giovedì 5 aprile 2007
Cento Chiodi
Ho sentito dire da un ecclesiastico qualche giorno fa che siamo alla fine di un'epoca con tutto quanto essa comporta. Nei fotogrammi in cui il protagonista in inglese dice ad una allieva indiana - che ha già affermato di interessarsi alla filosofia delle religioni perchè la religione è l'unica certezza del suo popolo - c'è più calore in una carezza che in tutti questi libri, e dunque si prendono le mani e infine si baciano spontaneamente, senza chiedersi alcunchè, c'è l'essenza di questi nostri anni di razionalità e di tecnica e dei nostri tentativi di rivoluzione attraverso altra razionalità e scienza che non ha ci ha reso più felici di quanto abbia fatto la prima.
A suggello che nessuna cultura ha un senso se non cambia e libera l'individuo per portarlo a quanto ha veramente bisogno ossia di amicizia e di amore.
In un'altra scena il protagonista chiede al suo interlocutore quanti libri ha letto? Egli gli risponde forse una decina, sa ho avuto da fare, ma sono molto contento della mia vita. L'altro gli risponde che se guarda indietro la sua vita, vede una vita di carta. l'opposto di questa affermazione non è viva l'ignoranza! L'opposto di ciò è essere liberi anche dai libri, che io amo tantissimo come il regista di questo film, ma solo sfogliando i giornali e leggendovi lei contrapposizioni, le guerre di religione e civiltà mi rendo conto cosa abbiano fatto.
Come donna mi rimarrà la tristezza raccontata sorridendo di un ricordo espresso da una delle attrici che racconta come da bambina sulle sponde del fiume, bambina più carina di tutte le altre, giocasse con i suoi coetanei e questi la rincorressero per alzarle la gonna, tutti a farle solo quello tanto che le parve di essere nata solo per quello. Alcuni libri hanno inchiodato noi, è vita ora crocifiggere loro.
Ogni viso racconta qualcosa senza sia quello di un famoso e bellissimo attore, anzi al contrario. Ripetuta è nelle vicende che vi accadono, un legame con quelle dei Vangeli, fino al tradimento quando si dice: noi abbiamo solo firmato, lui ha scritto.
Fino al confronto con un prete che ama di adorazione i suoi antichi libri, in cui si afferma che al Giudizio Universale sarà Dio a rendere conto di non aver salvato dal dolore il mondo. Il Dio scritto nei libri da altri uomini. Basti pensare che una frase nei Vangeli, oggi si sa senza alcun riscontro storico, una pura invenzione quale è stata: e il suo sangue ricadrà su di noi - ossia il popolo ebraico - e i nostri figli, attribuita alla folla in occasione dello scambio fra Barabba e Gesù, ha dato l'autorizzazione ad una persecuzione verso gli ebrei in quanto assassini del Messia che ha comportato in duemila anni di storia sciagure orripilanti e perduranti a tuttoggi.
Una persona come me, per la quale i libri hanno fatto tantissimo, esce dalla sala con un enorme amore verso di loro, ma con l'impressione di aver visto espressa in questo film un'osservazione che feci qualche anno fa in un momento terribile della mia vita e di nuovo ora che si sta ripetendo: non c'è in questi miei libri, nelle cose che so e ho imparato e continuerò a studiare una sola che mi consoli e mi potrà mai ridare la vita di un suo abbraccio.
Ai lettori di questo blog e ai miei collaboratori una Buona Pasqua, un abbraccio
martedì 3 aprile 2007
Care socie,
Care lettrici e lettori* di questo blog, se siete capitati qui un motivo ci sarà e ora che ci siete, tanto vale che restiate.
Buona Pasqua, I.Bartleboom.
