giovedì 22 marzo 2007

Le chiese e gli ombrelli.



Io mi ricordo di strade polverose, di sirene spiegate, di una moltitudine oceanica, di una grande croce su una collina, del solleone d'agosto che picchiava, degli idranti, di interminabili file indiane e di questo discorso, che si è impresso parola per parola nella mia memoria:

"In realtà è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna. Carissimi giovani in questi compiti non siete soli."

Eppure non si contano tutte le volte in cui mi sono sentita sola, dentro una chiesa gremita di persone, nel chiuso di un confessionale o in mezzo a due milioni di giovani. Tanti erano i "papaboys" a Tor Vergata il 17 agosto del 2000 in occasione della quindicesima Giornata mondiale della gioventù e quello era il discorso di Giovanni Paolo II alla veglia del sabato sera.
Andare a Tor Vergata è stata l'ultima cosa che ho fatto da cattolica, non c'è che dire... ho chiuso in grande. Fino ad allora, la Chiesa era stata la mia seconda casa; nel paese dove sono nata e cresciuta non c'è niente per i giovani, non un campetto di calcio, non una sezione di partito, non un circolo ricreativo, neppure una specie di parco giochi. L'unica cosa che c'era e c'è sempre stata è la chiesa. In chiesa potevi suonare la chitarra, giocare, divertirti e poi pazienza se ti dovevi ascoltare pure la messa, pagavi pegno volentieri pur di starci dentro.
Poi crescendo i giochi finiscono e restano solo le messe e un bel giorno ti accorgi che, non si sa come, ma a furia di prediche, giaculatorie e litanie ti hanno seminato qualcosa dentro. Per quanto tu voglia cancellare, arrabbiarti e dimenticare non potrai mai farlo del tutto. Dentro, in fondo ti resta sempre quel qualcosa. Qualcuno la chiama fede. Ma a pensarci bene, io non so se posso scomodare questo parolone: nella maggior parte dei casi più semplicemente si tratta di un "credo".
Fino a 24 anni tutto il mio tempo libero l'ho passato in chiesa: ho fatto la catechista ai bambini, ero responsabile parrocchiale dell'Azione Cattolica, facevo parte della Pastorale Giovanile della mia diocesi, del Cammino Neocatecumenale, ho cantato nel coro, ho organizzato cerimonie, spettacoli, la festa per il compleanno del parroco, le trasferte in ritiro, ho pitturato le palme a Pasqua, raccolto le ginestre per il Corpus Domini e preparato il presepe a Natale... vivere la chiesa praticamente riempiva la mia vita.
Ora quasi non riesco più a metterci piede in una chiesa.
A 24 anni il mio cervello ha detto basta, il mio equilibrio si è spezzato. Ho passato ben due anni della mia giovinezza a dormire di un sonno profondo. Non sonno in senso figurato... ma quello vero, che bene o male appartiene a tutti per sette, otto ore al giorno, solo che per me durava quasi il doppio. Apparentemente fino a quel momento per chi mi conosceva non avevo niente che non andasse: avevo tanti amici, mi mancavano solo cinque esami all'università, uscivo il sabato sera dopo il pomeriggio passato in parrocchia e scherzavo e ridevo. Non fosse stato che per quel piccolo particolare che non ero fidanzata, direi che sembravo proprio una persona "normale".
Quando ho parlato per la prima volta ad un prete della mia omosessualità l'ho fatto in confessione, come se fosse stato un peccato. L'ho confessato più volte il mio peccato, ogni volta il prete che avevo davanti sbiancava ed io crollavo in lacrime. Una volta mi son sentita dire che la mia omosessualità era come le guerre, le malattie, le brutture dell'umanità derivate dal peccato originale. Io proprio non mi capacitavo di questa cosa, dato che sono sempre stata pacifista e non capivo proprio cosa avessi a che fare io con le guerre. Un'altra volta un frate mi ha dato il bigliettino da visita di uno psicologo che operava in un consultorio. E pure di questo non mi capacitavo: se vengo in chiesa è perchè voglio parlare con un prete, diversamente se volessi parlare con uno psicologo lo andrei a cercare altrove... vi pare?
Io non so perchè mi ostinavo a parlare con questi preti, forse cercavo solo un aiuto, mi aspettavo comprensione dalla mia seconda casa e famiglia, dato che non avevo il coraggio di chiederli alla mia prima casa e famiglia. Forse mi sembrava troppo scontato aspettarmi che un prete mi dicesse "Non ti preoccupare, se Dio ti ha creata così un motivo ci sarà e noi chi siamo per giudicare i disegni di Dio? Non ti preoccupare, non sei malata e qui sarai sempre la benvenuta, anche se deciderai di condividere la tua vita con una donna seguendo il tuo cuore".
