una parola semplice semplice: AU-GU-RI ! ! !


Finisco di lavarmi i denti, mi asciugo le labbra e mi guardo allo specchio.
Le rughe ci sono, ma finché Gino scodinzola e fà le feste a chiunque si avvicina, è come non averle.
Buon compleanno Bartle, Auguri.
Loggino

Gaudemus!!!!!


Per i tuoi 15? 77? 9? 30? 45 anni? Non ci ricordiamo, abbi pazienza. Ti facciamo i migliori e più affettuosi auguri per tutto quanto desideri di più bello e buono.
Come regalo di compleanno vorremmo...ecco che gettassi il catorcio onde poterci scrivere un lunghissimo post pieno di complimenti per noi del tipo che siamo stati la tua fortuna, siamo bravissime, buone, intelligenti, simpatiche,belle e via dicendo. Tipo specchio, insomma.
Tanti tanti auguri augurissimi da Loggino Ulixes Queen

martedì 19 dicembre 2006

La Ricetta degli Strucchi

1 litro di acqua
un pizzico di sale
500 g di farina "Manitoba"
il ripieno

Si mette a bollire un litro di acqua con un pizzico di sale. Con coperchio mi raccomando, non sprecate il gas.Si prepara in una grande ciotola mezzo chilogrammo di farina "Manitoba". Quando l'acqua bolle, si versa l'acqua bollente nella ciotola sopra la farina e si mescola unu po' con un cucchiaio di legno (non proprio tutta l'acqua, solo quanto basta a che diventi duro l'impasto). Non serve mescolare tanto; é sufficiente rivoltare tre o quattro volte col cucchiaio di legno.
Si attende circa 10 minuti.Poi si leva la pasta dalla ciotola e la si stende sul tavolo, perché si raffreddi bene.
Si lavora bene la pasta. Io come facciamo tutte mentre lavoravo la pasta pensavo ai niei ospiti innanzi tutto, ma anche ai miei collaboratori.
Sicuramente una pasta ben tosta, quasi quadrata per Bartle, una specie di pagnotta in cassetta, da lì ad infilarci una lima dentro come per i carcerati l’associazione è stata breve, ma non c’entra nulla..
Quando é ben raffreddato (10 minuti), si lavora per un po' la pasta come quando si fa il pane, e se occorre, si aggiunge un po' di farina. Quando la pasta é un po' lavorata, si inizia ad arrotolare e ad assottigliare come quando si fanno gli gnocchi e allo stesso tempo si tagli la pasta a pezzetti come per gli gnocchi. Secondo me Ulixes l’avrebbe arrotolata benissimo, una pergamena infarinata e me la sono vista scoppiare di gioia a srotolarla onde poterci scrivere con un coltellino allo stesso modo di come talvolta graffia le sue originali foto.
Una coda di pasta scodinzolante attaccata ad un cane di pasta immaginario, mi ha suggerito Loggino e quando ho fatto i gnocchetti non oso immaginare dove me li avrebbe sparati nella mia ordinata casa da single impenitente. Uno me lo sono visto attaccato sul video del mio pc. Un dolore al cuore, una disgrazia!
Prendete quindi uno gnocco e appiattitelo con le dita; metteteci una piccola quantitá di ripieno e arrotolatelo, dando allo strucco la forma che desiderate. Un po’ come faccio noi qui con i nostri post. Poi dovrete addentare la superficie per assaporare l’interno.
Mettete a bollire abbondante acqua e salata.Quando l'acqua bolle, si immergono gli struchi.Dopo qualche minuto quando vengono a galla, sono cotti.Con un mestolo si levano e si depongono su un piatto, condendoli con l’intigolo che credete oppure se sono dolci zuccherandoli. Un'ottima cena é assicurata.

Questo è un dolce tipico delle Valli del Natisone. Nella produzione industriale esiste anche una variante cotta al forno. Voi li guardate e avete già 1 kg di più, se poi li mangiate cercatevi un compagno/a che pensi la panza non sia un difetto, ma faccia tenerezza. Poi l’importante è quello che uno ha dentro !!!!!!!! Ok si dice sempre così, come si dice che l’apparenza non conta, ma invece è il contrario e un minimo di sincerità con sé stessi e gli altri non guasterebbe. Poi davvero ci sono persone, quasi angeli, per cui della loro esteriorità ti dimentichi, ma sono veramente pochi, pochi, pochi.
Il ripieno degli strucchi può essere dolce o salato, vedete voi.. Io trovo troppo simile alla leziosità un eccesso di dolcezza. Rifuggo sempre dalle donne così. Ma è anche vero che pure per il sale ci vuole una giusta misura. Le donne troppo argute e intelligenti non sono molto amate non tanto dagli uomini, quanto dalle stesse donne.
Per finire alle collaboratrici di questo nuovo blog un augurio di Buon Natale, ai loro cari e alle loro famiglie, ai lettori che ci prestano la loro paziente attenzione. Grazie a tutti della loro presenza.
(La foto si riferisce a Strucchi industriali e dolci)

mercoledì 13 dicembre 2006

Risveglio



Lettone. Sto dormendo.
Ore 7.15 del mattino, si accende la radio, emergo dal sonno.

Gino: "Scodinz scodinz slapp slapp"
Log: "Dai Gino, smettila, non c'ho voglia di alzarmi stamattina, ma come fai ad essere così di buon umore tu a quest'ora?"
Gino: "Oh bella, perché sono il lato animale di te. Invece di farti venire la pecùndria al mattino presto, datti una mossa e portami a far pipì che non ne posso più."
Log: "Ma fammi capire, non ci puoi andare da sola in bagno? Devo per forza esserci anch'io?"
Gino: "Sì, e lo sai benissimo che in bagno rimugini meglio. Così almeno io mi scarico e tu pensi quanto vuoi, però sulla tazza, dai su"
Log: "Ancora cinque minuti, lasciami ancora cinque minuti, avevo fatto un sogno bellissimo, lasciamelo riafferrare."
Gino: "E una volta che l'hai ricordato questo sogno, mi spieghi cosa te ne fai? Te e la tua mania di ricordare tutto, di tracciare tutto, mi avveleni la vita."
Log: "Uffa, andiamo in bagno va là."
Gino: "E t'avviso che avrei anche voglia di un caffè, dunque prima di andare in bagno, accendi quell'accidente di macchina espresso."
Log: "Certo che potresti anche imparare ad accendertela da sola eh?"
Accendo la macchina del caffè.
Poi vado in bagno.
Gino: "Io non sono fatta per imparare, sono fatta d'istinto e d'istinto mangio bevo vado a spasso e annuso. Se c'è da godere, godo, e basta. Alle funzioni superiori ci pensi tu."
Log: "Già e a me tocca pure mantenerti. Guarda oggi io non c'ho voglia di uscire là fuori, voglio avvitarmi delle pigne in testa per tutto il giorno e sfratazzarmi di dubbi, pensa un po'..."
Gino: "Io non penso, ma agisco e reagisco. Tu invece ponzi che ti ripònzi e non combini mai nulla di bello per me. Cagadùbi del'òstrega!"
Log: "Fatti lavare dai, che se no puzzi."
Gino: "Ma magari io riuscissi a puzzare come si deve!"
Log: "E magari tu riuscissi a soffrire come si deve!"
Gino: "Eh no, non mi freghi, cara la mia signora che non s'ignora e che soffre e non s'offre. Ti credi di soffrire davvero? Son tutte sofferenze inventate le tue. Alla sofferenza vera ci devo fare fronte io. Al dolore fisico reagisco io. Adesso io sto bene, e quindi voglio godere di questo bene, alla faccia tua e dei tuoi dubbi."

