lunedì 25 novembre 2013

STOP ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE



130 sono ad oggi dall'inizio dell'anno le donne morte in Italia a causa della violenza contro le donne, quelle di cui sappiamo, perchè noi non sappiamo precisamente quante, di tutte le età, razze, estrazione sociale e culturale, orientamento affettivo e sessuale, livello economico, sono vittime di una violenza che non conduce al decesso ogni giorno, in questo momento anche, in tutte le parti d'Italia.
Non chiamate follia la violenza che le ha condotte alla morte, non chiamate la loro morte giallo, non chiamate la loro morte dramma della gelosia, non chiamate amore distorto quello di chi le ha assassinate, non lo chiamate degrado culturale quello in cui la loro morte è avvenuta. Per favore, non cavalcate l'onda di una scadente e ignorante oltre ad ipocrita informazione che si è inventata la categoria del femminicidio perpetrato per lo più dal maschio, di solito marito o compagno. Chiamatela per quella che è: violenza, bestiale, la violenza è potere, la violenza per esercitare un potere di cui non siamo sicuri è dentro tutti noi e soprattutto non ha sesso, estrazione sociale e culturale, razza ed età.
La violenza contro le donne, domestica per lo più, fisica o psicologica o tutte e due insieme cominciando con quella psicologica per arrivare all'altra, è perpetrata da mariti, compagni, amici, padri, figli, fratelli, estranei e persino dalle stesse donne. La violenza contro le donne è a tutt'oggi sostanzialmente taciuta da chi la subisce, tenacemente taciuta se a subirla è una donna disabile, extracomunitaria, omosessuale. Le donne che la tacciono non sono sceme, hanno paura. Le donne che subiscono violenza e non la denunciano sanno di subire un abuso, che quello non è amore, che hanno vicino a loro un animale, ma non hanno alternativa, perchè non hanno lavoro per essere indipendenti, non hanno immediato aiuto, non hanno solidarietà. Perchè? Perchè c'è la crisi e le donne trovano ancora meno lavoro, perchè le case protette sono poche e sono pressochè inesistenti in alcune parti del paese, perchè se sono anche disabili i fondi per l'assistenza alla disabilità sono stati tagliati, se sono anche lesbiche non hanno dignità sociale in questo Paese, perchè se sono extracomunitarie sono praticamente il nulla in questo Paese.
Sappiate che ci sono teorie e testi, anche religiosi, che tollerano la violenza come metodo educativo dei figli e controllo della donna coniugata. Sappiate che ci sono donne capaci di tacere quando un uomo racconta loro, ne sono testimone, di aver picchiato o pensato di fare peggio ancora, la propria moglie o compagna, pensano: sono affari delle famiglie o qualche colpa ce l'ha pure lei, chissà non ha lavato i piatti o non cucina bene.  Ci sono madri che discriminano ancora fra  figli maschio o femmina.  Sappiate che  può succedervi di chiamare la polizia, come è accaduto ad una mia amica, dire loro di sentire una donna urlare terrorizzata sulle scale e sentirvi rispondere: tanto, stia tranquilla, non l'ammazzano. Sappiate che vi può capitare di sentire un prete dire che le donne dovrebbero farsi un esame di coscienza.
Ora pensate che una o più di quelle donne era madre come forse siete voi e i suoi figli ora sono orfani perchè tanto è un litigio di quelli soliti delle coppie. Quelle donne avevano certamente una madre come l'avete voi e ve l'hanno assassinata poichè voleva decidere qualcosa anche lei. Era certamente figlia come voi forse avete una figlia, adulta o bambina, e gliel'hanno ammazzata perchè non si faceva esami di coscienza e in fondo provocava. Forse erano sorelle di qualcuno che se le voleva portare a casa sua e assisterle nella loro disabilità, ma loro non volevano pesare sugli altri e sono rimaste insieme al loro assassino, almeno un tetto sulla testa l'avevano. Erano certamente amiche di qualcuno che spiegava loro  non poteva essere amore un rapporto così squilibrato, così possessivo, ma loro avevano paura di rimanere sole e col tempo magari cambia, si calma. Non si calmerà, statene certe. Se succederà, succederà perchè lo vuole e perchè avrà trovato una ferrea opposizione intorno a sè.
Ci servono dunque operatori della legge e della sicurezza specializzati solo in contrastato della violenza contro le donne, ci serve dunque impegno della politica nei campi del lavoro, del sociale e dei diritti civili, operatori della sanità ancora più specializzati, l'impegno degli esponenti della cultura, dell'informazione e della comunicazione più responsabili, operatori della scuola competenti, ci servono mezzi economici per i centri antiviolenza e case protette per aiuti immediati. Ci serve che uomini e donne insieme affrontino questa situazione esplosa non a caso in questi nostri anni di individualismo esasperato, di insicurezza, di cambiamento, ma in realtà sempre esistita.
Ho scelto la foto delle scarpe rosse perchè sopra quelle scarpe doveva esserci una donna viva, libera di camminare nella sua vita che la aspettava, bella o brutta che avrebbe potuto essere la sua vita, quella donna doveva rimanere con noi, certa di essere protetta e tutelata,  per portarci le sue competenze, la sua esperienza e le sue speranze necessarie per lasciare a chi viene dopo di noi un mondo senza violenza contro le donne.