Non ho trovato mai nessun prete che mi dicesse queste parole e alla fine ho smesso di chiederle. Forse, evidentemente, è il caso di dire che sbagliavo parrocchie... Delusa, arrabbiata ho creduto di andare via sbattendo la porta, in realtà erano loro che l'avevano sbattuta in faccia a me.
Io non so quanta parte di colpa abbia avuto questa porta sbattuta in faccia nel determinare la mia grave e lunga depressione di cui ho sofferto dai 24 ai 26 anni ed oggi che sono una persona nuova, neppure mi interessa, ma sicuramente non mi ha aiutato ad accettarmi e a vivere bene.
Non è stato facile per me fare piazza pulita del giudizio della chiesa sì da non giudicarmi oltre. Mi sembrava impossibile vivere senza rispettare le regole che avevo imparato e che credevo troppo giuste per essere messe in discussione. Solo nel sonno trovavo l'unico rimedio per un problema senza soluzione.
Fino a quando, un bel giorno, ho capito che se non firmavo un improrogabile armistizio con me stessa, se continuavo ad avere l'impressione di vivere in un mondo che non mi tollera, che non mi capisce perchè non vuole sforzarsi di capire, che preferisce far finta di niente o disprezzarmi, correvo il rischio di reagire con odio, rabbia, frustrazione e risentimento.
Questo rischio mi ha spaventata più di ogni altra cosa.
Da quel momento mi è stato chiaro, che la vera soluzione era quella di non accanirmi più a cercare una soluzione; l'unica cura, quella di lasciarmi in pace; la preghiera più efficace quella di chiedere a Dio il coraggio di modificare ciò che posso e la serenità di accettare quello che non riesco a cambiare.
Se avessi incontrato anche un solo don Franco Barbero prima, ora probabilmente starei ancora lì a combattere la mia piccola battaglia personale nella mia seconda casa.
Invece ora che ho trent'anni il giudizio della Chiesa non mi tocca più, mi lascia indifferente. Le parole del papa non mi stupiscono, non mi destano rabbia, semplicemente ho smesso da tempo di considerarle.
Ma non posso essere ingiusta e fare di tutt'erba un fascio. Conosco troppo bene la chiesa per non sapere che c'è tanta parte di essa che merita rispetto, stima, ammirazione, che fa un lavoro silenzioso, notevole. Fa il lavoro della vera chiesa, quella che aiuta gli emarginati, i poveri, tutti coloro che chiedono aiuto.
Ho avuto modo di conoscere anni fa, durante un incontro di Pastorale, una ragazza di nome Chiara Amirante, che ha cominciato avvicinando tutti i barboni e i derelitti della Stazione Termini e mano a mano è riuscita a mettere su una (o forse ora sono tre...) grandi comunità a Roma di nome Nuovi Orizzonti, che offrono aiuto a tossicodipendenti ed emarginati. La storia personale di questa ragazza ed i suoi occhi come fanali sono cose che non si possono dimenticare.
E sono contenta che Ulixes riceva queste belle risposte da don Franco, chè a 23 anni nessuno meriterebbe di sentirsi giudicato, e per giunta di un giudizio divino, per ciò che è.
Un paio di anni fa ho di nuovo messo piede in una chiesa. Avevo un appuntamento con una mia amica per la presentazione di un libro lesbico, nel centro storico di Napoli, ma la mia amica tardava ad arrivare e, per quella timidezza che col tempo a fatica ho superato, non avevo avuto il coraggio di entrare da sola in quella libreria. Allora ho cominciato a camminare su e giù per San Biagio dei Librai e poi Spaccanapoli, arrivata a Piazza del Gesù sono entrata nella chiesa del Gesù Nuovo. Si stava celebrando una messa e c'erano si e no una ventina di persone. Anni addietro da un confessionale di quella chiesa mi era arrivato il giudizio più duro, quello che più di tutti ho mal digerito: in quanto omosessuale non ero stata ritenuta degna di assoluzione.
Mi sono guardata un pò in giro. C'erano tutti i confessionali occupati, ho aspettato che si liberasse il padre gesuita che mi sembrava il più anziano e burbero. Mi serviva uno che fosse capace di un acceso contraddittorio. Ed invece così non è stato. Ho parlato quasi solo io, della mia storia, di come ero stata giudicata e condannata per quella che non potevo sentire una colpa.
Alla fine, dopo essermi sfogata per bene, vedendo che il mio interlocutore taceva, ho salutato e preso per andar via. Non mi dava soddisfazione averla vinta così facile.
Allora il padre è uscito dal confessionale, mi ha fermato e mi ha chiesto solo: "Ora ritornerà, rimetterà di nuovo piede in una chiesa?" "Non lo so"- è stata la mia risposta.
Oggi in chiesa mi capita di entrarci solo quando sono particolarmente triste o quando piove e non ho un ombrello con me. Ma quasi sempre resto poco, anche se fuori diluvia.


