E' estate quando riprendo l'abitudine di alzarmi presto ed andare a comperare il giornale, lasciarlo sulla scrivania per poi riprenderlo nei pomeriggi caldi e leggermelo al fresco del ventilatore, all'ombra, il più lontano possibile dalle accalcate spiaggie.
Tra il desolante panorama della politica italiana, mi è capitato di leggere le condizioni degli omosessuali polacchi di questi tempi sotto un'onda di intolleranza. Leggo che ad un ragazzo il medico ha consigliato, in quanto paziente omosessuale, di rivolgersi ad un altro medico ossia ad un veterinario "sei un animale devi andare dal veterinario" ha sentenziato.
Leggo dell'arresto di due uomini che si baciavano al Colosseo. Tutte le associazioni gay a ribellarsi. Personalmente la penso come il filosofo G. Vattimo; non ho mai manifestato in pubblico i miei sentimenti: non quando sono stati per uomini, nè quando sono stati per donne. E' questione di educazione e temperamento probabilmente, ma credo sia anche cura e discrezione per i propri rapporti ed affetti. Non sento la necessità di lasciarmi andare a pubbliche effusioni per ottenere un passaporto di normalità. Non sento la necessità di provocare l'opinione pubblica con atti che per me appartengono strettamente alla dimensione privata.
Credo che se quei due giovani stessero dando spettacolo, sia stato giusto l'intervento della pattuglia; se così non fosse, è un segno di cosa sta accadendo, compresa la strumentalizzazione dell'accaduto. Nell'articolo la ministro Pollastrini diceva l'evidenza ormai: c'è un certo clima di intolleranza verso gli omosessuali che sta decollando verso vette sempre più alte, frutto delle discussioni politiche dei mesi passati, della polemica, dell'ingerenza eccessiva e non sempre coerente della e con la Chiesa. C'è, negarlo è ipocrita e controproducente. La signora che incontro in panetteria è molto più civile di alcuni deputati, dunque non sono le persone come lei la causa di tutto ciò.
Dulcis in fundo, leggo le affermazioni di Gentilini - la pulizia etnica degli omosessuali - tutto il mondo politico è insorto, persino Calderoli ha detto "non ci sto". Ma intanto...
Che ci sia un mercimonio dell'omosessualità come dell'eterosessualità, è cosa risaputa da tutta la comunità omosessuale, però attenzione stiamo scivolando nuovamente nel: omosessualità=illegalità.
Rimango della mia idea, per quanto impopolare, il folclore del Gay Pride è solo una carovana infantile in pasto ai media, come il bacio alle 22 sotto al Colosseo e tutte le belline quanto inutili manifestazioni che le associazioni omosessuali possono inventarsi. Sono io a dire stavolta: non ci sto.
Serve, come dice Pezzana, il sogno dell'infelicità. Seriamente perseguito ossia senza dare un colpo alla botte e uno al cerchio.