Decido che anche oggi vado là fuori, perché mi conviene.
Mi faccio il caffè.

Log: "Dai bevi il caffè, su, che è già tardi"
Gino: "Vedi che poi ho sempre ragione io? Dai che c'è anche il sole...Hai preso le chiavi della macchina?"
Log: "Sì"
Gino: "E le sigarette?"
Log: "Certo. Bella bestia che sei."

E vado.

Santo Padre

…so che non leggerà mai questa lettera, ma forse qualcuno altro lo farà. Se mi fosse stato possibile avrei voluto rivolgermi a Paolo VI che certo non sarebbe stato dalla mia parte come non lo è lei, pur tuttavia lo sentivo più vicino; ma spero che questo non comprometta quanto vorrei dire. Non mi permetterò in questa lettera di discutere le sue affermazioni e il suo ruolo, perché per coerenza come rivendico il mio diritto e libertà di espressione, lo difendo e lo riconosco anche per lei; e chi sono io per contestarlo a fronte del principio religioso che è a monte della sua investitura alla soglia di Pietro?
Sono Santità una donna lesbica credente, solo questo, praticamente nulla. Tuttavia mi permetto di scriverle. Lo so che prima mi dovrei redimere e poi dovrei scriverle, magari una lettera di pentimento nella quale io illustri tutto il vuoto e la corruzione che ho lasciato. Io purtroppo non solo non ho fatto questo, ossia non mi sono redenta, ma neppure ho vissuto nel vuoto e nella corruzione. E dunque non posso scrivere quello che non è, le pare? Tuttavia non le elencherò neppure le gioie della mia vita innanzitutto perché non credo le interessino e poi perché appartengono al mio privato. Però Santo Padre mi permetta di scriverle alcune cose che come credente mi vengono alla mente in questi giorni di discussione.
E dunque io capisco come l’irrigidimento della Chiesa Cattolica provenga dal timore di perdere la sua centralità. Comprendo pure che spetti alla Chiesa Cattolica come a qualsiasi altra chiesa esprimersi su argomenti etici come l’eutanasia, la famiglia e via dicendo. Ammetto pure che la Chiesa Cattolica e la sua tradizione si sentano oggi in pericolo per la diffusione di altre religioni; e posso persino giungere a pensare che in questo modo opinabile intenda proteggere la nostra tradizione e la nostra cultura; e posso riconoscere alla Chiesa Cattolica di aver almeno lei il coraggio di parlare, sebbene talvolta dando adito a fraintendimenti ed equivoci, mentre tutto il resto impaurito, disorientato e codardo tace quando non cade nella volgarità e nel peggior populismo. Per altro anch’io penso che nascondere i nostri simboli religiosi non sia una cosa buona propedeutica ad alcunchè.
Ma Santo Padre, pur comprendendo tutto questo io mi chiedo perché ci si accanisce contro gli omosessuali, vagamente ricordando i tempi della Santa Inquisizione? Può un organismo che dalla sua nascita ha cambiato la storia dell’uomo, anzi è stata fondata perché la cambi, essere così debole da ricorrere a questo ancora in questi nostri anni?
Questi sono già anni troppo violenti e folli, una buona parola di calma e di tolleranza non è una parola detta a vuoto e non dimostra alcuna debolezza. E quando la buona parola viene dal successore di Pietro, essa può solo arricchirci e aprirci alla convivenza e alla tolleranza per un ulteriore progresso.
Infine Santo Padre io vorrei rassicurarla, ma credo lo sappia meglio di me, che non saranno i pacs o cose simili ad impedire che uomini e donne si sposino e facciano figli, così come non è l’assenza dei pacs e simili ad impedire che due uomini e due donne stiano insieme. Io le chiedo dunque Santità di comprendere che ho diritto in quanto cittadina italiana e per sua fortuna (forse) non della Santa Sede, di vedere riconosciuti i miei diritti di libertà quando non ledo le libertà altrui, di vedermi riconosciuta come legittima compagna quando mi assumo tutte le mie responsabilità e i miei doveri, di non leggere etichettato il mio amore come “amore debole” quando per viverlo mi trovo persino a sfidare gli strali ecclesiastici. Vede io talvolta penso che il mio Dio non sia pienamente d’accordo con la mia vita e le mie scelte, ma abbia uno sguardo benevolo su di me in quanto sua figlia come ogni individuo di questa terra. Penso pure che nel suo imponderabile disegno divino nell’accavallarsi delle umiliazioni e delle difficoltà della mia vita, Egli abbia celato significati che diversamente non avrei compreso. Penso pure che nel suo disegno per me, abbia messo al riparo dall’infelicità un uomo e dei figli, perché io comunque avrei mancato se non di certo ai miei doveri di madre, sicuramente a quelli di moglie. Penso pure di onorare il mio Dio ogni qualvolta amo secondo la mia coscienza e con la serietà e la gioia che Egli ha voluto donarmi attraverso l’esempio terreno del suo Figlio.
Le chiedo dunque Santo Padre qualora potesse di non impedire e casomai aiutare lo Stato Italiano del quale sono cittadina contribuente, - sa i soldi non hanno etichetta – di modo che esso mi dia prova della sua civiltà ma soprattutto di essersi riappropriato della politica se essa come diceva Aristotele è l’incontro delle genti, delle culture e dei bisogni.
Al mio Paese non chiedo la carità: voglio tutti i miei doveri insieme ai miei diritti. E nel farlo non chiedo un matrimonio né civile né religioso, ma non voglio neppure un contratto da sensale dei mercati di altri tempi.
Mi rimprovererà lo so di aver scritto “il mio Dio”, ma vede se io per la mia scelta affettiva sono fuori dalla Chiesa Cattolica, non posso scrivere nostro. Ma comunque Lui ci guarda entrambe. Grazie Santità.

martedì 12 dicembre 2006

PACS


Su Wikipedia ho trovato le seguenti informazioni riguardo i matrimoni omosessuali :

“Allo stato attuale, i gay possono contrarre matrimonio in Olanda, Belgio, Spagna, Canada, Sudafrica e nello stato USA del Massachusetts.

In vari Paesi si può accedere a ufficializzazioni diverse dalle nozze; i gay, aventi o meno la possibilità di contrarre matrimonio, hanno spesso accesso a queste nuove unioni civili.

In Olanda il matrimonio è aperto ai gay dal 1 aprile 2001. In aggiunta al matrimonio, sono in vigore le unioni registrate per coppie di sesso diverso o dello stesso sesso del tutto simili alle nozze tradizionali e la regolamentazione delle convivenze di fatto.

Con la legge 13/2005 approvata dal parlamento spagnolo il 30 giugno 2005 ed in vigore dal 3 luglio 2005 la Spagna ha cambiato il proprio diritto di famiglia, estendendo la possibilità di contrarre matrimonio civile anche alle coppie di omosessuali.

La riforma è stata realizzata modificando l’articolo 44 del codice civile spagnolo, nel quale si è specificato che il matrimonio richiede gli stessi requisiti e produce gli stessi effetti quando a contrarlo sono due persone dello stesso o di diverso sesso. Tale modifica ha esteso ai coniugi omosessuali il diritto di adottare congiuntamente, oltre che quello di adottare l’uno i figli dell’altro, biologici o adottivi che siano. Accanto al matrimonio, continuano ad esistere in Spagna le leggi e i registri delle coppie di fatto, che sono giuridicamente e concettualmente differenti dal matrimonio e riguardando allo stesso modo sia le coppie eterosessuali sia quelle omosessuali.

Dal 30 gennaio 2003 il Belgio è il secondo Paese al mondo che riconosce il matrimonio tra individui dello stesso sesso. Come in Olanda la legge sul matrimonio gay ha visto la luce quando il partito cristiano-democratici non era al potere.