* Scommetto un uovo di pasqua kinder gran sorpresa che i lettori maschietti di questo blog non superano le dita di una mano...
domenica 1 aprile 2007
Grazie della sua risposta
Buongiorno caro don Franco, grazie di questa ulteriore risposta, grazie infinite !(ho impiegato un po’ a risponderle che quando scrivo a lei mi emoziono un po’). Prendo spunto per scriverle proprio da quello che mi ha detto nella sua ultima email “per tutta la vita tanta grinta nella lotta per i diritti. Buona Pasqua signfica augurarsi di alzare la testa contro chi opprime e sapere che Dio ci spinge in questa direzione”.
Penso a Gesù e a come Lui stesso fu preda della soldataglia, flagellato e fatto oggetto di scherno. Alla sua Passione e Morte, alla via del Calvario, a come cadde sotto il peso della Croce e a come fino all’ultima ora, quella dell’angoscia suprema, dopo aver chiesto a Dio perché l’avesse abbandonato, abbia poi affermato : “Padre nelle tue mani raccomando il mio destino”. Io caro padre, sinceramente , non so se ho davvero tutta quella fede che a lei è sembrato di percepire dalla prima lettera che le ho mandato : certo vorrei averla. Le dico questo soprattutto perché ammetto di non avere una vastissima cultura teologica, dato che solo adesso quest’interesse si è ripresentato in me così vivo, o meglio vivissimo. Ho sete di conoscenza della parola di Gesù, questo si. Ho voglia di seguire il Suo Esempio, certamente. Il mio interesse, spero di trovare le parole giuste per spiegarlo, è letterario. Mi interrogo sui miracoli : spesso resto scettica ma poi penso al miracolo della Creazione, della Vita sulla Terra , e tutto torna possibile, tutto torna vero. Gesù è il figlio dell’Altissimo mi dico, ha il Trono di David. Spesso sono combattuta se guardare ai miracoli come eventi simbolici, altre volte se guardarli come eventi empirici, altre volte ancora li vedo sia come eventi simbolici che empirici. So di non essere blasfema dicendo questo perché Dio stesso mi ha dato la facoltà del dubbio e naturalmente l’accolgo come suo dono. A volte mi rendo conto di essere un po’ contraddittoria a pensarlo, altre volte invece ci vedo una certa mia coerenza. Poi mi dico che accetto anche la contraddizione come dono di Dio. Ora sto pensando ad esempio a quello che leggo sia stato il primo miracolo di Gesù : quando a Cana cambiò l’acqua in vino. Mi dico che ovviamente solo Gesù lo potè fare e poi pensando a tutti gli altri uomini , alla storia, al progresso, ai miglioramenti, non posso non pensare che questo miracolo di Gesù mi ricorda anche che tutte quelle volte che qualcosa che lì per lì appariva immodificabile,poi attraverso il coraggio, la sete e l’amore di giustizia, della verità, del prossimo, è cambiata! Qualcosa che era qualcosa si trasforma in qualcos’altro. Così ora come ora sembrerebbe un miracolo se qualcuno riuscisse a cambiare e rinnovare la chiesa e il pensiero che cerca di portare avanti. Suonerebbe un po’ come cambiare l’acqua in vino (?) Leggendo sull’enciclopedia, (così faccio spesso per aiutarmi a trovare le parole che poi voglio usare quando scrivo)trovo scritto : “ Vivendo in mezzo al popolo , Gesù sapeva bene quali erano le componenti della sua vita e proprio da queste traeva lo spunto della sua spiegazione.” Alla manifestazione ho visto quanto lei, essendo lì a parlare e ascoltare , anche una minoranza (probabilmente minoranza poi chissà), ecco lei mi ha riportato davanti agli occhi l’esempio di Gesù. E quando ha parlato dei faraoni del Vaticano mi ha ricordato quello che leggo sia stato il primo atto di Gesù : la cacciata dei venditori dal tempio. Sul’enciclopedia che sto consultando è scritto così : “Il mite Gesù s’infiammò di sacro zelo e proruppe :<
“Vivere una sola vita,
in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo è prigione.
Amare un solo amico,
un solo padre,
una sola madre,
una sola famiglia,
amare una sola persona è prigione.
