martedì 8 dicembre 2009

VIDEOCRACY

Videocracy è stato presentato alla 66 mostra del cinema, di produzione svedese, regia di Erik Gandini, appartiene al genere documentario. Rai e Mediaset hanno censurato i trailers del film. La prima perchè temeva un attacco al governo e dunque un'incompatibilità con il servizio pubblico Rai - chissà se lo hanno visto per pensarla così - e la seconda perchè Videocracy è anche un attacco alla tv commerciale.
Personalmente Videocracy non mi è sembrato un attacco al governo e anche alla tv commerciale ha rivolto una critica piuttosto blanda. Invece Videocracy ci ha mostrato qualcosa di diverso che dovrebbe farci riflettere tantissimo e non giungere a superficiali conclusioni.
Il docufilm, tale perchè lascia alle immagini e alle parole dei protagonisti - che interpretano loro stessi - di comunicarci il suo messaggio è anche un documentario perchè una voce fuori capo ci guida in un filo temporale di fatti dei quali abbiamo letto e sentito alla tv e sui giornali, ma qui è diverso perchè parlano le persone stesse interessate agli avvenimenti.
Inoltre viene ripresa e personalmente raccontata la storia di un giovane veneto, il quale ci spiega i suoi ragionamenti e le sue motivazioni alle sue sue aspirazioni e alle sue azioni. Fabrizio Corona che afferma come gli faccia schifo lo stesso ambiente in cui sguazza. Lele Mora che dice: chi male non fa non ha nulla da temere, ricordando Forrest Gamp ma con una pura ingenuità che è difficile riconoscerli.
La storia del giovane veneto lascia attoniti e toglie la voglia di pronunciarsi, verrebbe voglia di prenderlo a calci in culo, vai a lavorare e finiscila di pensare cazzate, ma quale lavoro rispettato e dignitoso lo mandiamo a fare? Quale possibilità gli diamo di cambiare la sua vita solo con il suo merito? O di accettarla così com'è perchè capace di avere una speranza di riconoscimento, giustizia e dignità? Da quanto tempo pare che tutti i guai del Paese siano causa degli operai inveterati comunisti e dei dipendenti pubblici notoriamente fannulloni? Da quanto tempo non appare un operaio in tv, ma solo culi e tette di un Paese che sembra costantemente indaffarato e anelante a tirare righe di coca e fare feste segno certo di come non esista disoccupazione, infelicità, disagio, corruzione, criminalità? Ma siamo davvero noi quelli a cui non importa nulla dei problemi del Paese oppure i problemi del Paese vengono negati così che non si abbia nulla di cui preoccuparsi? Pane e circensi al popolo, dicevano gli antichi romani.
Che cosa ha fatto diventare la nostra società tutta così com'è raccontata in Videocracy. Non solo la televisione, questo è certo.
Videocracy comincia con la tv privata di molti anni fa che non solo ha suscitato un bisogno ma lo ha cavalcato, ossia questo c'era da prima e il pensiero è che sia stato latente, soffocato da una società particolarmente impermeabile nei suoi valori, bacchettona e repressa che non vedeva l'ora di sfogarsi e che tutto questo abbia trovato il suo nutrimento nella paura della cattolica Italia del sesso, nel nostro innato perdere tempo nell'apparire per il quale a casa si picchia la moglie ma poi la domenica si va in chiesa dove tutti gli altri paesani ti vedono, dove ci si indebita per far vedere che si ha soldi per andare in vacanza ed avere il fuoristrada, la tv lcd.
Ha ragione Berlusconi quando dice: gli italiani mi votano perchè vorrebbero essere come me. La maggioranza degli italiani con il potere in mano si comporterebbe da imperatore e per genetica si farebbe beffa di tutte le regole trovandole d'intralcio.
Ma perchè è così? Sono ben altri più qualificati di me che possono dare una risposta completa e credibile, tuttavia la mia personale opinione è il vuoto politico e intellettuale e nel quale siamo cittadini ben prima dell'arrivo di Berlusconi: il vuoto era lo spazio in cui ha potuto sistemarsi per poterne fare una voragine culturale entro la quale, come sostiene Videocracy, la tv commerciale spiazza tutto divenendo l'unica forma di informazione alla quale accedere per decidere, per capire e per crescere. Le difficoltà economiche per acquistare un libro o un giornale, tutte le volte che cultura e studio sono viste con un piglio snobbistico, tutte le volte che la ricerca e la scuola sono considerate un campo in cui raccattare soldi per il bilancio, tutte le volte che l'informazione si piega al potere per non perdere un privilegio ci affidiamo alla Videocracy; ed è questo un messaggio continuo, incessante dei quali dirsi scandalizzati è solo l'ennesima ipocrisia.
Guardatevi Videocracy, soprattutto il coretto "meno male che Silvio c'è" è illuminante non su Silvio Berlusconi, ma su di noi.

2 commenti:

Acquafortis ha detto...

Grazie dell'informazione.

Queen ha detto...

Ciao Acqua grazie della visita. Vedilo perchè è molto interessante. Approfitto per augurarti Buone Feste a te e tutti i tuoi cari così come ai lettori che passeranno di qui. Ciao ciao