Il matrimonio omosessuale è stato legalizzato in tutto il Canada (dopo che era stato già legalizzato dalle sentenze delle varie Corti Supreme in sette Provincie su dieci e in un Territorio su tre della federazione del Canada) con il Civil marriage act o Loi sur le mariage civil in vigore dal 20 luglio 2005.

Nel 2003, la Corte Suprema del Massachusetts ha dichiarato discriminatorio, perciò incostituzionale ed illegale, escludere le coppie dello stesso sesso dal matrimonio facendo così diventare il Massachusetts il primo Stato USA a permettere ai gay di contrarre matrimonio.

Nella Repubblica del Sudafrica dal 30 novembre 2006 è entrata in vigore la legge che autorizza il matrimonio omosessuale, facendo così del Sudafrica il primo Paese africano a legalizzare le nozze tra persone dello stesso sesso. La cerimonia religiosa è opzionale, le Chiese possono infatti rifiutarsi di celebrare certi tipi di unione, mentre il rito civile è aperto a tutti. In Sudafrica le coppie gay possono adottare già dal 2002, mentre da decenni ormai possono adottare i single. Il progetto di legge era stato presentato dopo che la Corte Costituzionale dichiarò con una sentenza, discriminatoria e perciò incostituzionale, l'esclusione delle coppie dello stesso sesso dal matrimonio, ordinando ai legislatori di modificare le regole matrimoniali (il Marriage Act) entro un anno.”

Ho riportato queste informazioni sui matrimoni omosessuali nel mondo perché ritengo sia giusto diffonderle così anche fare chiarezza sui Pacs che non sono matrimoni ma patti civili di solidarietà. (una forma di unione civile inizialmente approvata in Francia nel 1999 (Pacte civil de solidarité)

In Italia Rutelli dice : «Non accetterò mai un simil-matrimonio, un matrimonio di serie B» ma lo stesso on . Franco Grillini nella sua proposta di legge “Patto Civile Di Solidarietà e Unione di Fatto” spiega proprio nelle prime righe che : “La presente proposta di legge intende fornire la possibilità di optare per uno strumento regolativo pattizio più snello e leggero alle coppie che non intendano impostare la propria vita sulla base della regolamentazione civilistica tipizzata dalle norme sul matrimonio.” E poi qualche riga più giù aggiunge che “il pluralismo della nostra società non consente più, se non al prezzo di gravi e inutili costi sociali, di imporre alle famiglie non tradizionali una drastica scelta fra due sole opzioni: il matrimonio tradizionale da una parte, l’assenza assoluta di qualsiasi riconoscimento giuridico e perfino di tutela in caso di eventi imprevisti dall’altra.

Non deve più accadere, a parere dei proponenti, che a chi ha convissuto con una persona, magari per trent’anni, possa essere negato perfino il diritto di assistere il proprio partner morente in ospedale e che le famiglie di origine possano addirittura impedire al partner l'accesso al luogo di cura e lo escludano da ogni decisione riguardante il partner malato e incapace di agire; non deve più accadere che, attraverso l’istituto della riserva a favore dei legittimari, sia vietato al testatore di lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui ha condiviso l'esistenza; e, anche in assenza di eredi legittimari, che tale eredità venga falcidiata dalla stessa tassazione prevista per i lasciti a persone del tutto estranee al defunto, discriminazione aggravata dalla recente modifica del regime fiscale delle successioni. Non deve accadere che trattamenti punitivi di questo genere vengano previsti al solo fine di sanzionare le scelte di vita dei cittadini che semplicemente non ritengano adatta alla propria unione, o non condividano per alcuni suoi aspetti, la normativa matrimoniale attualmente vigente.”

Ora alcuni esponenti della politica italiana hanno affermato come ad es Giovanardi che : “i Pacs sarebbero 'dei matrimoni di serie B, con tutti i vantaggi del matrimonio ma senza alcun vincolo. Essi rappresentano un passo per disgregare la famiglia fondata sul matrimonio''- oppure Gasparri “Non bisogna giocare una scommessa contro la famiglia o dar luogo ad autentiche lacerazioni sociali. Le caricature della famiglia non servono a nulla. La non discriminazione è sacrosanta ma la tutela della famiglia è prioritaria.” Oppure Calderoli : “''Chi propone di riconoscere le coppie di fatto disconosce e attacca la famiglia, il matrimonio tra uomo e donna, che ne e' il fondamento, e soprattutto attacca la natura'' “Le coppie di fatto” - rileva –“ sono un atto contro natura e rappresentano il primo passo verso la dissoluzione di una societa' fondata sui valori. Non pensavo veramente che, per un pugno di voti dell'altra sponda, si potesse cadere cosi' in basso” e in altro luogo aggiunge : “FEDERALISMO NON VUOL DIRE PREVEDERE LA CONVIVENZA CON CANI E GATTI...". oppure Bondi “'Ritengo percio' che tutti, non solo i cattolici ma anche i laici che hanno a cuore la famiglia e la sua insostituibilita' come cellula fondamentale della nostra societa', debbano riflettere attentamente sulle conseguenze che una filosofia cosi' pericolosa e intrisa di relativismo produrrebbe, come dimostra il caso della Spagna, con danni irreparabili per i fondamenti stessi del nostro vivere civile' Io dico da tempo che noi abbiamo il dovere di difendere la famiglia come modello di riferimento della nostra societa' e non vogliamo che delle forme di riconoscimento legale delle coppie di fatto mettano in discussione il concetto di famiglia come noi lo intendiamo''.o Storace : ''In tarda eta' Romano Prodi si tramuta da giovane boiardo cresciuto alla scuola dell'Iri in ardimentoso teorico di uno zapaterismo teso a distruggere il pilastro della famiglia. E' pronto ad insegnare a mia figlia che puo' tranquillamente amare un'altra donna che non sia sua madre che potra'anche non conoscere mai''.
''La prossima puntata di questo orrendo affresco di un'Italia che speriamo di non dover vedere - aggiunge - sara' quando per un pugno di voti dira' si' all'alleanza con i radicali che pretendono un programma basato sulla morte per eutanasia. E chissa' che altro inventera' Fausto Bertinotti da meta' ottobre in poi, tra patrimoniale e abolizione della proprieta' privata, tra 35 ore di lavoro e sindacalizzazione della piccola impresa italiana...'' e per finire ecco le parole di Benedetto XVI :

“È un grave errore oscurare il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio, attribuendo ad altre forme di unione impropri riconoscimenti giuridici, dei quali non vi è, in realtà, alcuna effettiva esigenza sociale”.

Pertinente a ciò che ho appena riportato mi sembra la posizione/risposta di B. Craxi : “Una legislazione civile che intenda tutelare le unioni di fatto anche in un Paese come il nostro non puo' e non deve essere considerata da nessuno un'insidia per la famiglia, che rimane in cima ai compiti ed ai doveri di tutela della nostra Costituzione- far emergere dalla clandestinita' migliaia di coppie di fatto e promuovere garanzie e' una prova di maturita' di un Paese se questo avviene con una legislazione coerente, sobria e civile” e poi approvo ciò che ha detto Titti de Simone “Hanno paura di una società che si apre ed accoglie culture, altri modelli di famiglia e di vita affettiva ormai tanto diffusi e densi di valore. E per questo disegnano una società autoritaria dove lo Stato è controllore e possessore delle nostre vite precarizzate in ogni loro aspetto.”