P.S. : Nel secolo scorso John Stuart Mill affermò che le nuove idee attraversano tre fasi di rifiuto.
Prima fase: sono errate.
Seconda: sono contrarie alla religione e quindi la Chiesa vi si oppone.
Terza: sono vecchie scoperte, banali, puro frutto del semplice buon senso e tutti le avremmo pensate se avessimo avuto il tempo, il danaro e l'interesse per farlo.
Io vorrei dire a tutte le mie amiche ed amici gay, lesbiche e trans di essere fiduciosi... in fondo siamo già alla seconda fase.

mercoledì 21 marzo 2007

UN'ALTRA CAREZZA PER LEI DON FRANCO BARBERO


Caro Don Franco, ciao, sono una ragazza di 23 anni, lesbica, a quanto pare ;) e felice. Oggi ancora più del solito perché ovunque io mi giri ritrovo vedendolo e sentendolo il sorriso di Dio. E se ho deciso di scriverle è perché se oggi lo avverto più del solito è anche grazie a lei, al suo amore per gli altri così forte che è riuscito a giungere anche a me come a moltissimi. Lei oggi mi ha fatto una carezza con le sue parole scritte e pronunciate e con il suo amore ; veramente me l’ha fatta molto tempo fa (addirittura prima che io nascessi) ma l’ho recepita “solo” oggi tutta così bella o forse sabato alla manifestazione DIRITTI ORA. E’ stata una carezza che come avviene con le carezze,non si è fermata a quel giorno ma ha continuato ad accompagnarmi fino a questa sera e sento che mi accompagnerà per la vita. Così mi è venuta voglia, anche leggendo un tenerissimo periodo che lei ha scritto sulle carezze di farle una carezza a mia volta. Ne ho sentito l’urgenza perché so che una carezza in più non toglie nulla e aggiunge molto e poi perché so nel profondo quanto lei possa sembrare un personaggio scomodo. Ma questo lei lo sa. Sa da bambina andavo sempre in chiesa . Ho ricevuto battesimo comunione e cresima e ogni volta che uscivo da lì mi sentivo ancora più colma d’amore. Ancora non sapevo di essere omosessuale (nemmeno che sarei diventata una dissidente creativa) e quello che diceva il sacerdote durante la messa mi sembrava bellissimo. E ogni volta prendevo quello che diceva quasi per oro colato, forse perché non avvertendo ancora ciò che avrei avvertito non recepivo “l’offesa”. Ma ero una bimba. Poi è successo che durante l’adolescenza mi sono innamorata per la prima volta di una donna e confrontandomi con quello che mi circondava come avviene crescendo, oltre a capire che molte posizioni di quel sacerdote non le condividevo per niente ho anche capito che da molti ecclesiastici ( e naturalmente non solo), la mia omosessualità e molte mie idee erano considerate una forma di perversione. Forse è stata la prima volta che non mi sono sentita amata ma tradita. Non mi sono mai più confessata, non ho più messo piede in una chiesa se non per andare ai funerali oppure per guardare e adorare le numerose, il più delle volte bellissime rappresentazioni di Gesù e della sua infinita famiglia. L’espressione del suo sguardo, la sua voce, che ho sempre sentito risuonare anche dentro me erano troppo belle, umili e buone perché giudicasse il mio amore ( ciò che di più bello e forte potessi avere), una forma di perversione e debolezza, un vizio. Eppure quegli uomini che si professavano essere i suoi portavoce mi dicevano che lui pensava questo di me. Sa don Franco, un pomeriggio come altri sono entrata in una chiesa qui a Roma durante una cosiddetta messa e ho visto che era semivuota. Non c’era nemmeno un giovane quel pomeriggio. Mi sono rattristata un po’ ma ora capisco meglio il perché. Mi dicevo : è questa la mia chiesa? La messa era solo una cantilena perché il sacerdote recitava a memoria preghiere o leggeva dei passi , senza quasi aggiungere nient’altro di suo. Dentro continuavo a ripetermi che invece di una persona illuminata come “ingenuamente” mi aspettavo di trovare, c’era un personaggio spento, senza nessun entusiasmo- il fuoco della vita. Sono uscita da lì e mi è mancata tantissimo, (come non mai!) , quella sensazione tutta particolare di pace e amore che provavo da bambina dopo la messa. Ho creduto per un po’ che una gioia di quel tipo non l’avrei mai più provata. Mi sbagliavo. Oggi dopo aver letto qualcosa che lei ha scritto (che ho reperito nel suo blog ), il mio cuore si è aperto a quello stesso modo e ho pianto di commozione. Vorrei ringraziarla per avermi incondizionatamente accolta e aiutata. Ammetto di essermi quasi chiusa per molto tempo in me stessa nel senso che avevo fatto, come si dice, di tutta l’erba un fascio, permettendo ai faraoni del Vaticano di ferirmi profondamente senza nemmeno rendermene conto. E’ stato un mio errore permetterlo certo, ma ultimamente mi ripeto sempre questo aforisma di Jim Morrison : “Un eroe non è chi non cade mai ma chi una volta caduto trova la forza per rialzarsi.” Queste stesse parole vorrei dire a quei faraoni (scusi il prestito ;-)), laccati d’oro che si permettono di affermare di seguire Quell’Altissimo Esempio di umiltà e coraggio che è stato, è e sarà Gesù. Credo che ogni persona che