domenica 10 novembre 2013

Le Cose Cambiano





 Le Cose Cambiano


Vorrei presentare un progetto relativamente recente per l'Italia: Le Cose Cambiano. Del progetto oltre che il sito, raggiungibile cliccando sul link, esiste anche il libro in formato ebook e cartaceo.
L'iniziativa proviene dagli Stati Uniti dove Dan Savage e Terry Miller hanno dato vita al sito It Gets Better.
Negli Stati Uniti, come da noi e in tutto il mondo, c'erano e ci sono numerosi suicidi di adolescenti omosessuali, Dan Savage ha voluto qualche anno fa,  fare qualcosa per questo problema del quale non possiamo disinteressarci. Prima con un video su Youtube, poi con il sito ha pensato di raccogliere il coming out e il racconto delle storie delle persone omosessuali la cui qualità della vita è migliorata nel tempo attraverso video autorealizzati che è possibile caricare sul sito; nel nostro caso sul sito italiano. Sono presenti video anche di solidarietà da altre personalità.
Serve fare alcune osservazioni.
La prima è che con questo progetto si apre finalmente una porta di solidarietà degli omosessuali più grandi per età verso quelli più giovani. Questo gesto di solidarietà doveroso è stato sempre bloccato dall'ipotesi di accuse infamanti quali quelle di pedofilia, per esempio.
La seconda è che un adolescente omosessuale non ha sempre nella famiglia d'origine quel rifugio e quel sostegno che tutti i giovani dovrebbero avere nelle loro famiglie, poichè non tutti i genitori reagiscono al coming out del figlio/a in maniera positiva; e, qualora  questo accada, la famiglia d'origine eterosessuale non è per quanto cerchino di fare alcuni genitori particolarmenti intelligenti e sensibili il luogo in cui trovare un riscontro preciso ai loro disagi, per ovvie ragioni.
La terza osservazione è che nel nostro paese bigotto abbiamo infinitamente meno personalità politiche, artistiche, intellettuali pubblicamente dichiaratasi omosessuali le quali possano con la loro presenza contribuire ad un clima culturale e sociale  totalmente diverso da quello in cui siamo immersi.
La quarta ci viene spiegata dal libro stesso ossia noi definiamo bullismo il gesto violento eclatante, ma anche il dileggio, lo sguardo derisorio innanzi a coppie omosessuali che si baciano in pubblico e via dicendo sono una sottile ma non meno offensiva e destabilizzante forma di bullismo alla quale le persone omossesuali adulte sanno certamente, o almeno si spera, reagire con maggiore efficacia rispetto ad un adolescente.
Ma l'adolescenza è, come tutti i tempi della nostra vita, irripetibile e non si capisce perchè si debba consentire un tale malessere, fino al suicidio, che privi gli omosessuali adolescenti del loro tempo stupendo, confuso, indeciso e ultrasensibile ma anche spensierato, ancora ingenuo, sicuramente fiducioso come appunto è il tempo dell'adolescenza.
Io stessa non la posso ricordare  per quanto riguarda la mia scelta affettiva e sessuale come un periodo della mia vita spensierato,  alla soglia dei cinquantanni questo mi dispiace molto, sebbene sappia di essere stata enormemente fortunata rispetto alle esperienze sperimentate dagli adolescenti della mia generazione.
Nel segnalarvi dunque il sito vorrei invitarvi a sostenere il progetto attraverso l'acquisto nel libro. Se volete o potete caricate sul sito italiano un breve video realizzato da voi il quale possa, attraverso il racconto della vostra storia o le vostre riflessioni, dare sostegno e fiducia agli adolescenti omosessuali. Le cose cambiano, dopo un pò di anni, basta resistere e se non cambiano in maniera straordinaria certamente saranno cresciuti e diventati più forti, più capaci, più creativi da sapere come dice Jeanette Winterson nella sua autobiografia cercare sempre la felicità, non  necessariamente essere felici, ma cercare sempre la felicità.
Noi più grandi abbiamo il dovere morale di aiutarli e preparare loro una società meno omofoba. A ciascuno il suo compito.