Ebbene sempre l’on. Grillini nella sua proposta di legge spiega che “Affermare in modo particolarmente solenne e impegnativo i diritti di qualcuno (perché sono la storia recente e gli avvenimenti altrove in corso a consigliare di farlo) non equivale a vietare qualunque minimo riconoscimento dei diritti di qualcun altro.”

E a me Ulixes sentendo frasi come : “Questi culattoni hanno nauseato” “Pacs e porcherie varie avrebbero come base solo l'arido sesso” ebbene è venuto il disgusto per l'assoluta mancanza di rispetto, solidarietà ed educazione ciò nonostante non smetto di sperare in un mondo migliore .

**invito chiunque voglia trovare queste ed altre informazioni a visitare il sito “1 Pacs avanti”.

lunedì 11 dicembre 2006

Di chi è la mia vita?

Ogni qualvolta sento una vicenda come quella di Welby, mi ritorna alla memoria un vecchio film: Di chi è la mia vita? Si intitolava.
In questo caso verrebbe da chiedersi, di chi è la mia morte? E’ dello Stato che con accanimento degno dei talebani si ostina a prestarmi terapie evidentemente inutili e comunque anch’esse alla fine della loro efficacia; oppure è della Chiesa credendo la mia vita sia solo nelle mani nel Signore e che la sofferenza terrena ci avvicini a lui? Pensino che forse il buon Dio si sarebbe già preso Welby accanto a sé, se essi non avessero peccato di orgoglio e di vanità. In queste ore si è saputo che la sua sofferenza peggiora sempre di più.
Non si discute più qui di eutanasia, si discute di accanimento terapeutico. L’accanimento terapeutico comincia, ed è valutato da specialisti, quando la cura è sproporzionata per impatto al beneficio che ne può trarre il paziente. E’ cosa diversa dal trattamento sanitario obbligatorio. Non è nell’etica medica sottoporre un individuo a cure peggiorative come non lo è privarlo di cure.
Welby, come molti prima di lui, potrebbe andarsene grazie ad un aiuto medico clandestino, rischiando però che chi lo aiuterà sia accusato di omicidio. O facendosi togliere il respiratore morire atrocemente dopo aver vissuto un calvario. Io ho visto morire per asfissia, non so quanti sappiamo cosa sia essere lì in quel momento e cosa succeda a chi se ne vada in quel modo.
Ancora una volta Chiesa e Stato fingono di ignorare che dalla notte dei tempi si è trovato il modo di interrompere una vita peggiore della morte. Alla stessa maniera, ipocritamente, fingevano di non sapere dell’aborto comunque praticato, fingono di non sapere di figli di lesbiche e gay comunque concepiti e affidati, fingono di non sapere di coppie di fatto da sempre esistenti. E chi si riempe la bocca della sacralità dell’individuo e della sua libertà pensi al prezzo degli abusi consentiti dalla clandestinità. Oppure è invece meglio impartire precise direttive così da consentire all’individuo di essere libero cittadino di uno stato rispettoso e autorevole verso gli stessi cittadini dai quali è costituito.
Meglio, se ne deduce, torturare un uomo malato, un cittadino italiano fino a prova contraria libero di parlare e pensare, piuttosto che ragionare liberamente e laicamente sul diritto ad una vita decente ma anche ad una morte dignitosa, sull’eutanasia, su quel mezzo insufficiente che è la sedazione ora unica possibilità in un vuoto legislativo che è tempo di colmare.
E nella demenza medioevale che aleggia intorno a questa vicenda umana, come ultima offesa Welby è stato persino accusato di strumentalizzare la sua vicenda.
Una persona intelligente che ha amato la vita con tutta sé stessa mi ha dato la sua risposta al quesito: di chi è la mia vita? E’ solo mia; lo ha fatto dopo aver cercato di sopravvivere alla malattia. Ha rifiutato la chemioterapia e accettato la sedazione. Dopo avermi insegnato a vivere, mi ha insegnato a morire con dignità. La morte sotto sedazione non accade in un’ora, il minimo sono 48 ore a seconda delle condizioni del paziente.Lo stato di incoscienza è graduale mano a mano che aumentano le dosi di sedativo e di morfina. Io ero lì, leggevo la Bibbia mentre aspettavamo il momento in cui ci saremmo lasciate.
Medici ospedalieri specialisti nella terapia del dolore raccontano che i malati terminali italiani, a parte rarissimi casi, non chiedono l’eutanasia ma chiedono di essere incoscienti al momento del trapasso, chiedono di non soffire inutilmente. Le famiglie sono lacerate, segnate per sempre da quello che vivono, ma si pregano i medici di concedere qualsiasi dosaggio di morfina possa non farli soffrire. Il momento dopo tu ti chiedi se è stato veramente così? Dopo che ti è stato invocato di impedirlo.

domenica 10 dicembre 2006

Can-can



Dopo un venerdì di pioggia battente e un vento che sembrava ventuno, sabato ha portato un cielo di smalto e sono così andata a farmi la Promenade Le Corbusier (ex Sentier des Douanièrs).
Non è per tirarmela, è che si chiama così.
Un tempo lo battevano i doganieri per beccare i contrabbandieri che trafficavano merci fra Francia e Italia, poi gli hanno cambiato nome perché nelle vicinanze del sentiero ci ha vissuto (e progettato una casa a misura d'uomo, 16 mq in tutto) l'architetto Le Corbusier. Ora il traffico, soprattutto di carne umana per lo più africana, si svolge lungo l'autostrada, su per i monti e lontano dalla costa.
La Promenade parte da Cap Martin e raggiunge Golfe Bleu a Roquebrune, passando lungo la scogliera. Siccome i francesi quando fanno le cose pubbliche le fanno bene, la passeggiata è pavimentata, quindi in perfetta sicurezza è possibile camminare guardando di sotto gli scogli a strapiombo e il mare.
Non c'è pericolo di pestare merde di cane, perché all'inizio della passeggiata c'è un distributore gratuito di sacchetti di plastica. E' così che un'amministrazione illuminata invita i proprietari di cani a raccogliere quanto le loro beneamate creature volessero depositare.

A me fatemi vedere un posto dove le regole della civile convivenza sembrano rispettate, e già mi sento bene.

Per giunta, care le mie signore, il mare è molto agitato, quindi vi dovete immaginare onde grandi e lunghe, e fragori sordi degli schianti di masse enormi d'acqua nelle grotte scavate dall'erosione, e spume bianche e spruzzi alti anche trenta metri, dei fuochi artificiali bianchi.
Appollaiata su uno scoglio, a rimirarmi i giochi delle onde di sotto, ho fatto l'areosol di salsedine.

Naso umido, buon segno per un bracco. Ovviamente scodinzolavo.
Il bracco ha osservato coppie, famiglie, grupponi di ragazzi e ragazze in gita, uomini e donne soli, a passeggiare lungo la Promenade. Avevano spesso odori di docciaschiuma penetranti, un misto di menta e sandalo. L'olfatto del bracco un po' ne ha risentito.
Arrivata alla spiaggiona di Golfe Bleu mi sono svaccata al sole appoggiata al muretto di cinta del parco di una villa stratosferica, proprio vicino a tre alberi giganteschi di Ficus Elastica le cui chiome avranno avuto il diametro di 30-35 metri.
E sotto questi ficus ho immaginato che sulla spiaggia ci fosse diffusa la musica della Notte, della Danza delle Ore di Ponchielli.
Un can-can. Sì.
E ho immaginato che lo ballassero in fila lungo la spiaggia tutte le donne che ho conosciuto, tutte a sventolare le gambe davanti alla spuma delle onde.
Col bracco che corresse abbaiando intorno a loro, frastornato dalla musica. Sì.