reprima il suo amore infuso da Dio, come questi ecclesiastici che stanno su “altissimi” troni sontuosi vorrebbero io e tutti quelli/e un po’ come me facessimo, stiano sbagliando e soffrano moltissimo. (per di più definendosi cristiani). D’altra parte mi dico che il diavolo è un pericolosissimo angelo ingannatore e mi interrogo sul fatto che la loro più che una comunità d’amore a volte mi sembra quasi una setta satanica. Mi ricordano tali persone, quei maghi che tanto spesso ingannano la povera gente inventandosi di sana pianta finte verità solo per il loro tornaconto personale. Come si può dire che lo facciano in buona fede? Non ho sentito mai da costoro, come invece umilmente l’ho sentito da lei, sperare di non essere in errore, insomma Socrate con tutto quello che sapeva ammetteva di non sapere! La dotta ignoranza… La stimo anche per questo. Sa don Franco, io da qualche mese collaboro ad un blog collettivo formato oltre che da me da altre tre donne che mi pare di stimare molto. Una delle mie collaboratrici una volta vi ha postato una lettera scritta a Ratzinger io le ho scritto che mi era piaciuta e che gliel’avrei mandata davvero , ma lei saggiamente, ha risposto che avrebbe sortito maggiore effetto nel nostro blog, lì dove era stata messa. In effetti condivido. Come anche lei stesso dice “Ma perché le nostre strade diventino comunicanti occorre, a mio avviso, evitare una trappola. Occorre evitare di chiedere permesso, di chiedere l’autorizzazione e la benedizione alla “chiesa del bussate e vi sarà chiuso”.Finché gay e lesbiche, divorziati/e, separati/e, conviventi, oppure preti che incontrano un amore continueranno a chiedere il permesso di vivere le proprie esperienze alla chiesa-gerarchia, forse non nascerà molto di nuovo. Continuare a bussare alla porta della chiesa-gerarchia per chiedere di entrare e per ottenere almeno un posticino all’ombra ad occhi bassi e tenendo il fiato per non disturbare nessuno, significa bussare alla porta sbagliata e compiere un’operazione da schiavi/e.” Anche per questo ho deciso di rivolgermi direttamente a lei che mi può vedere meglio perché sulla soglia , oltre che per ringraziarla e abbracciarla. Certo , Gesù era un Rivoluzionario. Evviva Dio che è Amore, evviva lei e tutti gli illuminati, tutti i figli di Dio, evviva Lutero ed evviva Zapatero. Le chiedono di tornare e chiedere perdono? Sono certa che un giorno in un modo o nell’altro succederà il contrario. Continui come lei sa fare : certo lei che è libero veramente e sotto la protezione delle ali lo farà ma non credo sia del tutto inutile se glielo dico anch’io. Erano moltissimi quelli che alla manifestazione gridavano gioiosi che l’avrebbero voluta Papa subito e credevano in lei, l’ho visto con i miei occhi. Lei può e sa davvero aiutare gli altri, gli uomini hanno un grandissimo bisogno di lei e di molti altri che come lei difendono i legittimi diritti. Credo che se tutti potessero/sapessero leggere l’amore che lei sa dare , un giorno ci sarebbe più gente intorno a lei che alla finestra tremolante di mago Benny XVI. Credo davvero debba essere la gente ad eleggere il suo Papa come il popolo il Re e non la gerarchia broom broom boom ! Credo siano loro gli eretici non noi e con la lingua simile a quella del serpente osano anche dire che la nostra manifestazione è stata una carnevalata. Piuttosto è la loro recita ormai ad essere una pagliacciata! Non provo rabbia verso di loro ma compassione. E se anche a volte la rabbia tenta di sopraffarmi a causa della mancanza che sappiamo ,cerco di trasformarla in amore perché io amo tutti . Fra l’altro gli show ultimamente non gli riescono bene . Lo dimostra anche il fatto che Ratzinger il giorno di Natale, (l’ho visto in tv), a quella messa solenne, ha fatto a stento un sorriso e si è dimostrato ancora una volta un pochettinino buio e chiuso in se stesso. Ma in quel giorno nasceva Gesù, come ad ogni istante. Gesù mi perdonerebbe se sbagliassi o odiassi, lo so, ma le dico che le sto parlando col cuore, un cuore stracolmo d’amore. La saluto offrendole la carezza che le avevo promesso all’inizio : ma che dico, non una , 10 , 100, 1000, quante ne vuole. Se lei vorrà le scriverò ancora :-) , intanto comunque continuo a scrivere sciocchezze ;) in questo blog : lystiatkyssa dove mi chiamo Ulixes e dove c’è anche il link di Ottosopra/Sottosopra che dir si voglia, il nostro giovane blog collettivo in cui se a lei facesse piacere vorrei pubblicare come mio post anche questa lettera che le sto per inviare. Grazie dell’ascolto ma soprattutto del fatto che io possa ascoltarla. Leggerò presto i suoi libri e continuerò a leggere ciò che lei scrive, verrò a sentire anche le sue messe e spero che la sua comunità diventi sempre ma sempre più grande .Le sto vicina e prego per lei, avrei voglia di parlarle ancora e ancora e seguire i suoi consigli, ma adesso ho fretta di mandarle questa prima carezza e se anche questa volta si commuoverà potremo commuoverci insieme


