lunedì 23 novembre 2015

I gatti di Bruxelles







Questo stupendo micetto con il papillon sarebbe Elio Di Lupo, ex premier belga. Mi sono sbellicata dalle risate e intenerita per il micetto; adoro i gatti così simili a noi.
In questo momento, mentre la capitale belga è blindata e la polizia ha chiesto di non twittare nulla riguardo quello che sta accadendo nelle vie del centro e negli altri quartieri di Bruxelles, un belga e con lui molti altri hanno innondato Twitter di foto di gatti, gattini, seccati, annoiati perché non possono uscire. Chi l'ha fatto, ha riassunto in un gesto il meglio di quest'Europa: la libertà da cui hanno origine l'ironia, il coraggio pur nella nostra paura, la fantasia, il gioco, sintetizzando solo una piccola parte delle ragioni per cui siamo odiati a quel modo.
Dai fatti di Parigi, si continua a ripetere che questo è un attacco alla nostra libertà, a me pare invece un attacco alla nostra ingiustizia che speriamo non sfoci nell'ostracismo assoluto ai cittadini europei islamici, poiché in questo modo non si farebbe altro se non il gioco dei terroristi i quali hanno pianificato una stretegia di contrapposizione fra le nostre diverse culture di cui una guerra civile in Francia o nell'intero continente europeo sarebbe l'ultimo auspicabile risultato.
Ieri migliaia di cittadini islamici italiani sono scesi in piazza per chiedere ancora, per l'ennesima volta scusa. È stato loro chiesto di non proteggere o nascondere alcuno, di vigilare e parlare loro per primi.
Noi italiani conosciamo questa domanda che poniamo sempre alle persone vittime delle mafie e sappiamo che, pur vittime, tacciono per timore della loro stessa vita; come accadrebbe a loro: verrebbero giudicati miscredenti da punire con la morte.
La stessa cosa accadde al tempo delle Brigate Rosse che riuscirono a sconfiggere solo quando nelle fabbriche e in ogni luogo dove quei nostri terroristi credevano di avere consenso, cominciò invece la rivolta e si cominciò a indicare, a dire, a parlare; chi lo fece, ci rimise la vita. Questi sono eroi. Questi lo sarebbero. Quei cittadini agirono così per la libertà della nostra vita, quella di ogni giorno, quella colpita a Parigi; e per giustizia.
Gli islamici in Italia spesso sono scappati da regimi tirannici, cercando da noi quella libertà che nel loro Paese non avevano, sperando di essere giunti in un Paese migliore in cui crescere i loro figli e vivere la loro vita. Ora, se li ritrovano qui, alle calcagna e nell'ingiustizia che troppo spesso subiscono in questa Europa, nelle teste dei loro figli si apre quello spiraglio entro cui entrano le parole delle medievali e folli teorie dell'estremismo religioso.
Pensatevi in un altro stato, non vorreste integrarvi se questo significasse perdere la vostra identità culturale, vorreste solo e semplicemente avere dignità in cambio del rispetto delle leggi e della cultura della nazione in cui vi trovate; ma rimarreste sempre e comunque italiani, come ci sono gli italiani d'America, dell'Australia ecc.
Io chiedo scusa agli ebrei per le leggi razziali. Chiedo scusa per le Crociate, l'Inquisizione, la pedofilia impunita nella chiesa cattolica, Wojtila sul balcone con Pinochet e come trattò monsignor Romero, le ingerenze negli affari politici dello stato italiano che negano i diritti alle persone, un infinito elenco; pur non essendo cattolica, anzi queste sono proprio le ragioni per cui mi sono allontanata dalla chiesa. A proposito, 129 vittime sono state un pugno abbastanza forte?
E indico quelli della mia cultura e nazionalità che spargono odio, fomentano l'intolleranza, cavalcano l'ignoranza con titoli di giornali, proclami nei comizi, chiacchiere smisurate nelle quali loro stessi non credono, come non credono in nulla questi terroristi, eppure ripetono e ripetono esponendoci a un rischio immane; lo fanno per vendere più giornali, avere più voti, scaldarsi il culo sulle poltrone dei talk show ed essere invitati a sproloquiare a destra e a manca, nella società dell''immagine è il massimo; tornaconto, tirando le somme. Lo stesso rischio a cui prima ancora ci hanno esposto i nostri governanti con la loro miopia, incapacità, avidità di consenso elettorale; eppure non ci separiamo da loro né mai lo faremo dalla ragione in virtù della quale sono là: la Democrazia. Questa Democrazia che 60 anni fa è costata milioni di vite, italiane e di tutto il mondo.