Al ritorno, il mare è ancora più forte.
In alcuni punti gli spruzzi del mare arrivano a bagnare la passeggiata, ci vuole un minimo d'accortezza e passare al momento giusto per non farsi una doccia fredda.
Ho registrato in tutto sette distratti che si sono fatti lavare dal mare, nessuno di loro era a passeggio da solo.
Va be', due erano tedeschi, secondo me loro se la sono proprio cercata l'onda geyser che li ha lavati, non fanno testo.
Gli altri cinque erano presi dai discorsi che facevano e si sono fatti sorprendere dall'onda grande.
Sarà stata quella di Ulixes?

sabato 9 dicembre 2006

Acqua

Posted by Picasa “Acqua” è un libro tratto da un film – il film è Water di Deepa Mehta già regista del bellissimo Fire – ed è un esempio lampante del potere del linguaggio. L’editrice canadese ne ha commissionato la stesura in soli tre mesi alla scrittrice Bapsi Sidhwa per rendere concomitante l’uscita del film al libro.
Acqua racconta di una bimba data in sposa a sei anni dal capofamiglia di una misera famiglia in un’India ancora più povera dove il Mahatma cominciava appena a diffondere il suo messaggio di pace, di tolleranza e di libertà. Il futuro marito della bimba è un uomo di 42 anni che morirà dopo poco il matrimonio e farà della bimba una vedova. Ossia una donna mezza morta oppure come dice la bimba con l’ingenua logica della sua età una donna mezza viva. La vedova bambina verrà rinchiusa in un ashram di Rawalpur località in riva al Gange dove si tengono le pire funeriare necessarie alla cremazione. L’ashram era una comunità di vedove di tutte le età, ritenute impure in quanto vedove, dove come in tutte le comunità ci sono diverse storie individuali, miserie e grandezze, macchinazioni ed interessi. Fermiamoci qui altrimenti vi tolgo il piacere di leggerlo.
Acqua, che io ho letto nella traduzione italiana, è scritto con semplicità quasi scolastica. La potenza del suo linguaggio è espressa anche dall’aver conservato in lingua originale alcune parole, creando così un’atmosfera espressiva ulteriormente moltiplicata dal fatto che noi sappiamo ne esiste pure il film.
Acqua racconta di come si può cercare di vivere ancora quando non si ha più speranza ragionevole, racconta dell’imprevidibilità della vita e della nostra assoluta vulnerabilità rispetto ciò, ma soprattutto in Acqua nelle pagine finali c’è scritto:
“..ho sempre creduto che Dio è verità, ora credo che la verità è Dio”

Acqua di Bapsi Sidhwa, ed. Neri Pozza

giovedì 7 dicembre 2006

La Ricetta della Putizza

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Ingredienti:
1 kg di farina200 gr. Zucchero4 tuorli d’uovo100 gr. Lievito di birra250 gr. Burro ( fuso)Vaniglia, limone grattatoRum latte (tiepido ½ bicchiere)Sale (1 cucchiaino di caffè)

Ripieno:
noci 1 kgcioccolato fondente 1hg (a pezzetti)miele (facoltativo) 1 cucchiaiopanna montata 250gr.Albume montato a neve 1Zucchero 1 hg

Fare la fontana con ¾ della farina mettere lo zucchero i tuorli d’uovo, il lievito sciolto nel latte tiepido , il burro fuso non troppo caldo ed il sale. Impastare per circa 30 minuti ed aggiungere eventualmente la farina messa in parte. Lasciare lievitare per 5 ore.Quando l’impasto sarà lievitato stenderlo e mettervi sopra il ripieno,arrotolarlo ed avvolgerlo su se stesso metterlo in uno stampo lasciarlo lievitare , fino che raggiunge l’altezza dello stampo stesso.Cuocete in forno a 180° per circa 30 o 40 minuti nel forno preriscaldato.Buon appetito!


Questo dolce è tipico delle mie parti, lo si trova tutto l’anno, ma nelle festività sostituisce degnamente il panettone di Milano e il pandoro di Verona. Spesso lo si trova nei supermercati e dai fornai in modeste confezioni che la rendono quasi invisibile, ma con la volontà di chi sa che per trovarla deve superare le sirene dell’apparenza e della pubblicità infine la si scova. Insomma spesso l’involucro di una Putizza è una bugia a fin di bene, ecco, una balla precisamente. Pare sottintendere risparmiamo sulla carta, così mi tengo a buon prezzo che in tempi di euro è una buona cosa.
Una vecchia regola dice che le ricette troppo complesse in realtà nascondono le incapacità del cuoco e comunque metterci troppo le mani in un piatto e come parlare troppo in amore ossia divide. Inoltre l’ospite veramente capace e deliziosa non è quella che stupirà i suoi invitati con le sue offerte, ma quella che capirà cosa vogliono i suoi invitati e glielo offrirà con discrezione evitando di fargli intendere guarda che rarità enogastronomica posso comperare, guarda quanto ho speso per tenerti qui. Un pò come in amore dove si ama davvero quando si lascia l’amata libera e non la si sottopone a ricatti morali. Senza contare che ospitare deve essere un piacere per chi lo fa, non un lavoro o un dovere. Io lo adoro, i momenti più belli della mia vita forse li ho avuti avendo ospiti amici.
Il quantitativo calorico di ogni fetta di Putizza è altissimo, dunque accontentatevi di un pezzetto modesto se non volete fare un danno alla vostra linea, d’altra parte ingozzarsi di una cosa sola per quanto buona non solo ve la porterà a noia, ma vi riempirà lo stomaco privandovi di altre delizie del palato. Era T. Moro che diceva non fidarti della persona di un libro solo. Un po’ come quando in amore all’amata la si costringe in un ruolo, in un modello impedendogli di essere completamente se stessa: è rassicurante, ma da ultimo siamo soli e poveri noi che abbiamo combinato la frittata. Arriva sempre un cameriere di nome Noia che sul vassoio spesso porta quello che voi tenete nella dispensa avari, pensando…non si sa mai un domani; ma invece si sa che i colpi di fulmini esistono come emozione profonda e così potrebbe sembrarci il contenuto sul vassoio: il miraggio di quanto ancora vorremmo potere essere e fare e forse non staremo a filosofeggiare su chi ci offre la golosità, però non è detto non abbia un retrogusto amaro per entrambe.
Vino consigliato ovviamente è un Malvasia, Passito di Pantelleria, Zibibbo, Lacrima Christi; poi se volete coca cola eh va bè cibo e sesso sono la coppia perfetta e l’amore è libertà.

mercoledì 6 dicembre 2006

IN VERITA' VI DICO

Che spesso ho scritto per conquistare una sola persona perchè ho bisogno del suo amore per arrivare alla mia scogliera
Pertanto vi dico che farò del suo silenzio il canto dolce e segreto di una principessa muta e
ballerò per lei la danza del poeta impazzito e
farò per lei la marcia del bugiardo che non sa che altro inventarsi per non perdere l'onda che scappa
Il mare è vasto e le onde tante ma vi dichiaro che ho già messo la muta e con lo spirito di un surfista pronto aspetto quell'unica grande che che mi porterà alla mia scogliera

martedì 5 dicembre 2006

I had a dream


Anni fa feci un sogno che mi è restato impresso, e ve lo racconto.

Ambiente: un altopiano messicano, a perdita d’occhio cactus e sassi, sole a picco, nessuna traccia di umani, niente case, niente pali della luce, il nulla di nulla.
Siamo solo io e la mia fidanzata di allora, che litighiamo di brutto, camminando affiancate in mezzo a quella vegetazione spinosa.
Improvvisamente si materializzano qualche metro davanti a noi due figure femminili tutte vestite di nero, sembrano appena uscite da una messa funebre.

Ci guardano attonite.