*Lettera da me inviata a Don Franco, firmata naturalmente con il mio vero nome, e messo l’indirizzo del mio blog per intero.. :


LA SUA RISPOSTA:

Carissima S.,

la tua calda lettera, oltre a narrarmi e confidarmi il tuo coraggioso ed intelligente percorso di vita, mi ha portato la tenerezza delle tue carezze. Le ricevo come una benedizione, come olio per la mia lampada, come spinta per camminare anche in salita e contro corrente. Grazie, cara S....
Tu sei un po' troppo generosa con me. Io sono , in verità, una piccola persona con tutti i limiti che sono tipici della nostra umanità. Ringrazio Dio che mi ha messo nel cuore un fuoco che continua ad ardere e che non accenna a spegnersi. La fede mi ha spinto fuori dai rectini e dalle prigioni dell'ufficialità, ma mi ha regalato il contatto con un numero stragrande di persone "appassionate" che hanno una luce nel cuore... Proprio come sei tu... che percepisco come donna piena di energie creative e di fede.
Resterò, se tu lo vorrai, in contatto con te. E andrò a vedere il vostro sito sul quale potete riportare qualunque vostro e mio scritto. Compreso anche questo.
Ohè, cara S... Tu hai esattamente un terzo dei miei anni... Metti nello zainetto del tuo cuore tutti i bei doni che Dio ti ha regalato, falli fiorire perché la lotta sarà lunga e la gioia sarà tanta (e non ti mancherà nemmeno qualche fatica).
Un ciao a te di tutto cuore e una carezza anch'io voglio fartela giungere.
Ti abbraccio

don Franco

*Naturalmente la S puntata che ho scritto qui, nella lettera che ho ricevuto da Don Franco era il mio vero nome per intero.
*La foto che ho messo qui per l'occasione è una delle ultime che ho fatto

