giovedì 12 luglio 2007

Cevapcici e libri

carne di manzo tritata 200g
carne di maiale tritata 200g
farina di tipo 00 100g
cipolla 1
paprica dolce 1 cucchiaini
sale qb
pepe qb



E' estate inoltrata e non c'è nulla di meglio che una grigliata o barbecue - per dirla come chi parla fine - in giardino. Procuratevi gli ingredienti sopra elencati, amalgamateli, date la forma di piccole e sottili salcicce: eccoli, sono i cevapcici. Con loro ci potete grigliare delle costine, dei peperoni o melanzane, quello che vi pare. Sudate come bestie vicino al fuoco, un fumo che i vicini vi bestemmiano gli avi fino alla settima generazione, non importa voi date prova di "intelligenza sociale" vostra e altrui.
Il libro è di Daniel Goleman - autore anche di "intelligenza emotiva". E' un libro - per me che ho passato l'età in cui si cercano i tomi di psicologia, tanto complessi quanto indecifrabili, per spiegarsi perchè e per come di questo e quello, quando spesso non c'è nulla da capire - molto interessante. Illustra le neuroscienze in modo colloquiale, ci dice che il nostro cervello è fatto per connettersi agli altri, ci spiega cosa gli accade di buono e di cattivo quando io invece dei cevapcici vorrei grigliare qualcuno, ma se non lo griglio è meglio non solo per l'interessato ma anche per il mio stesso cervello: gli risparmio delle scariche di sostanze che a lungo andare potrebbero danneggiare lui e tutto il resto. In verità, l'esperienza e la vita ci avevano già insegnato che se io accolgo un amico con un pugno in testa difficilmente tornerà a trovarmi, però a volte lo si dimentica. Così come è stato interessante leggere delle applicazioni di questi studi nei servizi sociali: scuola, carceri, assistenza. Il succo è che un medico interessato non solo alle mie vertebre, lo preferirò ad un altro ed anche tutta la terapia sarà più efficace.
Allora voi alla grigliata invitate oltre che gli amici insuperabili in allegria, anche quello un pò sfigato, cercate di avvicinarlo emotivamente: ne avrete un beneficio emtrambe.
Come dice il Dalai Lama in "l'arte della felicità" non si pensa mai che lo scopo della vita - non lo pensano medici, terapeuti, industriali, imprenditori - dovrebbe essere la felicità, ovviamente non quella edonistica ma quella del sentirsi amati, rispettati ed importanti per una persona come per la collettività intera. Ci si accontenta del meno peggio, tuttavia il tempo non ritorna. Ci hanno quasi persuaso che lo scopo della vita è possedere il palmare, ingozzarsi di pandistelle eccetera eccetera. Non ho idea di come arrostiscano questi prodotti, anzi vi sconsiglio di provarci poichè temo liberino nell'ambiente sostanze inquinanti. Certo è che i cevapcici sono buoni e mangiare insieme attorno al fuoco è una bellissima sensazione atavica.

Bevetici sopra birra, coca cola, vino, acqua tutto quello che vi aggrada, conta solo alzare il bicchiere con la comprensione di essere uno uguale all'altro nello spavento e nello sgomento, nel bisogno di rispetto e amore.