venerdì 10 aprile 2009

L'Aquila, 06 aprile 2009

Radieremo dall'albo quell'impresa che ha rubato sulla composizione del cemento e usato ferro liscio? Faremo controlli per applicare la nostra legge sulle costruzioni antisismiche che ci vede all'avanguardia in Europa? Ricostruendo, saremo onesti negli appalti? Non faremo mai più un condono edilizio? Investiremo soldi nella ricerca e la pianteremo di dire che studiare il radon non dice nulla quando in altre parti del mondo ci si applicano? Risparmieremo i soldi per opere inutili che non servono a chi sono destinate, perchè neanche la ferrovia e le autostrade hanno altrochè ponte, ma soprattutto sono previste in una zona ad altissima sismicità e saranno esposte ad illegalità impensabili, per destinarli alla ricostruzione, alla prevenzione e alla ricerca? Impareremo da oggi che non si muore di terremoto ma di case fatte male come vivere nella propria tomba? La smetteremo una buona volta di inventarci scuse ed attaccarci alla fatalità, perchè tutti trovano strano che un sisma non fortissimo abbia fatto quasi 300 vittime e distrutto un'intera città, demolito case costruite sei mesi fa, procurato 20000 sfollati? Capiremo che se i terremoti non si possono esattamente prevede neppure si può esattamente escluderli? E dove invece sappiamo che succederà un disastro parleremo ancora di fatalità?
Probabilmente no, non lo faremo perchè pochi paesi al mondo hanno la memoria corta come il nostro. Io vivo nella regione che 33 anni fa, il 6 maggio del 1976, lo ha subito ed oggi ne ricordano la reazione della gente e la ricostruzione come un esempio a cui rifarsi. In verità ci aiutò moltissimo che una struttura industriale e sociale già esisteva, ma i nostri morti servirono perchè dopo le cose qui furono diverse. Concediamo l'ultimo onore ossia che servano questi fra i quali ci sono tanti giovani - quelli della Casa dello Studente - e bambini e gente che tanto tremava da mesi, non è nulla, tutto normale, state tranquilli le case sono a posto.
Diceva un teologo che dopo l'Olocausto non si può più credere ad un dio onnipotente e infinitamente buono; io credo che la sua infinità bontà stiano nel nostro libero arbitrio e la sua onnipotenza in quella nicchia sotto alla trave dove per 43 ore una ragazza è sopravvissuta alla nostra follia e alla nostra vergogna.

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