Un saluto- Ulix

lunedì 19 marzo 2007

Everyman

"Non puoi rifare la realtà..." sono le parole del protagonista di questo che definiscono il capolavoro di P. Roth - per saperlo esattamente bisognerebbe averne letto gli altri romanzi come io non ho fatto - e che la figlia dello stesso ricorda al funerale del padre.
Il libro è la storia di una vita non riuscita come il possessore la voleva, come spesso accade nelle vite. E' il racconto di una vita sotto l'influsso non solo di sè e delle sue scelte, ma del corpo, degli eventi ineluttabili in una vita, di altre vite che entrano nella nostra. I pensieri di questa vita alla fine sono quelli di tutti noi ed ecco il perchè del titolo.
Non so se sia un capolavoro, ma è certamente uno dei più bei libri che ho letto per la precisione delle emozioni, delle riflessioni raccontate unitamente ad una lucida malinconia che non cade nel cinismo.
Buona lettura

domenica 11 marzo 2007

La Ricetta del Riso alla Cantonese

Piselli, due etti circa

Prosciutto cotto, due fette a danini

Porri, uno o due sottilmente affettati

Uova due

Riso Thai o Basmati meno di mezzo chilo

Salsa di soja

Dunque affettate i porri sottilmente e cuoceteli in poco olio che con troppo vi cresce la panza e se avete la mia età il metabolismo si rallenta e dimagrire è un calvario. Toglieteli e nella stessa padella con l’olio rimastovi, cuocete una frittata. Fate poi a dadini il prosciutto e sminuzzate la frittata, sempre nella stessa pentola che già avete usato unite piselli, uova, e porro al riso, alla fine condite di salsa di soja, fate saltare per qualche minuto e servite.

Premesso che io detesto la cucina cinese in generale, l’unica cosa che ne apprezzo è il riso alla cantonese e il dolce di cocco fritto. Probabilmente mi piace per i diversi sapori che vi si trovano, traslando in senso intellettuale S. Tommaso diceva: non ti fidare dell’uomo di un libro solo. E infatti io non mi fido – quel poco che per natura riesco a fidarmi – né delle cose né delle persone monotematiche. Oltre ad annoiarmi, mi spaventano perché penso che per credere ad una cosa sola, senza mai un dubbio, si debbano essere private di qualcosa e quando uno ha privato se stesso, poi castrare pure gli altri non solo è automatico ma è una passeggiata, la reiterazione coatta di una perversione. Poi i piatti a base di riso mi piacciono per la loro leggerezza ma intrinseco valore nutritivo, più o meno la differenza che passa tra un individuo che con leggerezza e precisione, perizia ti fornisca gli strumenti per capire e criticare e quella tra un bacchettone che sottintende ho già pensato io, so già tutto, a te non compete di pensare, solo di ripetere. Asfissiano, tolgono la libertà di capire e ragionare e la libertà è sacra, almeno quella di realizzare sé stessi e la propria vita. Eh bè poi i piselli mi ricordano sempre quei giochi di ragazzini a tavola, quando li si tirava per mezzo del cucchiaio trasformato in una catapulta, senza che i genitori vedessero, nel piatto del fratello o della nonna. Metti per esempio io fossi a tavola con un paio di politici, di ministri, di ecclesiastici tu sai che strage farei di piselli!!!!!! E ho pure una mira scarsa che a quel punto verso gente il cui compito è ascoltare e mediare i bisogni del popolo, dare prestigio e decenza alle istituzioni, diffondere una buona parola di speranza e carità, considerata la mia scarsa mira, un gioco innocente – diceva Wilde che conservarsi bambini è saggezza – diverrebbe irriverente. I porri in effetti sono un po’ tristini, lunghi lunghi, verdi, ridotti in fette poi, penso non siano molto amati neppure fra gli altri ortaggi a crescere sempre così alti, sopra la testa di tutti. Il riso è un nobile carboidrato che con le proteine della carne fornisce la forza della passione della vita che è impeto e coraggio per gli amori siano come siano, per le lacrime che non mancano mai in ogni vita, per gli ideali che non sono cose vane, ma il nostro motore verso la giustizia dell’eguale diritto pur nella diversità. La negazione insomma di come disse Berlusconi al Parlamento Italiano riguardo i comunisti mangia bambini che si credono il figlio di un operaio debba avere gli stessi diritti del figlio di un ricco. Ma che scherziamo! Come dire che io compagna di una donna debbo avere gli stessi diritti di un marito. E ma non li voglio neppure: io il piatto da tavola me lo porto via da sola e alla mia biancheria ci penso io che se lascio ci penso lei spendo tutto il prossimo stipendio a rifarmi il guardaroba anche se lo compro al mercato ovviamente, essendo stata figlia di operai, anzi di una coppia di conviventi per 35 anni e di una donna religiosissima che ha temuto, a forza di sentirsi ripetere dal parroco, che viveva nel peccato - ah quella chiesa che dovrebbe accogliere con parole di fratellanza e con i suoi principi illuminarci e aiutarci a distinguere il vero dal falso - le fosse venuto il cancro per punizione divina non essendosi mai sposata all’uomo separato con cui aveva convissuto per 35 anni nel concubinaggio, ovvio, si intende. Le uova sono belle, cotte e crude, sono il simbolo per eccellenza della fertilità che è in ognuno di noi purchè non ce la ammazzino con il calcolo, l’ignoranza e le loro infelicità. La salsa di soja è quel tocco che riequilibria tutto come succede quando un disastro ti arriva fra capo e collo, allora fermi tutto e cominci a scremare, ad individuare quello che è vero e quello che è un bluff, apparenza, tempo perso, hai fatto un passo avanti pur nel dolore, un passo alla volta fa una strada.