Noi pure le guardiamo stupite, poi io dico ad alta voce:
“Ma queste da dove caspita arrivano?”

Non faccio a tempo a finire la frase che una delle due signore si avvicina ancor di più a noi e ci domanda a bruciapelo:
“Por què ustedes hablan el italiano?”
Noi incredule rispondiamo all’unisono:
“Por què nosotras somos Italianas!”

La signora gira sui tacchi e si riavvicina all’altra.
Incominciano a parlottare fra di loro.

Prima Signora: “ I knew I was right, for sure Sie verstehen nichts”
Seconda Signora: “Como puedes ser tan segura de lo que dices? Què es la verdad, exactamente?”
Prima Signora: “We have already discussed that point, let’s pass beyond”
Seconda Signora “Ho hang chi, ‘zai chi hing du. Zan mo.”
Prima Signora: “Chi ming ha, tai ho.”
Seconda Signora: “Tu es toujours ma petite chat, comme tu veux, oh-là-là. Stravàas’ nad kròchnin pash vàrda pomicìc”

Io e la mia fidanzata abbiamo ormai occhi e bocca spalancati dallo stupore.
Le due signore si avvicinano e ci parlano.

“Noi non siamo di questo pianeta” dice la Prima Signora “vi abbiamo studiato per millenni, abbiamo tentato di capire perché state così male. Secondo noi il problema della specie umana è la comunicazione: non avete un codice univoco e planetario come gli altri animali della Terra.
Pigliate due cani, uno del Senegal e l’altro cinese. Metteteli vicini: si guarderanno, rizzeranno il pelo, si annuseranno, ringhieranno, ma in pochi secondi si comprenderanno.
Gli animali di una determinata specie fra di loro comunicano efficacemente, e sono davvero poche le uccisioni intraspecifiche che abbiamo registrato.
Di sicuro non abbiamo mai osservato stragi di animali causate da animali della medesima specie.
Secondo noi, chiarezza di comunicazione e assenza di guerre sono variabili strettamente correlate.
Anzi, siamo quasi certe che la prima è causa preponderante della seconda.”

Io e la mia fidanzata ci guardiamo negli occhi.

La Seconda Signora continua la spiegazione:
“Vi abbiamo studiato a lungo e ora non abbiamo dubbi: voi umani appartenete ad un’unica specie, ma non riuscite a intendervi.
Però abbiamo anche osservato che la natura seleziona, all’interno di ogni specie, solo quei tratti che risultano alla lunga vantaggiosi, e dunque crediamo che da qualche parte, nascosto, dovrà esserci un vantaggio per la specie umana nell’avere così tante lingue diverse.
Abbiamo isolato alcuni comportamenti umani che abbiamo osservato più frequentemente negli individui che parlano una determinata lingua, e abbiamo capito che:
- l’inglese è la lingua usata da chi vuole sempre avere ragione, da chi passa sopra i diritti di altri, da chi non sente ragioni, da chi fa guerre e fomenta conflitti. E’ la lingua delle risposte affrettate;
- il tedesco è la lingua usata da chi vuole negare qualcosa, in particolare tutto quello che è piacere effimero, e vuole anche dimostrare logicamente la propria volontà di ordine e rigore mentale;
- il francese è la lingua dei giochi, dei sogni, delle risate, delle fiabe, di chi fa all’amore, di chi è preda di passioni irragionevoli.
- lo spagnolo è la lingua dei dubbi, dei tentennamenti, delle domande senza risposta
- il cinese è la lingua delle negoziazioni, dei compromessi, del commercio;
- il russo è la lingua della malinconia e dei rimpianti, delle tristezze e degli struggimenti
- l’italiano è la lingua per mentire, per dire le bugie più piccole o le menzogne più infami, per simulare, per nascondere e insabbiare."

Noi due sempre di più a guardarci negli occhi.

La Seconda Signora continua, e proprio non ha pietà di noi:
"Il cammino degli umani verso la chiarezza di comunicazione sembrerebbe prevedere l’assimilazione di tante lingue, per formare un unico linguaggio umano planetario, dove ciascuna lingua sia stata nel tempo selezionata per esprimere chiaramente e senza equivoci degli stati d’animo specifici.
E’ ovvio che la lingua italiana sia destinata a morire. Chi si ostinerebbe a parlare italiano, quando questa lingua fosse diventata la lingua ufficiale per mentire spudoratamente? I bugiardi sarebbero smascherati subito.”

La Seconda Signora si zittisce, fa cenno alla Prima Signora di continuare.
“Ecco perché vi abbiamo chiesto perché parlate italiano…attenzione, ve l’abbiamo chiesto in spagnolo, ma vi abbiamo spiegato tutto in italiano.
A voi decidere se abbiamo mentito oppure no…La menzogna esiste per certo nella testa di chi la pronuncia e che sa di mentire. Chi crede a una bugia la assume come verità, fino a prova contraria. “

...........

Mi svegliai di soprassalto. Per la cronaca, era l’epoca del primo governo Berlusconi.



lunedì 4 dicembre 2006

ANGELI TERRESTRI (piccola riflessione)

L'idealismo può portare a grandi illusioni ma anche a grandi conquiste
Oggi c'è stato il sole ieri ha nevicato intensamente
Oggi ho pensato al mare ieri al lago nascosto dietro le montagne
Oggi ho trovato una poesia nelle parole che mi fluttuavano in mente ma non ve la dico se non me la chiedete :-)
Lo spazio si è ristretto a quelle che di più premevano per uscire tutto il resto è rimasto nell'oblio come non l'avessi mai pensato
Penso alle foglie secche degli alberi nel bosco e a quelle verdi e giovani che ancora vivono rigogliosamente Mi accorgo che la morte è viva nelle piccole cose e che in piccole cose della vita potrebbe celarsi un grande valore così in un semplice foglietto bianco potrebbero posarsi come farfalle sui fiori le parole di un Angelo terrestre ossia di qualcuno che riesce a prendersi cura degli uomini suoi fratelli condividendo con loro ciò che in quel momento osa sottrarre all'oblio Gli uomini suoi fratelli decideranno un giorno a loro volta se preservare il verbo di lui e sottrarlo nuovamente all'oblio custodirlo ed esserne custoditi Forse non è giusto chiamarli Angeli terrestri e questo stesso pensiero potrebbe essere scontato solo che qualcuno io l'ho conosciuto (e certamente dandogli magari un altro nome anche voi)e anche senza che io l'abbia visto neanche negli occhi è riuscito a colpirmi al cuore come facendomi una tenera carezza E magari non era neanche del tutto consapevole di essere capace di un tale atto d'amore universale e di coraggio o forse invece nonostante tutto in fondo ci credeva con tutto se stesso e sorrideva vedendo davvero brillare quel lago che immaginava dietro le montagne Quell'ideale

Questa piccola riflessione mi piacerebbe fosse solo uno spunto per nuove riflessioni in proposito (sulla capacità di condividersi sugli ideali sul potere del linguaggio)

Inoltre con questo primo post vorrei esprimere i miei ringraziamenti a Queen I Bartle e Loggino per il loro gentile invito a collaborare in questo nuovo spazio e a tutti quelli che lo visiteranno da spettatori o protagonisti

Mi dispiace molto che per piccoli problemi tecnici io abbia trovato difficoltà a postare qui una foto (dato che con le foto amo tanto giocare) ma spero che presto risolverò intanto mi affido ai vostri occhi ai quali chiedo di immaginare per un secondo insieme a me un lago che brilla dietro alle montagne e volendo i rispettivi significati simbolici
Un saluto a tutti voi


