…so che non leggerà mai questa lettera, ma forse qualcuno altro lo farà. Se mi fosse stato possibile avrei voluto rivolgermi a Paolo VI che certo non sarebbe stato dalla mia parte come non lo è lei, pur tuttavia lo sentivo più vicino; ma spero che questo non comprometta quanto vorrei dire. Non mi permetterò in questa lettera di discutere le sue affermazioni e il suo ruolo, perché per coerenza come rivendico il mio diritto e libertà di espressione, lo difendo e lo riconosco anche per lei; e chi sono io per contestarlo a fronte del principio religioso che è a monte della sua investitura alla soglia di Pietro?
Sono Santità una donna lesbica credente, solo questo, praticamente nulla. Tuttavia mi permetto di scriverle. Lo so che prima mi dovrei redimere e poi dovrei scriverle, magari una lettera di pentimento nella quale io illustri tutto il vuoto e la corruzione che ho lasciato. Io purtroppo non solo non ho fatto questo, ossia non mi sono redenta, ma neppure ho vissuto nel vuoto e nella corruzione. E dunque non posso scrivere quello che non è, le pare? Tuttavia non le elencherò neppure le gioie della mia vita innanzitutto perché non credo le interessino e poi perché appartengono al mio privato. Però Santo Padre mi permetta di scriverle alcune cose che come credente mi vengono alla mente in questi giorni di discussione.
E dunque io capisco come l’irrigidimento della Chiesa Cattolica provenga dal timore di perdere la sua centralità. Comprendo pure che spetti alla Chiesa Cattolica come a qualsiasi altra chiesa esprimersi su argomenti etici come l’eutanasia, la famiglia e via dicendo. Ammetto pure che la Chiesa Cattolica e la sua tradizione si sentano oggi in pericolo per la diffusione di altre religioni; e posso persino giungere a pensare che in questo modo opinabile intenda proteggere la nostra tradizione e la nostra cultura; e posso riconoscere alla Chiesa Cattolica di aver almeno lei il coraggio di parlare, sebbene talvolta dando adito a fraintendimenti ed equivoci, mentre tutto il resto impaurito, disorientato e codardo tace quando non cade nella volgarità e nel peggior populismo. Per altro anch’io penso che nascondere i nostri simboli religiosi non sia una cosa buona propedeutica ad alcunchè.
Ma Santo Padre, pur comprendendo tutto questo io mi chiedo perché ci si accanisce contro gli omosessuali, vagamente ricordando i tempi della Santa Inquisizione? Può un organismo che dalla sua nascita ha cambiato la storia dell’uomo, anzi è stata fondata perché la cambi, essere così debole da ricorrere a questo ancora in questi nostri anni?
Questi sono già anni troppo violenti e folli, una buona parola di calma e di tolleranza non è una parola detta a vuoto e non dimostra alcuna debolezza. E quando la buona parola viene dal successore di Pietro, essa può solo arricchirci e aprirci alla convivenza e alla tolleranza per un ulteriore progresso.
Infine Santo Padre io vorrei rassicurarla, ma credo lo sappia meglio di me, che non saranno i pacs o cose simili ad impedire che uomini e donne si sposino e facciano figli, così come non è l’assenza dei pacs e simili ad impedire che due uomini e due donne stiano insieme. Io le chiedo dunque Santità di comprendere che ho diritto in quanto cittadina italiana e per sua fortuna (forse) non della Santa Sede, di vedere riconosciuti i miei diritti di libertà quando non ledo le libertà altrui, di vedermi riconosciuta come legittima compagna quando mi assumo tutte le mie responsabilità e i miei doveri, di non leggere etichettato il mio amore come “amore debole” quando per viverlo mi trovo persino a sfidare gli strali ecclesiastici. Vede io talvolta penso che il mio Dio non sia pienamente d’accordo con la mia vita e le mie scelte, ma abbia uno sguardo benevolo su di me in quanto sua figlia come ogni individuo di questa terra. Penso pure che nel suo imponderabile disegno divino nell’accavallarsi delle umiliazioni e delle difficoltà della mia vita, Egli abbia celato significati che diversamente non avrei compreso. Penso pure che nel suo disegno per me, abbia messo al riparo dall’infelicità un uomo e dei figli, perché io comunque avrei mancato se non di certo ai miei doveri di madre, sicuramente a quelli di moglie. Penso pure di onorare il mio Dio ogni qualvolta amo secondo la mia coscienza e con la serietà e la gioia che Egli ha voluto donarmi attraverso l’esempio terreno del suo Figlio.