Il riso alla cantonese piace alle donne, ho notato. A quelle precisine - non mi toccate che mi rompo e mi contaminate, che se lo mangiano risetto per risetto, controllano quanto sono tondi i piselli, politicamente corretto il prosciutto, annusano l’uovo per accertarsi di quanto sia fresco. Da come parliamo, da come ci atteggiamo comunichiamo il nostro modo di essere, non oso, neppure mi interessa, di sapere come siano donne così nell’intimità – a quelle che se lo spazzolano in un attimo, per tener testa ad un ragionamento via gli scappa di parlare a bocca piena seppur scusandosi e dopo aver atteso un tempo educato, mi dicono: ce n’è ancora un po’ chè mi piace proprio? Sagge, intelligenti e donne abbastanza da capire per istinto che il coraggio di essere sé stesse è la cosa più affascinante.

Vino consigliato è un bianco ovviamente, fresco, un Tocaj Friulano, Sauvignon del Collio, Vernaccia di San Gimigno

sabato 10 marzo 2007

Caro Giulio...


Certo che non è facile trovarlo dappertutto un uomo così. Ancora vivo.
Non è mica da tutti vantare titoli del tipo: padre della Costituzione, sette volte presidente del Consiglio, otto volte Ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, due volte Ministro delle Finanze, Ministro del Bilancio e dell'Industria, una volta Ministro del Tesoro e dell'Interno, uomo simbolo della DC, parlamentare dall'inizio della Repubblica ad oggi e infine (si fa per dire...) senatore a vita dal 1991.
Al Signor Giulio non piacciono gli omosessuali. Chissà forse si è accorto che l'uomo che ha baciato tanti anni fa non faceva per lui, non era l'uomo giusto.
Caro Giulio, con tutti gli uomini che ci sono al mondo ti dovevi baciare proprio il capo della mafia? Se la vostra storia non ha funzionato mica vuol dire che ora te la devi prendere con tutti gli omosessuali, con i DICO e con il governo... Forse, ci hai pensato...? Non eri il suo tipo... del resto, non te la prendere, ma mica ti puoi atteggiare ad Alain Delon!
Beh comunque che trovate geniali le tue. Uscire dall'aula mentre si vota la fiducia al Prodi bis... se esci dall'aula abbassi il quorum e ci fai un favore, se poi magari non ci rientri proprio più ci fai una grande cortesia. Del resto sarebbe pure ora. Magari è la volta buona che ti metti per casa in pantofole, vai a messa due o tre volte al giorno, ti fai le parole crociate davanti al camino e la sera prima di addormentarti provi a riflettere.
Io lo faccio sempre. Riflettere, intendo. Penso a quello che ho fatto durante il giorno, a quello che ho fatto di buono, se c'è, e soprattutto agli sbagli che ho commesso. Sai, a rifletterci bene almeno uno sbaglio al giorno si trova sempre. Non c'è verso. Gli errori sono inesorabili, basta ammetterli.
"Reato di partecipazione all'associazione per delinquere... (Cosa Nostra)... concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980", "...ravvisabile il reato di partecipazione alla associazione per delinquere nella condotta dell'eminentissimo personaggio politico nazionale" che ha contribuito al "rafforzamento della organizzazione criminale". Reato, pur sempre reato ma "estinto per prescrizione" *.
Giulio, tu ogni tanto ci rifletti? A volte, mentre sei seduto sugli scranni del Senato, ti piomba in testa il ricordo di queste parole che pesano come una condanna? Ogni tanto ci pensi che se il tuo avvocato non avesse fatto un buon lavoro per perdere tempo, se i tempi della macchina della giustizia fossero stati "giusti" e se la sentenza fosse arrivata il 19 dicembre 2002 - il 20 dicembre 2002 scadeva il termine per la prescrizione- tu ora staresti seduto su uno scranno lercio in galera?
Chissà se a volte il velluto rosso della tua poltrona in Senato ti ricorda il sangue di Falcone e Borsellino...
Ed infine qualche volta ti fermi a chiederti se hai ancora il diritto di parlare?
Sai, anche certi diritti si perdono per prescrizione.