La Ricetta della Jota

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Ieri con amiche si parlava delle sette notti del Tantra, ma oggi vi parlerò della jota. Mi chiedo quale collegamento ci sia come state facendo voi? Non lo so, ma i blog sono liberatori e perciò da qualche parte parerò.
La jota è una minestra tipicamente invernale, fatta di cavolo capuccio inacidito (capuzzi garbi) assieme a fagioli e patate e una piccola salciccia (i capuzzi dei austriaci xe tanto garbi che no se pol magnar). Dunque…ingredienti:

un pugnetto di fagioli lamon secchi
2 o 3 patate
Capucci inaciditi (capuzzi garbi)
Kimmel o cumino che dir si voglia
Una salciccina
Una cipolla di tropea …ossia una cipolla doc

Dovete assolutamente porre attenzione a cuocere fagioli e patate separate dai capucci inaciditi (capuzzi garbi) dunque loro insieme in una pentola a bollire con dado e acqua e da parte preparate i capucci inaciditi (garbi) soffriggendo prima la cipolla con la salciccia, infine aggiungete i capucci (garbi) un po’ di cumino o kimmel,acqua quanto basta alla cottura.. Cotti entrambe li unite nella pentola dei fagioli e patate e lasciate addensare ancora. La cosa è lunga. Nell’esatto momento in cui puzzerete in maniera infame di cipolla e cavolo capuccio inacidito (capuzzi garbi) vi suonerà la porta e vi troverete alla meno peggio di fronte al postino pieno di fame che un attimo esiterà a consegnarvi la posta annusando l’aria – se poi cuocete questo piatto che so…a Napoli si chiederà quale razza di intruglio state preparando giacchè ogni terra ha il suo odore – oppure la persona alla quale volevate mostrarvi perfette, belle e seducenti e in quel momento la vergogna e la disperazione vi assalirà. Siate donne e ironizzate che una donna ha nel dna il nutrire e l’accudire. Ecco forse ho trovato un nesso fra la jota e il Tantra; tuttavia vi sconsiglio di preparla per una cena per due giacchè la presenza dei fagioli non è rassicurante per la buona riuscita della stessa e non ci sarà Tantra che tenga. A me la minestra di jota ricorda la famiglia, l’inverno, il ritorno da scuola con i libri nella cartella e una fame da lupi, fra una cucchiaiata e l’altra i racconti della mia giornata scolastica a mia madre.
Vino consigliato è il Terrano (teran)
Ecco ho sempre desiderato consigliare ricette, ora sono contenta…

domenica 3 dicembre 2006

Dicembre 2006, Roma

Ieri si è tenuta una manifestazione a Roma contro la finanziaria. Vedendone la diretta e i resoconti nei vari telegiornali, mi è tornata alla mente una canzone di Gaber: che cos’è la destra e cos’è la sinistra? Bè ieri era chiaro cosa fosse la destra, quella italiana almeno, uno schieramento politico nostalgico – alla faccia di ogni Fiuggi – del fascismo, razzista, omofoba, reazionaria e intollerante. Cosa sia la sinistra oggi questo “mio” governo non me lo aiuta a capire. Mi ricorda Montanelli che invitava a votare democrazia cristiana turandosi il naso. Se ne conclude che è là perché non ci sia Berlusconi e i suoi colleghi, ma sembra trattarsi solo di una questione di tempo perché non ci sia più. E dove non arriverà il tempo, arriveranno i cittadini italiani che li hanno eletti già una volta e fanno di questo nostro Paese un paese democratico dove volendo ho piena libertà di espressione; ma, senza che questo sembri un giudizio morale, bensì una valutazione politica, sono capaci di qualsiasi cosa perché i loro figli abbiano il posto fisso, possano coltivare l’orticello della loro casa, paese, regione, ma non quello della loro Patria. In piazza a manifestare contro questa discutibile finanziaria, c’erano alcuni di quei commercianti che per primi ci hanno marciato sulle speculazioni indotte dal cambio di valuta da lira ad euro, c’erano quegli artigiani che denunciano meno reddito di un dipendente part-time epperò hanno ville e barche, non c’erano le facce di certi industriali ma facendo leva su alcune debolezze hanno trovato i visi che potevano sostituirli e dunque in fondo c’erano, cos' come i politici corrotti che hanno goduto di prescrizione e leggi apposite varate dal governo Berlusconi..c'erano pure loro.
Ma c’erano pure brave persone di destra, imbarazzate e attonite dagli striscioni e dai cori della maggioranza dei manifestanti che - come io di sinistra pure potrei fare - manifestavano contro le lacune, le inadempienze e i chiaroscuri di questa finanziaria che avrebbe dovuto essere ben diversa. E stamattina questi italiani di destra si chiedono se quella destra in piazza manifestasse contro la finanziaria oppure contro il fatto di non governare più e non potere più votarsi leggi capaci di depenalizzare il falso in biancio, condonare a più non posso, votare una legge elettorale proporzionale come quella vigente che doveva essere un capestro per chi sarebbe arrivato ma lo è stata per chi se ne andava?

Foto da Ansa LivePosted by Picasa

sabato 2 dicembre 2006

E adesso che sono qui?

Allora, se qualcuno di voi va a funghi, meglio, altrimenti mi tocca spiegare.
Spiego.

Quando si entra in un bosco sconosciuto per cercare funghi si sa cosa si cerca, ma non dove lo si trova.

L'esperienza può indirizzare il cammino verso coste ripide, dove magari non è passato nessuno, oppure verso le zone più umide esposte a nord, quando si è in periodo di siccità, o assolate e a sud, se versavice.

Comunque queste sono tattiche che quasi regolarmente non portano a successo, vuoi perché non si trova un bel nulla in tutto il bosco, vuoi perché magari si trova, sì, ma nel luogo dove mai e poi mai si sarebbe scommesso di trovare qualcosa.

Il porcino è un bastardo che sorprende, ed è questa sorpresa rinnovata che, stagione dopo stagione, fa di chi va a funghi una persona malata di accanimento e speranzosa fiducia. Addictive, very addictive.
Andare a funghi in un bosco sconosciuto è come avere il cervello sotto scacco continuo, perché qualunque modello previsionale, basato sull'esperienza macinata nel corso degli anni, risulta infruttuoso.

Quando si trovano, si riconosce che è meglio andare dove porta il culo.

Sì, senza pensarci più di tanto, e sorridere della propria ragione ed esperienza ancora una volta inequivocabilmente gabbate.

Detto questo, e posto che considero l'andar per funghi una metafora dell'esistenza, il culo mi ha portato qui. Dunque è il caso che io mi metta a cercare sotto le foglie, qui, ché qualcosa ci sarà pure, nascosta.

