mercoledì 27 gennaio 2016

27 Gennaio 2016 - Nel Labirinto del Silenzio

È stato un caso che oggi, la Giornata della Memoria, abbia visto quel film che avevo sulla scrivania da diverso tempo: il Labirinto del Silenzio del regista Giulio Ricciarelli nato a Milano e cresciuto in Germania, attore che ha realizzato con questo film la sua prima regia.
Il film è bellissimo, ve lo consiglio caldamente. È stato geniale lasciare in alcune scene spazio al silenzio, appunto, piuttosto che ripetere ciò che ormai risaputo, atroce nella millenaria storia di violenza e sangue del genere umano.
Si sta dimenticando tutto, è una delle frasi di una sceneggiatura efficace. Si stava dimenticando tutto, ed era il 1963.
Si sta dimenticando tutto, anche ora, o forse si è già dimenticato il senso profondo di quell'immane atrocità che furono i campi di sterminio, le persecuzioni razziali e il regime nazista.
Nel film il giovane avvocato chiede ai personaggi intorno a lui, di cui alcuni giovani, cosa sappiano di Auschwitz e tutti rispondono: niente.
Niente, non stento a credere che sarebbe la risposta dei nostri giovani di oggi; smemoratezza, negazionismo, ignoranza hanno già prodotto i loro frutti. Il resto lo farà il tempo venendo a mancare chi visse quella tragedia e noi, i miei coetanei, che finora hanno riportato i ricordi di nonni e genitori.
Io non so se nella storia si ripeterà quello che accade. Si dice: mai più; ma non sono certa basti. Tendo a credere che sì, succederà di nuovo come prima era già stato. C'erano già stati altri stermini nella storia del genere umano. Quello che ha di folle e tremendo quanto accadde mezzo secolo fa, è la sistematicità e il metodo. Quello che ricordando quello sterminio additiamo come disumano non è che sia stato fatto a un intero popolo o categoria di persone, di per sé già una sufficiente aberrazione, ma che l'essere umano sia stato capace di una cosa simile, e quindi la disumanità forse non esiste.
Hitler fu sottovalutato. Per anni si è sottovalutato il pericolo di Daesh, anzi la si è adoperata per certi interessi come si fece a quel tempo con il dittatore tedesco. Allora era il popolo ebraico, mentre oggi è l'Occidente con le sue tante razze ed etnie, le sue libertà e i suoi valori a volte incoerenti. In quegli anni gli ebrei erano la colpa di tutto. Nei nostri anni gli immigrati sono la sua causa dell'incapacità dei governi di amministrare e provvedere ai bisogni dei loro cittadini. Si potrebbero fare decine di analogie.
Spero nella Memoria ma non sono sicura che basti però, in questo giorno dopo un anno che ha cambiato l'Europa e cambierà le nostre vite, mi dico che non bisogna smettere di voler sapere cosa accadde.