Quello che stiamo vivendo non finirà in una settimana, mese o anno, e avrà ripercussioni sulla nostra vita sociale, economica, politica: sulle nostre vite in ogni loro aspetto e soprattutto su quelle che verranno; nel dolore, immane come quello di Parigi, si cambia; come si cambia dipende dalla qualità, la grandezza, lo spessore di quello che eravamo prima. La Francia farà i conti con i suoi problemi interni, come noi in Italia e il resto dell'Europa. Si sapranno e si comprenderanno gli errori madornali compiuti già 60 anni fa, e ripetuti in una coazione che non ha per motivo solo la miopia politica e storica. L'Islam farà i conti con sé stesso e, poiché si tratta di una cultura ricchissima, il totale non sarà questo massacro di valori e speranze.
Oggi nella versione online di un quotidiano nazionale appare la lettera di una ragazza musulmana e italiana che scrive di voler difendere il suo Paese, l'Italia. Ha 22 anni e vuole rimanere una donna libera in questo paese. Fra le vittime del Bataclan ci sono 10 musulmani di Francia. A Parigi è morta anche una giovane italiana: un esempio dei giovani italiani migliori. La sua famiglia ci sta dando una lezione di dignità.
Questa non è una guerra fra culture bensì una guerra fra la cultura della morte, dell'oscuratismo, dell'abuso e quella della libertà. Ma non è un attacco alle nostre libertà ma alla nostra ingiustizia che infanga i nostri valori. Se li abbiamo, come li ha la comunità islamica, crediamoci e pratichiamoli. Non è giustizia far dormire gli immigrati sulle sponde dell'Isonzo come non lo è accogliere chiunque magari privando del nostro soccorso chi ne ha veramente bisogno; ma il denaro dell'Europa e dell'Italia è stato speso in privilegi incomprensibili, rubato alla sicurezza e al welfare, sperperati in progetti insensati; è questo il problema. Soprattutto il denaro è stato e continua a essere accumulato da pochi per i quali valiamo meno di niente noi nelle vie di Roma come loro nelle sabbie del deserto. Per accogliere bisogna togliere risorse a chi è stato abbattuto, qui, nelle nostre nazioni, da una crisi economica che ha ucciso vite, speranze di chi non è più giovane e il futuro di chi giovane lo è; un'intera generazione persa, lo spettro della povertà sulle nostre nazioni, un fiume di rabbia; non è guerra questa?
Allo stesso modo in cui noi dobbiamo spiegare tanta commozione per Parigi ma non per Beirut o i morti dell'aereo russo, o la strage in Mali. Ci spieghino perchè tanta indignazione per le vittime in Palestina e non per lo sterminio e l'assedio di Sarajevo o di Srebenica: perchè piaceva a qualcuno fossero annientati?
Noi cresciuti nella tecnica e in un senso di onnipotenza ci lasciamo impressionare solo quando la morte la vediamo vicino: ci sciocca la morte di un genitore o di un amico o di parente, molto meno quella di una persona che non conosciamo, e per nulla se nulla abbiamo in comune. La morte che rimuoviamo con ogni mezzo, ci sconvolge e si ricorda a noi stessi quando ci colpisce nei luoghi in cui viviamo e dove solitamente non pensiamo alla morte: una sala da ballo, un cinema, l'autobus, mentre camminiamo per mano a chi amiamo perchè l'amore è esorcizzare la morte.
Sento i miei vicini musulmani, ai quali non rivolgo la parola non per razzismo ma semplicemente perchè non ho confidenza, dire: la terra è di Dio. Nel nome di nessun Dio – ebreo, cattolico, muslmano o altro – si può fare alcun terrorismo o guerra. Perché non abbiamo pensato, non abbiamo un misterioso bisogno di pensare, un Dio per seminare morte bensì perché abbiamo necessità di misericordia e pietà quando le nostre vite sono tremende e incomprensibili, a partire dal perché siamo qui e come possiamo vivere nel migliore dei modi, tutti insieme, finché arriverà la morte, lasciando un mondo migliore a chi avrà la fortuna di partire per il viaggio della vita.
Pace, vi prego Pace; o ci stermineremo uno con l'altro, confermandoci come la specie più stupida perché non ha saputo usare e onorare i doni di Dio: l'intelligenza e la memoria, la creatività oltre il semplice bisogno.