Conoscere una sola lingua,
un solo lavoro,
un solo costume,
una sola civiltà,
conoscere una sola logica è prigione.
Avere un solo corpo,
un solo pensiero,
una sola conoscenza,
una sola essenza,
avere un solo essere è prigione.”
E’proprio vero, anche per me che, come lei ha scritto , questa poesia dice che come la nostra vita d’ogni giorno, anche la teologia ha bisogno delle ali della poesia. Grazie per averla riportata nel suo testo, chissà se altrimenti mi sarebbe capitato di leggerla. Sa che mi ricorda? Una poesia di Paul Eluard che sicuramente conoscerà, non so, è una delle mie preferite, mi ha sempre accompagnata nel mio viaggio e visto che l’adoro la riporto qui :
Libertà
Sui miei quaderni di scolaro
Sui miei banchi e sugli alberi
Sulla sabbia e sulla neve
Io scrivo il tuo nome
nfiammò di sacro zelo e proruppe :<
Su tutte le pagine bianche
Pietra sangue carta cenere
Io scrivo il tuo nome
Sulle dorate immagini
Sulle armi dei guerrieri
Sulla corona dei re
Io scrivo il tuo nome
Sulla giungla e sul deserto
Sui nidi sulle ginestre
Sull'eco della mia infanzia
Io scrivo il tuo nome
Sui prodigi della notte
Sul pane bianco dei giorni
Sulle stagioni promesse
Io scrivo il tuo nome
Su tutti i miei squarci d'azzurro
Sullo stagno sole disfatto
Sul lago luna viva
Io scrivo il tuo nome
Sui campi sull'orizzonte
Sulle ali degli uccelli
Sul mulino delle ombre
Io scrivo il tuo nome
Su ogni soffio d'aurora
Sul mare sulle barche
Sulla montagna demente
Io scrivo il tuo nome
Sulla schiuma delle nuvole
Sui sudori dell'uragano
Sulla pioggia fitta e smorta
Io scrivo il tuo nome
Sulle forme scintillanti
Sulle campane dei colori
Sulla verità fisica
Io scrivo il tuo nome
Sui sentieri ridestati
Sulle strade aperte
Sulle piazze dilaganti
Io scrivo il tuo nome
Sul lume che s'accende
Sul lume che si spegne
Sulle mie case raccolte
Io scrivo il tuo nome
Sul frutto spaccato in due
Dello specchio e della mia stanza
Sul mio letto conchiglia vuota
Io scrivo il tuo nome
Sul mio cane goloso e tenero
Sulle sue orecchie ritte
Sulla sua zampa maldestra
Io scrivo il tuo nome
Sul trampolino della mia porta
Sugli oggetti di famiglia
Sull'onda del fuoco benedetto
Io scrivo il tuo nome
Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome
Sui vetri degli stupori
Sulle labbra intente
Al di sopra del silenzio
Io scrivo il tuo nome
Su ogni mio infranto rifugio
Su ogni mio crollato faro
Sui muri della mia noia
Io scrivo il tuo nome
Sull'assenza che non desidera
Sulla nuda solitudine
Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome
Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome
E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà.
(Paul Eluard)
Ah don Franco, ho letto le celebrazioni di alcuni patti d’amore che lei ha tenuto e mi sono commossa ancora. Sa una cosa? Per me varrebbe moltissimo , ma davvero molto molto molto, ora come ora, se un giorno succedesse , che fosse lei a celebrare il patto d’amore fra me e la donna che “amo”.. Sarebbe un altro meraviglioso giorno di festa ! Con questo la saluto e visto che so che oggi ha un incontro con la comunità cristiana di base per la celebrazione della Pasqua e se Buona Pasqua significa augurarsi di alzare la testa contro chi opprime e sapere che Dio ci spinge in questa direzione, allora buona buonissima ottimissimissima Pasqua anche a lei (io anche se fisicamente qui sto lì con lei) e a voi tutti
Ulix