Le chiedo dunque Santo Padre qualora potesse di non impedire e casomai aiutare lo Stato Italiano del quale sono cittadina contribuente, - sa i soldi non hanno etichetta – di modo che esso mi dia prova della sua civiltà ma soprattutto di essersi riappropriato della politica se essa come diceva Aristotele è l’incontro delle genti, delle culture e dei bisogni.
Al mio Paese non chiedo la carità: voglio tutti i miei doveri insieme ai miei diritti. E nel farlo non chiedo un matrimonio né civile né religioso, ma non voglio neppure un contratto da sensale dei mercati di altri tempi.
Mi rimprovererà lo so di aver scritto “il mio Dio”, ma vede se io per la mia scelta affettiva sono fuori dalla Chiesa Cattolica, non posso scrivere nostro. Ma comunque Lui ci guarda entrambe. Grazie Santità.
3 commenti:
ciao Queen trovo che questa lettera sia davvero intensa e particolare...io la menderei davvero :-)...certo per capire "sensale"data la mia ignoranza sono dovuta ricorrere al dizionario etimologico :-)...cmq brava, davvero mi è piaciuta molto
Queen, non ho fede nè religione, perciò non riesco ad essere scalfita da qualunque cosa il Papa dica.
Mi dà molto fastidio invece il fatto che qualunque politico, di qualunque schieramento,prenda comunque in considerazione se non addirittura come riferimento per tutto ciò che attiene la sfera personale del cittadino quanto viene proferito da questo capo di stato.
Il problema è che un imperatore non è rimasto, il senso dello stato laico non ce lo siamo costruito, l'unità di un popolo men che meno, ed è rimasta solo la compagine Guelfa.
Sogno che lo Stato Vaticano sia trasferito in blocco a Gerusalemme, e poi che si dilaniassero come meglio credono.
Come ti ho già detto privatamente, sui blogs io ho scritto di tutto senza essere turbata da quello che scrivevo. Ma io sono stata educata nella Chiesa Cattolica, a me è stato insegnato che il papa è eletto non per investitura popolare, ma divina ossia egli è non solo il successore di Pietro ma pure il rappresentante di Dio. Mi ci sono voluti anni di studim di riflessioni e di esperienza perchè io come te, ma differentemente da te, perchè credente non sia "scalfita" dalle parole del pontefice, pur tuttavia, in ricordo di quella che è stata la mia evoluzione, le sue sentenze non solo mi deludono e mi offendono, non solo le trovo incoerenti, ma mi lasciano una profonda amarezza se la chiesa non è stata per me il luogo dove ottenere un passaporto nella società, ma un sollievo ai dubbi e i timore che come ogni essere umano ho e posso avere.
Per quanto riguarda i politici, io credo che abbiano perduto ogni senso quando fare il politico è divenuta una professione; ed è avvenuto molti ma molti secoli.
Hai ragione non solo non siamo un Popolo, ma soprattutto il nostro Stato non è laico. Laico, non ateo distinguiamo. E' laico colui il quale non consente ai suoi principi religiosi di influire e condizionare l'amministrazione della cosa pubblica.
A me pare che il problema dei Pacs o simili, non sia come ha detto La Russa, sebbene in senso dispregiativo, la "leggina" sulla successione, sul contratto d'affitto e amenità varie. Quella ce la possono fare e probabilmente quello avremo. Il problema è il "matrimonio". Il matrimonio è per un credente un patto davanti a Dio per tutta la vita con un individuo. Per chi non lo è un patto davanti alla società che ne legittima e prende atto dell'esistenza, per i non credenti, ove il diritto ne regola i doveri e i diritti.
Io e migliaia di donne e uomini omosessuali come me pensiamo di aver raggiunto una tale maturità di cittadini da poter dire no, non vogliamo questo, o almeno questo non basta. Vogliamo l'applicazione di un semplice principio, quello della Costituzione ossia che ogni cittadino è uguale all'altro e non vi sono distinzioni e disciminazioni di sesso, religione ecc. ecc. Passi questo messaggio e passi attraverso le decisioni della politica e del Parlamento. Non scomparirà l'intolleranza, ma senza dubbio avremo come Paese compiuto un passo di civiltà, lasciando così ai prossimi italiani una nazione migliore.
Grazie Uli. Penso che sortisca più effetti qui dove è...purtroppo.
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