* Le parole virgolettate sono tratte dal testo della sentenza della Corte di Appello di Palermo del 2 maggio 2003, sentenza confermata dalla Corte di Cassazione il 15 ottobre 2004.

"Prima di dire, di giudicare prova a pensare... pensa che puoi decidere tu. Resta un attimo soltanto, un attimo di più con la testa tra le mani.
Ci sono stati uomini che sono morti giovani ma consapevoli che le loro idee sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole, intatte reali come piccoli miracoli: idee di uguaglianza, idee di educazione contro ogni uomo che eserciti oppressione contro ogni suo simile contro chi è più debole contro chi sotterra la coscienza nel cemento... Nessuno potrà fermare mai la convinzione che la Giustizia NO, NON E' SOLO UN'ILLUSIONE!"

da "Pensa" di Fabrizio Moro

venerdì 9 marzo 2007

Sabato 10 marzo in Piazza Farnese a Roma


Nell’appello ad aderire alla manifestazione nazionale Diritti Ora, reperibile a questo indirizzo (insieme ad altre informazioni sull’evento di domani) : http://www.dirittiora.it/pagina.asp?IDPagina=1, si può leggere l’accorato invito :

“Alle DONNE e agli UOMINI di questo paese così bello e così poco libero.
A chi crede che tutti gli esseri umani nascono uguali in DIGNITÀ.
A chi ha a cuore la COSTITUZIONE italiana che riconosce DIRITTI e non li vieta a nessuno.
A tutte e tutti diamo appuntamento per una grande e festosa manifestazione per la LAICITA’ e le LIBERTÀ.
A Roma il 10 Marzo 2007 alle ore 15,00 Piazza Farnese
Per una legge sulle UNIONI CIVILI che riconosca il valore sociale dell'AMORE, eterosessuale ed omosessuale.
Per una stagione di riforme fondate sulla libertà e la RESPONSABILITÀ di donne e uomini.
Un futuro di PACE passa per la valorizzazione dei diritti delle persone e il riconoscimento che la PLURALITÀ è una formidabile ricchezza.
Diamo la SVEGLIA alla classe politica. Il tempo dei diritti è ORA.”

Alla manifestazione saranno presenti , come si può leggere su Repubblica di oggi, nell’articolo di M. Politi, anche i gruppi di omosessuali credenti. Quello di F. Perrone porterà ad esempio il suo striscione : “Nuova Proposta- uomini e donne omosessuali cristiani di Roma”. Il programma è piuttosto vivace. Arriveranno “carovane” organizzate da tutta Italia. Alle 16:30 dovrebbe ufficialmente iniziare la manifestazione con gli interventi del coordinatore nazionale della manifestazione, del presidente nazionale arcigay e del presidente nazionale arcilesbica. A. Cecchi Paone , P. L. Diaco e D. Vaccarello saranno i conduttori. Alle 17:15 le coppie di fatto incontrano i capigruppo di Camera e Senato che hanno aderito alla manifestazione. Alle 18:00 in punto, dalla piazza si farà trillare la sveglia dei diritti con appunto sveglie, cellulari, fischietti, suoni vari. < amplificare le radio e le Tv che saranno in diretta e partecipare con almeno un minuto di trilli di sveglie cellulari clacson o fischietti alle sei in punto da ogni parte del paese>>. Dalle 18:15 interverranno alcuni ospiti come D. Fò e F. Rame ma anche S. Dandini e D. Vergassola. Alle 19:00 inizierà il concerto.

Sono chiamati tutti quanti a partecipare numerosi. Io sarò lì. In ogni caso chi fosse impedito fisicamente a venire ma volesse comunque seguire in diretta l’avvenimento, potrà vedere dalle 17:30 alle 18:00 Rai3, poi SkyTg24 (Anche in streaming su Internet all'indirizzo www.skylife.it ), Roma 1 per Roma e Lazio(Anche in streaming su Internet all'indirizzo www.romauno.tv), o le dirette radiofoniche su Radio Radicale, Radio Popolare, Radio DeeGay.

A presto!!