Martedì un uomo e una donna sofferenti, dilaniati e umiliati nella dignità umana dalla malattia, in due differenti stati europei hanno scelto di morire. Uno ha trovato il riscontro della legge alla sua domanda di eutanasia da parte di uno stato civile e laico; l’altra no, la sola cosa a cui avrebbe potuto appellarsi sarebbe stata l’interruzione delle cure in uno stato sicuramente più laico del nostro, che almeno avrebbe circondato la scelta di Chantal del silenzio del pudore. Ne scriveva Francesco Merlo su Repubblica, in un bellissimo articolo, mercoledì 19 marzo. Il giornalista si chiede cosa sarebbe accaduto da noi? Le sue ipotesi sono calzanti: quotidiani e tv avrebbero violentato la vita e poi la morte di due persone malate, forse ci sarebbe scappata una moratoria e infine una lista elettorale. Noi non conosciamo il pudore, qualora noi lo avessimo mai avuto, in questo ultimo decennio noi lo abbiamo perso.
Savino Pezzotta ad Annozero si è indignato – ha invocato pudore – sul tono di Santoro enunciando che 14000 mila minorenni si sono avvalse della IVG. Il suo senso del pudore non è scattato bene da fargli intuire che la stragrande maggioranza di quelle minorenni, non praticavano, probabilmente perché non lo sapevano né loro né i loro partners, la contraccezione ed avevano probabilmente una scarsa educazione sessuale. - Quand’ero ragazzina io i maschietti, ed è a tuttoggi così, non volevano il preservativo perché non si sente nulla. Non mi ami era l’ultima frase del ricatto: qualcuna di noi diceva lo stesso no, più sveglia e indipendente di altre, qualcuna si affidava, spesso ignorante come una capra, a coitus interruptus o a varianti le quali avrebbero dovuto proteggerle, qualcuna acconsentiva. Pochi mesi e non le si vedeva più a scuola. - Il cattolico Pezzotta non ha nemmeno lontanamente pensato alla responsabilità della Chiesa Cattolica sulla insufficiente applicazione della parte preventiva dell’aborto che la legge 194 ha nei suoi primi articoli. Qualora abbia pensato all'astinenza non ha saputo spiegarci le ragioni profonde, i valori non solo religiosi che possono far preferire questo ad altri mezzi e forniscono alla scelta di astinenza di una coppia uno spessore che non è quello di castigare ed impedire un peccato. Il suo senso del pudore non gli ha dettato di non bacchettare inutilmente, oziosamente i presenti, in un atteggiamento che è parso una manfrina della serie io credo di più, io amo di più i futuri nascituri, io soffro di più della donna stessa che accetta l’IVG.
Alla trasmissione era presente una ragazza non normo dotata che in una lettera a Ferrara si è definita “il feto malato” che è nato. Straordinariamente intelligente e lucida questa ragazza inchiodata ad una vita difficile dal destino e dalle lacune della nostra società, ha chiesto pudore parlando di eugenetica ogni qualvolta una madre portatrice di un feto malato decide per IVG; e ci ha raccontato la storia sua e della sua famiglia, straordinaria come ce ne sono molte in questo Paese senza senso del pudore, quando un secondo nascituro stava per venire al mondo con la sua stessa malattia. Questa ragazza e la sua famiglia ci hanno sbattuto in faccia l’indifferenza e il vuoto della nostra società che, nell’essere colpevole, non ha il senso del pudore di non giudicare.
Ho aspettato questi giorni appositamente per scrivere questo post. Per i credenti avviene in questi giorni la Resurrezione di Cristo, il più difficile dei dogmi della fede cristiana. Ma prima della sua Resurrezione c’è la sua malattia ossia l’essere mortale come qualsiasi uomo e la sua sofferenza ossia l’assenza di pudore dei sepolcri imbiancati, dei mercanti del tempio, del tradimento di Giuda. C'è la ferocia, l'odio di farlo patire lentamente. C’è la sua eutanasia, quel soldato romano che gli spezzò le ginocchia per abbreviare l’agonia sulle croce. E la sua Resurrezione alla destra del Padre. La nostra Resurrezione, alla fine del tempo, in un’altra vita.
Buona Pasqua a tutti