Cosa succede in questo blog? (Piccola analisi etimologica del termine "blog")

Hey... da qualche parte si dovrà pur cominciare! E magari cominciare dall'inizio è anche una buona idea, non trovate? E' la prima volta che scrivo su un blog, di solito io sono l'invisibile lettrice, quella che non interagisce mai e non lascia un commento neppure sotto tortura (voi che siete "oltre la cortina" mi capirete). Mi piace pensare di aver avuto una qualche utilità come infaticabile lettrice: a volte ho condiviso idee, altre meno, altre ancora ho faticato a capire il senso di ciò che leggevo (prendi alcuni post di queen per esempio... eheheheh), spesso mi sono infastidita, annoiata, esaltata, giovata di ciò che ho letto. Quasi mai però sono rimasta indifferente.
Del resto leggere un blog è bello. A me ricorda tanto quell'impagabile sensazione di quando da bambina scassinavo il lucchetto del diario segreto di mia sorella maggiore (peccato che poi non ci trovassi scritto mai niente di interessante!). Perchè, diciamocelo, è un pò un modo moderno di guardare dal buco della serratura. Solo che ora tutti lasciano le porte aperte, addirittura le spalancano al mondo intero tanto la nuova, quasi invincibile serratura è un nick. Una nuova identità, un alias che ci mette al sicuro.
Il termine blog deriva da web log, ovvero "traccia su rete". Verrebbe da chiedersi perchè siamo così affascinati dall'idea di lasciare una "traccia su rete" se poi non vogliamo essere "pescati". Forse perchè è un bel gioco, o forse perchè così possiamo dire cose che mai ci sogneremmo di dire o che mai potremmo dire senza subire conseguenze "fuori dalla rete", forse perchè l'essere umano ha creato la sua società per viverci libero e poi invece si è accorto che più la costruiva e meno libertà aveva, forse perchè una sola realtà è troppo banale, triste, scontata da vivere o forse perchè qui hai un posto che tanto laffuori non c'è.
Forse per tutte queste ragioni e per altre ancora che ognuno più o meno conosce.
Io la mia ragione non ve la dico, però per il resto pensavo che magari, se me lo lasciavano fare potevo scriverci su perfino qualche riga sulla idea di blog che ho in testa, giusto così per dire qualcosa di non completamente stupido.
Me l'hanno lasciato fare.

P.S.: Nonostante il catorcio di connessione due righe sono uscite fuori!

Riflessione

Questo blog collettivo nasce da un'idea di me e Bartle in seguito allargata ad altri collaboratori. Lo scopo e lo spirito di questo blog è quello di comunicare in rete con più persone attraverso le visioni diverse e creative dei suoi collaboratori. Non sappiamo cosa ci succederà, ma sappiamo come sia molto importante che persone diverse per età, cultura, educazione, aspirazioni si siano associate in un'attività di comunicazione quale essenzialmente la costruzione di un blog è. A nessuno degli individui che costituisce il team, ora come in futuro, è stato posto un limite di espressione oltre a quello dettato dalla nostra personale educazione e sensibilità. A nessuno dei collaboratori che si introduranno sarà mai posto. Io personalmente, che già sono titolare di un altro, spero qui invece di scoprire ed esprimere una vena umoristica ed ironica; e come avete già avuto modo di leggere l'atmosfera è molto rilassata. Sono entusiasta e grata a Bartle e Loggino per la loro presenza e lo stesso rivolgo a chi arriverà. Buon divertimento e fortuna a noi che scriviamo e a chi ci leggerà.

Dunque, in attesa che Bartle getti il catorcio di connessione che ha e si aggiungano a questo blog gli altri collaboratori, per intanto ad affliggervi sarò io, non sazia di farlo sul mio personale.
Il post che leggerete ha una premessa, ossia una discussione molto contenuta avvenuta sul forum di “ellexelle”. L’osservazione che ci veniva rivolta, non ci interessa come ovvero con quali termini e quale logica, accusava parte della comunità lesbica di una specie di “imbarbarimento” maschile. Invece a me capita di leggere altri forum oltre quello succitato, così come siti, di frequentare circoli e collettivi di associazioni, leggere giornali e libri, o semplicemente parlare con amiche e talvolta riflettendo rifarmi agli anni della mia modesta “carriera” e alle mie esperienze personali e private. Ogni volta quello che vi riscontro è esattamente il contrario ossia che le donne lesbiche si stanno liberando dalla necessità di ruoli e stereotipi, necessità che ripeto aveva una sua spiegazione e un suo senso. Non è fra le lesbiche, mi pare, che ci sia una rinnovata ingerenza della “cultura maschile” e maschilista, della peggior specie per altro, offensiva essa stessa per gli stessi uomini a quanto alcuni amici mi dicono, ma è nella società che sta accadendo da anni. C’è una dilagante maleducazione, arroganza, ignoranza del sesso e dei sentimenti, irrispettosa prepotenza nei rapporti fra gli individui indifferentemente dal loro orientamento sessuale, c’è egocentrismo ed egoismo.E questo colpisce nuovamente le donne per prime. Non viviamo una in un contesto dove il maschio, e non l'uomo sottolineo, è dominante, ma dove lo è chi possiede, chi ha forza, denaro, apparenza, potere, è sano, perfetto, trendy. Senza contare che le peggior nemiche delle donne sono le donne stesse.
Sorrido allegramente se una donna per gioco mi chiama gnoccolona, se nel contesto di una tensione erotica mi dice voglio farti godere non lo trovo inaudito, ma se mi dispregia e mi umilia per il valore della mia biancheria, per un eccesso di enfasi che può farmi commettere un errore di cattivo gusto, o una mancanza di controllo o di esperienza mi rende un’amante imperfetta, mi viene da chiederle e tu che donna sei? Un individuo femminile dotato di “donnità” ossia di dignità femminile ha il diritto, ma oserei dire il dovere di dire no quando non le aggrada, se non lo fa si pone sullo stesso piano dell’individuo da cui subisce “l’abuso” e non può aspettarsi il rispetto e la cura per sé che dimostra lei stessa per prima di non avere. Una sola eccezione secondo me è accettabile ed è quella della dipendenza – economica e via dicendo – e dell’inferiorità – di forza, di mezzi - dalla persona che in quel momento le sta mancando di rispetto. Una donna risolta e matura, femminile per usare un termine tanto amato, in un rapporto a cui tiene ma pure in uno occasionale con femminile forza appunto cerca di capire, di comunicare. Poi è pure possibile che tutta la femminilità di una donna si sia accentrata nella lingerie e dunque tolta quella non ne resta molta da mostrare.
Infine Bartle dice spesso: ogni donna ha una sua sofferenza, ogni donna sa la ragione della sua omosessualità. Su questo forse c’è molto da riflettere, ma sono cose privatissime e dunque un thread che rimanga su un livello molto meno personale è la cosa più giusta e secondo me edificante. Ripeto dunque parliamo del sesso, della sessualità femminile e della sessualità lesbica con lo stesso rispetto, intelligenza, sincerità, passione delle donne che noi donne vorremmo avessero i nostri amanti di una notte o di una vita. Siamo liberissime di non farlo, ma ogni qualvolta manchiamo scivoliamo nella stessa cultura maschile e maschilista tanto riprovevole che tanto disprezziamo e contro la cui andiamo in preda alla nausea e alla delusione, sospette di ipocrisia però. La goliardia, il colpo di teatro, il guizzo del buffone sono belli e sono anche un altro aspetto dell’essere umano, ma devono avere una loro misura. Ho letto in un post una frase che mi ha impressionato: chi si nasconde dietro ad un video, ha una solitudine che va oltre la sua stessa solitudine. Potremmo usare al posto della parola video, ipocrisia, esibizionismo, egocentrismo, vittimismo tutti insomma i nostri molteplici difetti di donne lesbiche. Ma vivere, diceva chi ne sapeva più di me ossia Platone, è divenire.

venerdì 1 dicembre 2006

Giornata Mondiale contro l'Aids



L'Aids non è sparito, semplicemente di Aids non si parla quasi più se non i giorni di buonismo questo. Per ragioni personali conosco la vicinanza alla malattia mortale, ma questa malattia è mille volte terribile perchè è associata nel comune sentire alla condotta e alla morale sessuale. Oggi ascolterete e leggerete cifre sulla sua diffusione e sulla sua mortalità che negheranno la sua scomparsa e ogni ottuso moralismo, ma una facile ignoranza continuerà a fare di essa la giusta colpa per chi ha osato trasgredire. Per tutti: per amici, per donne, uomini, bambini, che ho amato, che non conosco, artisti, gente comune, madri, padri, figli e figlie un ricordo in memoria della loro sofferenza attraverso questo post.
Queen.